Non troppi giorni dopo l'incidente "sputo" il signor Cordol venne a farmi visita e senza dire una parola comincio a tagliarmi la pelle. Nei preliminari direi che era abbastanza tagliente, mi sono anche bagnata, col mio proprio sangue. Si, stavo delirando.
Prima sulle braccia, poi sulla pancia con un oggetto appuntito, tagli lungi e regolari, come se lo avesse fatto mille altre volte prima. Il dolore mi fece aprire gli occhi ed urlare senza suono, senza pietà si limito a fissarmi continuando a sfregiarmi. Poi mi denudò, tagliandomi di dosso la maglietta e i pantaloni, lasciandomi con solo indosso l'intimo di pizzo nero che Beth aveva scelto. Di sicuro farai colpo, direi che il colpo lo avevamo fatto e come. Anche il mio cuore stava sanguinando.
"Fino a che punto ti saresti spinta?" chiese con voce monotona. Sarei andata fino in fondo, avrei fatto di tutto. Per sapere quello che so, ora avrei ripetuto ogni singolo passo, non vi erano dubbi.
Prosegui nel rimuovermi anche l'intimo. Completamente nuda, ed umiliata di fronte all'uomo che un tempo, forse sarebbe potuto essere mio zio, e che ora al massimo è l'amante di mia madre e il mio torturatore. Mi studio bene, non facendosi mancare neanche un centimetro della mia pelle:
"Come ci si sente?" avrei preferito mille altri colpi in faccia da James a questo; questo mi toglieva qualsiasi briciolo di dignità che mi fosse rimasto. "Non è bello essere così scoperti di fronte ad uno sconosciuto vero?" si, mi concentrai su quello, in fondo per noi era solo un sconosciuto, uno che mi regalò un taglio profonda dalla gola fino al ombelico, insegnandomi qualcosa sull'anatomia vampiresca. Tirandomi la testa indietro per i capelli e tenendomi il mento mi guardò negli occhi:
"Sei stata una prigioniera sorprendente. La migliore che ho avuto da tanto tempo" ebbe la sfacciataggine persino di sorridere. "Le ragazze come te spariscono tutti i giorni."
"Non ho fatto niente." Sussurrai. Mi stava condannando a morte senza motivo, non avevo commesso un reato così grave da meritarmelo. Sorpreso si avvicinò ancora di più stritolandomi quasi le guance.
"Hai attaccato un regnante. È sufficiente." Lo era. "Non posso permettere che tu vada in giro a spargere falsità." Falsità. Non vuole che vada in giro a dire che si scopa mia madre.
"Vediamo se quest'ultimo tentativo ti fa cambiare idea." Vidi due guardie portare dentro Lisa, pallida e tremante come non mai. Appena mi vide lancio un urlo, cadendo per terra. Si, dovevo proprio avere un bel aspetto. "Non so niente, non la conosco vi supplico."
"Si lo sappiamo, Tom ce lo ha confermato." Disse il Serpente prendendola per i capelli. "Ma vediamo se questa Jane Doe ha un cuore." Si posiziono dietro il suo corpo, trattenendola con le gambe mentre arrotolò una mano nei suoi capelli scuri e un'altra sotto il mento. "Chi ti ha mandata?" chiese fissandomi negli occhi. Mi sentii le orecchie ronzare, e il cuore urlare. Le sta per staccare la testa! "Nessuno." Dissi con un filo di voce. "Nessuno lo giuro." Aggiunsi nel sentire il lamento di Lisa.
"Perché hai cercato Darryl Thompson nel Codex?" il mio stomaco inghiotti il mio cuore. Il pezzo di carta che avevo sottratto a papà, doveva essermi caduto da qualche parte. No? No, non l'avevo portato... o si? Strinsi le labbra, respirando acido mentre lui tirò ancora più indietro la testa della povera innocente.
"Lasciala andare, ti prego. È innocente!"
"Innocente?" disse sorridendo, un sorriso freddo, compatto. Cosa ti aspettavi? Se giochi col fuoco, scateni un incendio.
"Volevo trovarlo." Dissi sottovoce.
"Perché?" il perché, quello vero non avrei mai potuto dirglielo, non ora, non mentre ero priva di forze ed incapace di salvare persino me stessa. Non mi avrebbe mai creduto.
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L'inferno dipinto di blu
VampireIn un mondo popolato da esseri potenti ed immortali, Livia cerca di riprendere il posto che le spetta di diritto. *** "Solitudine e immortalità non vanno a braccetto" ci disse un giorno l'insegnante di storia parlando dell'Epidemia e di come, un uo...