Tempus fugit

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Il tempo vola. Prima che me ne accorgessi erano già passati 3 anni dall'incidente, e ormai ero capace di controllare il mio potere. Il minimo sentimento non mi faceva più scoppiare, era facile controllare le mie emozioni ora. Beth mi contraddirebbe dicendo che non mi lascio più andare come prima, che ora è difficile farmi ridere di gusto, o arrabbiare. Ho imparato a farmi scivolare le cose addosso. È l'unico modo. Ma sono libera, veramente. Posso muovermi dove e quando voglio e anche se papà lo sospetta già, non ho mai detto a nessun'altro che non fosse Lucas perché non prendo più pixie.

"Livia sembri un robot delle volte. Forse è durato troppo, posso procurarti un rospo anche domani."

Non mi definirei proprio un robot. Si, ignoro i miei sentimenti e mantengo quasi sempre la calma e la pacatezza ma sono anche cresciuta. Ho imparato tante cose, non soltanto sul mio potere ma anche su me stessa. Siamo animali abitudinali, passo le mie giornate ad allenarmi nel corpo a corpo o a esercitarmi sulla gestione del fuoco, non soltanto quello reale ma anche quello blu. Ho toccato sia mamma che Maggie bruciando ed entrambe hanno avuto la stessa reazione: meraviglia e risatina isterica. Riesco a lanciare sfere di fuoco e a controllare molto meglio l'intensità della fiamma. La cosa che ancora non mi riesce è il controllo contemporaneo sul fuoco originale e quello azzurro. Ma l'esercizio rende perfetti.

A 28 anni mi sentivo più donna che mai. Avevo avuto la mia parte di esperienze, uomini diversi che ho trattato come distrazioni. Dicono che il sesso dovrebbe liberarti, fisicamente e mentalmente ma non ho mai avuto il piacere di sperimentarlo. Il mio corpo non si lascia mai andare completamente, non smetto mai di pensare, se così fosse probabilmente mi ritroverei con un corpo incenerito. Si, non ho mai avuto un orgasmo. Non con qualcun altro perlomeno. Bethany lo trova terribilmente triste e si è persino offerta di aiutarmi a cercare lo stregone della festa, il mio unico momento di quasi completo abbandono. Secondo lei, lui potrebbe usare qualche incantesimo contro il fuoco, soprattutto se è anziano come gliel'ho descritto. Anche cosi, sappiamo entrambe che da qualche parte nel mondo vi è un uomo capace di fare tutto ciò senza artifici, e poi mancherebbe solo questo al signor Dawn: la mia unione con uno stregone.

Le cose sono peggiorate ora. Soprattutto da quando Clara ha deciso di abbandonare mia nonna e ritrasferirsi da noi perché a suo dire: "abbiamo più bisogno di lei."

Clara è uno spirito libero. Da piccola ammirai molto la sua indipendenza, capii fin da subito che se si trovava in un certo posto, era perché lo aveva deciso lei e non perché gliel'aveva imposto qualcun'altro. Ma la realtà è che Clara è schiava del suo dono. Predire il futuro è un compito non facile. La maggior parte della vita l'ha passata a casa di mia nonna, da sempre molto protettiva delle sue uniche figlie che, non potrebbero essere più diverse. Mentre mia madre combatteva guerre ed era impegnata a creare un regno, su Clara non si poteva fare affidamento per lunghi periodi di tempo. Da sempre imbranata, e per niente combattiva, ha sempre avuto l'abitudine di sparire per lunghi periodi di tempo, senza spiegazioni, se non l'occasionale cartolina anonima per far sapere che era viva. Molti interpretarono queste sue assenze come ricerche della sua metà, dopotutto ogni volta che le viene chiesta una previsione sulla sua vita privata stringe le labbra e si allontana, di nuovo, senza spiegazioni. Sono certa che abbia già visto il mondo, i suoi occhi saggi delle volte, a sua insaputa vagano, in posti che non sapremmo mai. Di certo lei non ce lo racconterà, apre bocca solo per dare consigli premonitori, tanto vaghi quanto inutili.

Si è trasferita qui quando siamo nati e vi è rimasta fino alla nascita di Maggie, quando, nessuno sa dove e perché è sparita per un paio d'anni per poi tornare come se nulla fosse nella sua vecchia stanza, solo per andarsene di nuovo.

Ed ora rieccola qui. Pur avendole detto mille volte di non toccarmi perché non voglio saperlo, fa di tutto per sfiorarmi, o imbattersi casualmente in qualche mio centimetro di pelle. Un giorno pur di tenerla alla larga, resi le mie braccia incandescenti e girai tutto il giorno con addosso una canottiera. Ovviamente la tentazione fu troppa e proprio come un pesce affamato abbocco l'amo. Mi rincorse nel giardino e mi prese il braccio, al minimo tocco si scotto; eppure non mi lascio andare. Dovetti divincolarla io, ed ebbi subito i sensi di colpa. Il suo sguardo metà orripilato ed addolorato mi sfiorò il cuore.

L'inferno dipinto di bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora