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Questo potrebbe essere uno dei giorni più belli della mia vita, o uno dei più brutti in assoluto. Ho studiato e so tutto ma ho paura che l'emozione mi giochi brutti scherzi. E poi, Arek sarà lì, sarà lì per me e non posso deluderlo perché lui non ha mai deluso me.
Sono qui all'uni già dalle nove, io dovrei iniziare verso le undici, lo stesso orario in cui Arek dovrebbe essere qui.
Il professore chiama il mio numero di matricola, tocca a me. Prima di raggiungerlo guardo alle mie spalle ma non vedo nessuno di nuovo, forse sarà in ritardo o forse era tutta una presa per il culo.
Mi siedo difronte al prof e rispondo a tutte le sue domande, dalla prima all'ultima.
-Bene signorina, per me può bastare- dice il prof, prendendo il mio libretto universitario e segnando un 30 con la sua firma.
-Grazie professore, alla prossima- gli stringo la mano, raccolgo le mie cose e torno al mio posto. Mi siedo un attimo per prendere la mia borsa e mi arriva un sms.

Ti aspetto qui fuori, non farmi aspettare troppo. B. S.💙

Leggo e sorrido come una stupida, poi faccio una corsa verso l'esterno dell'edificio. Esco e mi guardo attorno, poi lo vedo, Dio se lo vedo.
Ha addosso una camicia bianca con una giacca nera di pelle e un pantalone nero, con delle Givenchy ai piedi, è praticamente la perfezione. E soprattutto, ha addosso la cosa che più amo di lui, il suo splendido sorriso.
-Arek!- urlo e gli corro incontro, lui spalanca le braccia e io mi ci butto dentro.
Ci affondo, mi godo le sue braccia, le sue spalle, il suo odore magnifico.
E quest'abbraccio non è come l'avevo sognato, nient'affatto. È meglio, molto meglio di qualsiasi mio possibile sogno.
-Sei stata bravissima- mi dice mentre ancora mi stringe. Siamo qui nel cortile dell'università da non so quanto e nessuno dei due sembra intenzionato a sciogliere quest'abbraccio.
-Grazie.. per essere venuto e per questo- dico riferendomi all'abbraccio, staccandomi solo un attimo per guardarlo negli occhi.
-Sono io che ringrazio te, grazie per avermi permesso di essere qui-
-Prego- rispondo.
-Ok, anche io non vorrei mai staccarmi da te però ci sono dei festeggiamenti da affrontare, quindi andiamo Faith-
-Ah già, pensavo che quest'abbraccio fosse il mio festeggiamento-
-Questo è solo l'inizio-
Mi prende la mano e mi porta alla sua auto.
-Ti fidi?- mi domanda voltandosi verso di me e sorridendo.
-Per forza- rispondo, arrossendo leggermente.
Mette il navigatore e guida per una ventina di minuti, poi scendiamo.
Arriviamo fuori ad un bar ad Ostia, vicino al mare.
-Come conosci questo posto?-
-Ho amici che frequentano Roma, me lo hanno consigliato loro-
-E chi sarebbero?-
-Woj e Lukasz-
-Sarebbero?-
-Szscesny e Skorupski-
-Ah si, i portieri della Roma-
-Esatto..-
-Ti hanno consigliato bene, è bellissimo qui..-
-Si, lo vedo-
Ci sediamo al tavolino del bar e ordiniamo, io una Tassoni e lui un bitter bianco, con qualche stuzzichino.
-Mi raccomando, che sia senza glutine- dico al cameriere e Arek sorride scuotendo la testa.
Il cameriere annuisce e si allontana.
-Sai proprio tutto di me, eh?-
-Si, non mi sfugge nulla-
-E io invece di te non so nulla, parlami un po' di te-
-Non c'è molto da dire, sono nata a Napoli, sono figlia unica e vivo qui a Roma da due anni per studiare-
-Vivi con qualche tua amica?-
-No, da sola..-
-Sei indipendente, mi piace-
-L'indipendenza è una delle cose a cui non posso rinunciare-
-Ti capisco- dice mentre ci arriva l'aperitivo.
-Starai qui fino a stasera?-
-Si, verso le nove vado via-
-Non si fa troppo tardi?-
-No, per le dieci e mezza sto a casa-
-Sarà molto buio, non è meglio se vai via prima?-
Mette una sua mano sulla mia e me la stringe leggermente, facendomi rabbrividire.
-Fede, so che lo stai dicendo per il mio bene ma sembra che tu voglia cacciarmi-
-Io..no! No, non potrei mai farlo..-
-Lo so ma stai tranquilla, ho calcolato tutto-
-Va bene allora-
D'un tratto lo vedo prendere qualcosa dalla tasca e schiarirsi la voce.
-Ho un regalo per te-
-Non dovevi Arek.. oddio..-
Mi mostra il braccialetto con scritto Faith che mi ha portato, è stupendo e resto senza parole.
-Ti piace?-
-Certo che si, è bellissimo, grazie- mi alzo dalla mia sedia e vado ad abbracciarlo.
-È solo un pensiero-
-Lo terrò sempre con me, grazie ancora-
-Di niente- risponde e continuiamo a mangiare e chiacchierare.
Finiamo l'aperitivo, poi lui paga e si alza.
-Facciamo un giro sulla spiaggia?- mi chiede porgendomi la sua mano.
-Certo-
Siamo in inverno quindi in spiaggia non c'è nessuno. Ci sono nuvole, vento e il mare è agitato ma camminando mano nella mano con lui sulla sabbia mi sembra di essere ai Caraibi in agosto.

INSTADIRECT// Arek MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora