Clare mi abbandona in una stanza, grande, troppo grande per una che è abituata a vivere in dieci metri quadri, o meglio, questo prima di perdere ogni mia fonte vitale, la casa in cui vivevo con la mia famiglia era in affitto, poi mia madre è andata via e io non potevo mantenerla. Però devo dire che il mondo di per sè è molto grande, avevo una casa molto grande fino a ieri.
Osservo l'arredamento con stupore: un letto matrimoniale bianco con una trapunta grigia e troppi cuscini, una vetrata con al centro una porta-finestra che apre ad un ampio balcone affacciato sul giardino , una scrivania bianca con dei piccoli vasetti in vetro pieni di sabbia colorata, e una libreria piena di libri e CD di cui me ne innamoro solo alla vista. Non esito a passare in rassegna i vari dischi alla ricerca ci qualche titolo famigliare -tentativi vani- ma alla fine scelgo quello che mi ispira di più per farlo riprodurre nello stereo sotto la TV da non so quanti pollici - fin troppi.
Appena mi siedo sul letto mi sento sprofondare, ci metto poco a crollare in un profondo sonno cullata dalle note della canzone riprodotta nello stereo. Mi sembra di aver dormito troppo poco quando sfortunatamente il mio sonno viene interrotto dallo sbattere della porta, semplicemente bussare era troppo difficile?
"Come cazzo hai osato chiunque tu sia..." Cerco di assumere un tono duro e severo ma la troppa comodità mi vieta di muovere qualsiasi muscolo quindi la mia voce esce trascinata e impastata dal sonno appena udibile.
"Hai dormito tutto il giorno" il letto si abbassa ai miei piedi.
"Cosa cazzo dici... -borbotto cercando di spostarmi i capelli dalla bocca, impossibile - sarà mezzogiorno..." Mi rigiro tra le coperte stringendo il cusino, è troppo comodo questo letto per esser abbandonato in questo barbaro modo, poi si sente solo poverino...
"Sono le otto di sera" tira le coperte via dal mio corpo e istintivamente mi raggomitolo alla ricerca del calore che mi è stato tolto. Un verso di disapprovazione abbastanza udibile esce dalle mie labbra, perché mi sta togliendo quest'angolo di paradiso?
"Non hai fame?" Evito liberamente di rispondere sentendo già il sonno tornare ma presto mi ritrovo con i polsi stretti sul cuscino e le gambe sotto tutto il peso del Boss, con uno sbuffo apro forzatamente gli occhi -un parto- e osservo quei occhi blu severi quanto basta per una persona come lui, i capelli -stranamente senza i quintali di lacca che probabilmente mette- che sfiorano il mio viso e il ghigno che ha praticamente la maggior parte del tempo.
"Gesù Cristo, mi sono appena svegliata" mi lamento cominciando a divincolarmi tanto da poter togliere una gamba da sotto il suo ginocchio. Mi dispiace infrangere i suoi sogni, ma questa sera non sarà a suo favore.
"Tu hai mangiato?" Ridacchio puntando i miei occhi nei suoi. Posso dire che la sua mossa mi ha tolto il sonno. E vederlo sopra di me mi fa pensare a troppe cose, nessuna di queste è tanto casta.
"Si, ma ho un altro tipo di fame" ghigna. Avvicino le labbra al suo orecchio destro: "Ah sì?" Trattengo una risata prima di alzare velocemente il ginocchio e spingerlo via da me. Rotolo giù dal letto e rischio anche di sbattere la testa contro il comodino ma riesco ad alzarmi ed avvicinarmi alla porta a passo d'ubriaco.
"Buon appetito" lo guardo soffrire silenziosamente tenendosi le mani tra le gambe prima di uscire definitivamente dalla stanza. Cerco di non scoppiare a ridere e mi lego decentemente i capelli diventati un disastro.Questa volta trovo subito la via giusta per la cucina, rendendomi conto che basta arrivare alle scale esattamente dall'angolo della mia stanza e poi sotto la porta esattamente davanti a sinistra.
Clare ed un'altra signora stanno pulendo, così comincio a fare retro marcia per non disturbare non volendo dare l'impressione della troia di turno che il loro Boss si è portato a casa e fa i suoi comodi.
"Signorina Ivory, le ho messo da parte un po' della cena" scatta Clare, raggiante come il sole.
"Non ce n'era bisogno, veramente" balbetto imbarazzata.
"No, no! E' stato il signor Larracuente a chiederlo, accomodati, c'è della bistecca con purè oppure la pasta al salmone" rimango un po' indecisa su entrambi i piatti ma alla fine scelgo la pasta al salmone. Solo per assaggiare qualcosa di nuovo. Il signor Larracuente ha veramente fatto questa richiesta? Lo farà per tutti o devo sentirmi importante? Mi spunta un sorrisino sul viso ma meglio non farsi troppe illusioni.
"Io sono Hilary, piacere di conoscerti" la signora, con molto meno capelli bianchi di Clare mi sorride gentilmente dopo avermi posato il piatto caldo davanti. Paffutella e pelle abbronzata, sembra così tenera.
"Il signor Larracuente sta dormendo?" Chiede portandomi dei tovaglioli.
"Non lo so, non l'ho visto" scrollo le spalle come se niente fosse.
No, non l'ho proprio visto.
Hilary annuisce e raggiunge Clare per finire di pulire.
