6 - Hot Bodies

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(Volevo fare una cosa figa con tutti loro, ma non ho trovato nessuna foto adatta quindi ci arrangiamo con il collage)

Sono passate tre settimane da quando vivo in questa casa, non ho fatto molto, se non osservare il lavoro di tutti e cercare di apprendere il più possibile alternando la mia presenza dalla Reggia alla casa abbandonata.
Sono stata allenata con il corpo a corpo una volta a settimana, e con vari oggetti che potrei utilizzare se le mie armi si scaricano personalmente dal Capo.
Ho avuto anche la possibilità di guardare tutti i movimenti che hanno fatto in tre anni su una specie di registro elettronico e scoprire tutte le vittime, o meglio il numero di persone uccise in varie sparatorie fatte da altre piccole gang ribelli.
Il nome Thomas Andrei non è in nessun elenco.

La casa è silenziosa, non una mosca vola finché non arrivo davanti alla cucina, la porta che il giorno prima non ho notato, è chiusa. Da dietro si sentono suoni di posate che sbattono contro piatti e varie voci maschili che ridono e chiacchierano. Cosa sta succedendo?
Presto arrivo alla conclusione che bussare è inutile, così decido di entrare liberamente, solo che la porta si apre da sola: "Vado a controllare se è ancora viva" Brandon è di spalle e ride, ride veramente cosa che mi spaventa leggermente, non l'avevo mai sentito ridere così. Non indossa nessuna maglietta, solo un costume a pantaloncino blu con le cuciture bianche e delle infradito ai piedi, i capelli diversamente dal solito non hanno lacca e sono scompigliati un po' ovunque. Dire che è mozza fiato è dir poco.
"Buongiorno" la sua risata viene sostituita da un ghigno arrogante, probabilmente per colpa delle mie guance arrossate.
"Mi sono persa qualcosa?" Cerco di ignorare tutto quel ben di Dio guardandolo negli occhi e incrocio le braccia al petto e ringrazio mentalmente di non essere scesa solo in pantaloncini e reggiseno ma di aver indossato una tuta e una canotta con una felpa sopra, tutta roba portata da Clare. Chissà da dove la prende...
"No, stavamo facendo colazione"
"Tu e...?" Cerco di guardare oltre le sue spalle, ma la mia altezza non me lo permette.
Si fa da parte per farmi passare e mi sento morire all'istante: uno, due, tre... Sei ragazzi a petto nudo sono seduti a tavola, più uno accanto a me. Gli ormoni mi fanno brutti scherzi in questo periodo. Dire che gli ho seguiti a distanza per quasi un mese e nessuno di loro mi conosce.
"Lei è Ivory" mi presenta in generale e mi spinge da dietro per farmi camminare.

Tutti salutano come se fossimo ad un incontro dei alcolisti anonimi, e due ragazze in costume con dell'anguria in mano entrano dalla porta-finestra. Dopo così tanto tempo ho l'onore di essere presentata?
Mi avvicino al tavolo con i miei piedi e il ragazzo che mi aveva puntato la pistola alla testa qualche giorno fa si alza e guarda confuso il Boss: "Ci siamo già incontrati, mi chiamo Cody" capelli mori, occhi verdi, un po' di barba e fisico scolpito, tanto scolpito. Ha un segno violaceo con dei graffietti sulla mandibola e il naso un po' gonfio, ha tolto la fascia che glielo copriva. Sono ancora soddisfatta di ciò che gli ho fatto.
Alla fine si presentano tutti: Cole, quello che era insieme a Cody la sera in cui mi presero, avrà fatto la tinta, ma ricordo i suoi capelli biondi, gli occhi sono verdi, è abbastanza iperattivo e si occupa molto dei documenti per gli acquisti di materiale di cui sono ancora all'oscuro.
Dylan, occhi marroni, capelli dello stesso colore, mascella non troppo squadrata nel complesso un tipo dall'aria gentile ed innocua, l'ho spesso visto come guardia, non credo faccia molto di più.
Ian, aria tenebrosa, capelli neri pelle chiara e occhi azzurri, nemmeno un accenno di sorriso, l'ho visto spesso in palestra ad allenare un po' tutti, mi sa che arriverà anche il mio turno.
Cameron, capelli rossi e occhi erba, troppo attento al suo cellulare, almeno ha detto il suo nome, è sempre insieme a Dylan, quindi immagino lavorino in coppia, da quel che ho sentito fanno anche le missioni sotto copertura.
Paul, niente di diverso dal colore degli occhi di Cole e i capelli biondo cenere. Mi sembrò un piccolo bambino, non guardando il suo fisico -ovviamente-, perché lavora per sto tipo? Un giorno l'ho visto controllare varie armi, penso sia quello che fa più casino con le pistole in tutta la casa abbandonata.
Poi le due ragazze, Candice e Barbara, una simpatica e l'altra con la puzza sotto il naso. Non manca mai la troia di turno, ovviamente. Non ho avuto la possibilità di vederle a lavoro, forse meglio così.
"Quindi oggi nessuno lavora?" Chiedo prendendo un grappolo d'uva dal tavolo.
"Ogni tanto la domenica mattina è pausa per tutti -spiega Candice con un sorriso- e si sta in piscina"
Faccio cenno di aver capito e finisco di mangiare la mia uva in silenzio ascoltando i loro discorsi su dei ragazzini che hanno 'osato' attaccarli qualche notte fa.

