1 - Gun

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Attenzione!
Questa storia contiene scene a rating rosso descritte dettagliatamente e linguaggio volgare.

Buona lettura, Oana.

La vita è ingiusta.
Me l'hanno sempre detto, l'ho sempre pensato, l'ho provato molteplici volte.
Ma questa, questa volta, è la peggiore di tutte.
Questa volta mi sta facendo pentire di tutte le mie scelte di vita. Non che ce ne siano state tante...insomma.

È tutto cominciato tre settimane fa, quando il ristorante in cui lavoravo ha deciso di non pagarmi più, definitivamente. Erano tre mesi che non mi arrivava la giusta parte di denaro, ho perso il lavoro, la mia macchina, subito dopo la casa. Era un bel ristorante, mi piaceva, i miei colleghi erano simpatici, tranne il capocuoco, quello urlava e basta. Mi sono impegnata molto a cercare di non fare qualcosa con la conseguenza il licenziamento, nei precedenti lavori sono stata licenziata per disrispetto verso il capo.
I rapporti con i miei parenti non sono mai stati dei migliori, quindi ormai da sei giorni dormo su una panchina di un parco pubblico alla luce di un lampione ascoltando i discorsi dei giovani adolescenti come cani in calore, ma non è niente che non abbia mai sentito, anzi, probabilmente ero anche peggio, ma questi non sono dettagli da descrivere.
Non ho mai chiesto elemosina, avevo ancora un po' dei miei soldi per prendermi almeno qualcosa da mangiare, troppo poco effettivamente. Mi sarà rimasto qualche dollaro per una colazione ed un pranzo, e non ho ancora trovato un lavoro.
Non è successo nulla fino ad oggi, o ieri, non ho ben chiara la cognizione del tempo...

Stavo cercando di addormentarmi sulla mia amata panchina quando delle urla mi rubarono tutto il poco sonno che ero riuscita a prendere.
"No! Non farlo! Ti prego!" Urlava qualcuno dalla voce graffiata e profonda, lo immaginavo con i capelli bianchi e la pelle tutta rugosa.
"Te lo meriti!" Diceva un'altra voce, più giovanile e severa.
"Abbi pietà di me!" E poi un botto, cosa che mi rese molto curiosa. Il suono si ripeté altre tre volte ed ero sicura fosse una pistola. E io speravo che il periodo spari da adolescenti fosse finito.
Il buio non mi permetteva di vedere molto, sarei dovuta andare via il più presto possibile ma la curiosità mi uccideva, così preso il mio zaino in spalla sono sono andata alla ricerca della provenienza del suono. Ho trovato due ragazzi, probabilmente intorno ai vent'anni. Uno dei due, dai capelli mori -per quanto il lampione mi lasciava vedere- aveva in mano una pistola, il secondo, biondo, si stava pulendo le mani da quello che immaginavo fosse sangue. Ricordo di aver fatto anche una smorfia alla vista della carta sporca. Espressioni concentrate e sospiri annoiati, il moro si passò la mano tra i capelli sbuffando.
Un altro colpo improvviso mi fece trasalire ed un urletto uscì dalle mie labbra. Ho sentito il mio cuore arrivarmi in gola...
"Cosa è stato?" Il moro è scattato guardandosi intorno.
Mi sono abbassata subito rannichiandomi dietro al cespuglio. Per quanto mi copriva, insomma. Sentivo il mio cuore battere tanto forte che avevo paura lo sentissero anche loro.
"Sarà stato un uccello -rispose l'altro- Andiamo".
E dopo alcuni passi, il silenzio totale. O meglio, il lampione a qualche metro da me ronzava tanto da dar fastidio, ma questo non è un particolare importate... Sentivo le mani tremare, probabilmente per colpa dell'adrenalina, ero già pronta ad alzarmi ed andarmene come se nulla fosse successo, ma qualcosa mi fermó, o meglio qualcuno.
"Cosa ci fai qui?" Entrambi i ragazzi davanti a me avevano sguardi minacciosi, petti in fuori e braccia conserte.
"Stavo raccogliendo il mio bracciale" mostrai il bracciale sul polso, avrò avuto un'espressione da ebete ancora rannicchiata a terra.
"Cosa hai sentito?" Il ragazzo dai capelli biondi alla mia sinistra aveva dei lineamenti più delicati rispetto al moro alla mia destra.
"Cosa? Non ho sentito nulla, cosa avrei dovuto sentire?" Ridacchiai istericamente cercando di non far vedere la mia agitazione, ma quando mai Ivory, quando mai. Mi ero alzata e avevo regalato ad entrambi un'espressione innocente stringendomi nelle spalle.
"Tu vieni con noi".
In un millisecondo il moro mi ha puntato una pistola alla testa e si è sposato di lato per farmi passare.
Mi sarà mancato il respiro, paralizzata dalla pistola vicino alla mia tempia ho voluto accasciarmi a terra spaventata, ma tirando un profondo sospiro o fatto un passo in avanti. Non ho mai ringraziato mio padre per cosa mi ha insegnato, non fosse per lui oggi sarei morta e probabilmente già in putrefazione in qualche angolo di questa città. Conoscendo la mia così detta famiglia.

Così, ho afferrato il suo polso con una mano e con la parte bassa del palmo gli ho colpito il naso mandandogli la testa all'indietro, una gomitata nello stomaco e una ginocchiata tra le gambe facendolo cadere. Speravo fosse facile, ma i suoi troppo grossi muscoli rallentarono il procedimento, almeno ero riuscita ad inginocchiarlo, un calcio circolare ed era steso probabilmente indeciso da dove provenisse il dolore peggiore, mi sono sentita forte, devo ammettere. La pistola era nelle mie mani e l'avevo puntata verso il biondo che con occhi spalancati alternava lo sguardo da me al suo compagno.
Sarei dovuta scappare subito, magari dopo aver sparato al piede del biondo, ma dato che nessuno dei due si muoveva, nemmeno io mi muovevo, troppo presa da ciò che avevo appena fatto, non avevo dato importanza al moro che nel frattempo si era alzato.
Ho provato a colpire anche il biondo, ma ormai era troppo tardi. E anche se cercavo di divincolarmi era inutile. Almeno si erano degnati di lasciarmi andare sui miei piedi, sarei potuta scappare di nuovo se non mi avessero subito ammanettato e legata come i bambini dell'asilo, quindi non avevo molta possibilità di fuga.

E sono arrivata qui, in una casa abbandonata, chiusa in una cantina insieme a qualche topo con cui ho fatto amicizia. Le mie mani sono ancora amanettate e ho anche un dannato bisogno di un bagno.

Heeeyyy people!!!

Sono tornata con questa nuova storia ispirata ad un gioco.
Però la mia protagonista è più truzza.

Ovviamente almeno il 60% di questa cosa, non prendetelo sul serio, perché farò una protagonista abbastanza stupida e ironica.

Non chiamiamola storia perché probabilmente non ne uscirà nulla.
Ho interrotto Powerful perché non riesco a trovare la voglia e mi e l'ispirazione per continuarla.
Tranquillli, questa storia non verrà interrotta, l'ho già finita di scrivere, quindi dont worry 😂

Cosa succederà a questa povera piccola barbona?

I topi continueranno ad essere suoi amici, oppure la abbandoneranno anche loro?

Scopritelo nel prossimo capitolo di Lily&Guns!

Adioss

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