Solo loro due per pulire questo palazzo? Probabilmente non puliranno tutte le stanze ogni giorno... Ma è sempre una casa enorme, per solo due donne della pulizia. Solo il pensiero di loro due arrivate a fine giornata sfinite e finalmente aver pulito l'ultimo scalino di questa casa mi fa piangere.Dopo aver finito ringrazio per la buonissima cena e ritorno in camera, la trovo vuota, meglio per me. Il sonno manca totalmente, così faccio quello che avrei dovuto fare in giornata.
Prendo un foglio e con un pennarello tiro una riga in mezzo: "Pro & Contro del far parte di una gang".
E comincio a scrivere le cose buone della proposta del signor Boss:
"-TUTTI I BENI POSSIBILI IN QUESTO MONDO" e lo evidenzio pure.
"-Addestramento con armi (?)"I contro:
"-morte in ogni angolo"Ma questo non è ciò che mi preoccupa, perché se non facessi parte di una gang potrei morire da un momento all'altro, in qualsiasi situazione, il signor Morte è alle nostre spalle. Da tener conto che in una vita normale, è meno prevedibile.
"-ricatti, rapimenti..." Aggiungo, ma nemmeno questo è nuovo.
Evito di aggiungere altre cose negative per non diventare più paranoica del solito.
Devo mantenere il mio atteggiamento da ragazza dura.
Riguardo la mia breve lista e decido che nella mia situazione è meglio scegliere l'egoismo.
Ho bisogno di un posto dove vivere, e con questo "lavoro" l'avrei avuto, insieme a soldi e viveri. Così accartoccio il foglio e lo butto nel cestino.
Rimango per qualche secondo immobile stringendo nel palmo il ciondolo che avevo legato al collo e appena abbasso le palpebre in un lungo sospiro le immagini della sparatoria di due anni fa tornarono vivide come la prima volta:Avevo finalmente preso la patente, potevo finalmente guidare senza un adulto accanto. Ero fierissima della mia macchina, ovvero quella vecchia di mia madre.
Stavo aspettando che Thomas uscisse dalla casa di un compagno con cui aveva studiato, parcheggiata sul lato della strada, con il telefono in mano e il motore spento.
Mi chiedevo dove fosse, erano passati ormai quasi quindici minuti. Ero parcheggiata proprio davanti al numero che mi aveva detto, ma le mie preoccupazioni aumentarono appena dei spari di pistola, uno, due, tre, si susseguirono uno dopo l'altro, e tanti altri ancora. Potevo vedere un gruppo di persone in lontananza scappare e urlare, alcune erano a terra. Mi ero avvicinata appena, tutto sembrava tranquilllo e lasciai la macchia in mezzo alla strada.
Tra tutti i volti sconosciuti ho trovato quello di mio fratello, ansimante ed in agonia. La sua maglietta bianca era ormai diventata rossa, sembrava voler parlare, ma l'unica cosa che riuscì a sentire fu il mio nome poi l'ultimo respiro. Gli avevo accarezzato i capelli neri e coperto i suoi occhi azzurri cielo, era uguale identico a nostro padre.
"Tutto bene?" l'espressione perplessa di Brandon copre la visuale su tutto ciò che vorrei guardare oltre al suo viso, Non era qui prima, come ha fatto ad entrare senza farsi sentire?
"Cosa?" -rispondo come se non fossi mai caduta in uno stato di trance- Si, sto bene".
"Stai piangendo" sembra voler sapere di più, ma oggi dalla mia bocca non uscirà nulla.
Con una mano mi asciugo le guance trovandole più bagnate di quanto dovrebbero essere, non pensavo di poter ancora piangere per questa cosa, soprattutto in questo modo, ma non dico nulla e cerco di non far notare la mia sorpresa: "Non è niente di cui tu debba preoccuparti" cerco di essere il più convincente possibile.
Sembra aspettare altre risposte, o almeno è quello che ho intuito appena si è appoggiato alla scrivania.
Lo guardo attentamente in faccia: gli occhi chiari, le labbra rosee, le sopracciglia curvate in un modo che gli da un'espressione corrucciata e curiosa, profuma di bagnoschiuma alla menta, credo, avrà appena finito di lavarsi, i capelli un po' bagnati.E un'idea mi balena in testa di colpo.
"Accetto la tua proposta" allungo la mano verso di lui e aspetto che la stringa per confermare il nostro patto. Cinque secondi dopo le sue sopracciglia si alzano e la sua espressione diventa sorpresa, mi stringe la mano e ghigna, la sua mano è enorme rispetto alla mia, posso vedere le vene lungo il suo braccio, i capelli gli cadono un po' sul viso quando si abbassa verso di me: "Chiamami capo".
Ha una stretta ferrea e sicura, ormai non posso più uscirne.
Hoooolaaaaa People
Questo capitolo è ancora più lungo di quello precedente, ma di poco poco.
So don't worry 😂Cosa succederà? Quale sarà la sua idea?
Scopritelo nei prossimi capitoli di Lily&Guns!
Alla prossima :))
STAI LEGGENDO
Lily&Guns
ActionPRIMO LIBRO Ivory non è mai stata quel tipo di persona che passava molto tempo a piangersi addosso per qualche tragedia. Aveva perso il lavoro, la casa, la macchina, trovandosi per strada. La notte dormiva su una panchina, di giorno girovagava nella...