2.
Ventinove anni e undici mesi.
Vivo in una villa abbastanza grande da far accomodare anche i miei comandanti e le loro compagne. Tutto questo tempo mi è servito per comprendere quanto in realtà odio stare solo. Essere solo pur sapendo che ci sia al mondo qualcuno che completa perfettamente la tua esistenze è a dir poco straziante.
Dall'altro lato cacciarmi è stata la cosa migliore che abbia fatto. Mi fa sorridere ora, ma è servito per comprendere me stesso. Siamo diventati la triade perfetta: Io, Mark e Crystal. Tre regnanti di un unico territorio ognuno con le proprie attività. Crystal regna ormai sui media. Anche se il suo egocentrismo non ha limiti, sa come far girare tutto a nostro favore. Mark, il buon vecchio Mark tiene per se gli affari internazionali, o meglio ancora fa politica.
Mentre io grazie alle forze speciali mi sono guadagnato la fama del "re castigatore". Avevano solo bisogno di una guida, e io di un seguito.Siamo i Comando. I demoni salvatori che chiamano quando non vogliono sporcarsi le mani. La semplice polizia, direbbe Crystal. Quelli che arrivano quando bisogna trattare con vampiri, streghe o licantropi disobbedienti. Passo le mie giornate sul campo. I nuovi arrivati, i malviventi e donne di facili costumi riempiono le mie giornate.
Si. Non sono un santo. Trentanni a cercare d'immaginare la donna perfetta sono tanti. Ha gli occhi di Tina, le labbra di Margotte, le spalle di Jenne... ispiro lentamente. Aria che brucia. E colpisco qualcosa. Ormai non importa più cosa. Anche i miei scatti d'ira sono famosi.
Il tutto sarebbe potuto andare diversamente. Oppure no.Lui non mi parla più come faceva un tempo. Mi rivolge la parola solo quando si tratta d'affari, mai della famiglia e ancor meno di lei.
È Merie. È sempre stata Merie quella brava ad immedesimarsi, a capirmi un po' di più. Viene a trovarmi ogni tanto, sicuramente di nascosto e mi svela piccoli dettagli che poi non mi fanno dormire per mesi fino a che non ritorna. Avrà la cerimonia più famosa del regno. Ha reso la privacy il suo punto forte, tanto che non è circolata nemmeno una foto. I suoi figli saranno visti per la prima volta dal mondo alla cerimonia dei gemelli. L'ho reso paranoico. Mi passo le mani sulla faccia e sorrido quasi guardando la mia scrivania. Ha fatto bene, perché si. Probabilmente con una sua foto in mano l'avrei rapita. E tenuta in qualche posto nascosto in mezzo al nulla, a fissarla fino allo scadere del tempo. Mi avrebbe odiato, ma sarebbe stata già mia.
Hanno persino avuto un'altra bambina. Maledetto bastardo fortunato. Margaret, anche se da quello che mi racconta Merie per casa è Maggie. I gemelli invece sono Lucas e Livia.
Livia. Dirlo non mi crea nessun effetto, è il nome di una straniera. Un nome senza volto. Livi, tutte le volte che ne parla la chiama così.
A quanto pare ha preso molto del carattere di Mark, è testarda e razionale che però mette tanta passione nelle cose che fa. Per fortuna fisicamente assomiglia alla nonna materna, altrimenti avrei già potuto suicidarmi.
3 settimane. Il conto alla rovescia è già cominciato ventinove anni e 11 mesi fa. Non sono nervoso. Sta per finire. Finirà.
3
-6 giorni.
È estate, e fa caldo. Stanno tutti dormendo ormai. Vanessa è andata via da un pezzo ma non riesco ancora ad addormentarmi. Squilla il telefono. Ti prego fai che sia qualche problema da risolvere o qualche muso da rompere. Mi alzo e guardo il telefono. Il mio sangue si riscalda. Se non fossi già morto probabilmente mi verrebbe un colpo. Lo fisso per essere sicuro di vederci bene. Quattro caratteri bianchi che segnano: MARK. Trattengo il respiro. Non ha mai chiamato, non su questo numero. Non personalmente e mai a quest'ora.《Si? 》 Tono deciso. Non crollare, non impazzire. Non è successo niente. Lei sta bene, non pensare al peggio.
《Revoco il mio ordine. Puoi tornare a casa. 》 Casa. Ci sono già.
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L'inferno dipinto di blu
UpířiIn un mondo popolato da esseri potenti ed immortali, Livia cerca di riprendere il posto che le spetta di diritto. *** "Solitudine e immortalità non vanno a braccetto" ci disse un giorno l'insegnante di storia parlando dell'Epidemia e di come, un uo...