"Secondo me cercavano solo un posto in cui stare soli- borbottò Ian, potevo vedere la gioia sprizzare da tutti i suoi pori- Erano due ragazzini, cosa vuoi che siano" scrollò le spalle.
"Due ragazzini che ti sei fatto lasciare scappare, Ian!" Il Boss batte un pugno sul tavolo, quasi cado dalla mia posizione sull'angolo della sedia dal colpo improvviso, fortunatamente nessuno mi ha notato.
"Non mi sembrava necessario inseguirli, avranno avuto quattordici anni o giù di lì. Non sono nemmeno riusciti a scappare senza inciampare" continuò alzando la voce.
"Ricorda con chi stai parlando Ian!" il grande capo gli tuona contro e Ian non parla più spostando lo sguardo sul muro davanti a lui, finisce la sua macedonia e va nel giardino sul retro dove si trovavano anche Barbara e Candice insieme a Paul.
"Mi è arrivata notizia che Johnson vuole ucciderti, o di prendere il tuo posto" parla Cole con estrema tranquillità e il Boss sbuffa.
"Sappiamo cosa fare domani, quindi" morde una mela scrollando le spalle, tiene alla sua vita il ragazzo.
"Scusate se vi interrompo" mi alzo ricordandomi di una cosa che non mi è ancora tornata indietro. Avere tutti i loro sguardi addosso mi mette in soggezione ma cerco di non farlo notare: poggio i palmi sui lati del tavolo, proprio come Brandon dall'altro lato.
"Non mi avete più ridato il mio tirapugni" faccio un sorriso fin troppo finto e muovo le dita contro il legno del tavolo, il suono delle mie unghie si sente poco ma basta per far capire che sto aspettando ciò che voglio, e lo voglio ora.
"C'è l'ho io" Cameron prende la sua sacca e estrae il mio amato tirapugni.
Lo lancia come se fosse la cosa piò leggera al mondo, ma lo prendo al volo e infilo le dita negli anelli: "ora vado a mettermi il costume che Clare mi ha dato poco fa -prendo il bikini rosso che mi ha lasciato la gentile donna- e torno" e mi allontano dopo aver fatto una piccola riverenza sotto il suono dei loro borbottii.
Fermo involotariamente i miei passi quando sento la risata di Brandon dire: "Vuoi metterla alla prova?" Che ignoro liberamente continuando ad andare per la mia strada, sembra proprio che al capo piaccia il mio lavoro. Ma come minimo, ho già rischiato di rompergli il naso due volte, non parliamo dei calci che gli ho dato tra le gambe... A questo passo potrei essere anche licenziata... se si può essere licenziati da questo così detto lavoro. Entro in uno dei tanti bagni per cambiare solo i vestiti, pochi minuti dopo torno nella camera diventata mia per buttare la tuta e la felpa sul letto.

Scendendo le scale sento il suono di una pistola venire caricata alle mie spalle, e mi fermo. Il freddo della pistola contro la mia schiena nuda mi fa venire i brividi: "urla e ti sparo" sono quasi sicura di aver riconosciuto la voce roca, così alzo le braccia e mi giro verso il viso severo di Paul, ho riconosciuto la voce sbagliata. Mi viene da scoppiare a ridere ma mi trattengo. Ora la sua pistola è puntata al mio collo.
"Cosa hai intenzione di fare?"
"Dipende da te" scrolla le spalle, sicuro di se, vedo.
Non aspetto altro per prendergli la mano destra e tirarla verso sinistra, preme il grilletto sparando in un vaso facendomi spaventare, mi avrebbe sparato veramente? Lo prendo sotto braccio e con il gomito lo spingo facendolo cadere dalle scale.
"Spero non ti si sia rotto il collo" lo guardo dall'alto con espressione dispiaciuta e poi osservo la sua pistola nelle mie mani.
Quando alzo lo sguardo vedo Brandon a braccia incrociate appoggiato ad una colonna.
"Se volevi testarmi potevi scegliere qualcuno con più palle" scendo le scale e scarico la pistola semiautomatica addosso a Paul, dopo aver lasciato cadere tutti i proiettili, uno dopo l'altro poggio con delicatezza anche quella bellezza sul suo petto.
"È uno dei migliori, in realtà" lo guardo con finta sorpresa e mi allontano per andare a provare quella bellissima piscina sul retro. Uno più cretino dell'altro.

Hoooolaaaa people!!
Rieccomi con la presentazione degli uomini del Boss.
(Non sono tutti, solo quelli più fondamentali, anche se alla fine ne citerò solo due o tre più frequentemente)

Paul è un pappamolle, yey
Ma è veramente così?
Cosa vorrà fare Brandon con Johnson?

Scopritelo nei prossimi episodi di Lily&Guns!

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