io: vi prego lasciatemi andare.
...: eh no tesoro. non ti faremo male, saremo delicati.
mi accarezza la guancia e poi scoppia a ridere.
...: lasciatela stare coglioni!
dice una voce che mi è famigliare.
si girano tutti e vedo...
Tyler? cosa ci fa qui? comincia a picchiarli uno per uno e io lo guardo basita. sapevo che era forte, ma non pensavo così tanto da riuscire a stenderli tutti. quando tutti i ragazzi sono per terra doloranti, Tyler mi guarda, mi prende per mano e saliamo sul treno.
io: come facevi a sapere che ero lì?
T: ho un'applicazione sul telefono. tu stai bene?
sospiro. se dicessi qualcosa scoppierei a piangere. Tyler lo capisce e mi stringe la mano, io mi appoggio alla sua spalla e dopo poco mi addormento.
arrivati a casa vado subito a letto.
T: buonanotte.
mi bacia la fronte.
io: dormi con me?
Tyler rimane fermo non sapendo cosa dire ma poi sorride e si sdraia accanto a me. mi accoccolo al suo petto e lui ricambia l'abbraccio.
la mattina dopo mi sveglio sentendo qualcosa che mi tocca i capelli, apro gli occhi ed è Tyler che mi sta accarezzando una ciocca. sorrido.
io: buongiorno.
T: buongiorno.
appena mi vengono in mente le cose successe ieri sento un vuoto allo stomaco. solo ora capisco che Damon non tornerà da me, mai più.
T: ehi tutto apposto?
dice mettendomi una mano sulla spalla. fingo un sorriso.
io: starò meglio.
mi alzo e vado in bagno. mi faccio una doccia e dopo essermi vestita, esco.
T: hai fame? ti ho preparato la colazione.
io: non ho molta fame, ma grazie comunque. magari la mangio più tardi.
dico fingendo ancora un sorriso. prendo il telefono e guardo le notifiche. nessuna chiamata di Damon. sospiro. ci speravo davvero. presa da un attacco di rabbia, scaravento il telefono contro la parete, arriva subito Tyler.
T: ehi...
mi abbraccia da dietro ma io comincio a dimenarmi piangendo.
io: lasciami! lasciami!
lui non si smuove e continua a tenermi. mi giro e sprofondo tra le sue braccia.
io: non tornerà, lui non tornerà più Tyler! non ce la farò! non è vero che starò meglio.
T: shhh. non pensarci.
io: era tutto quello che avevo. era la mia vita! non ci sarà mai più nessuno come lui!
T: se vuoi possiamo trovarlo, lo cercherò e tu gli parlerai.
lo guardo. so che sta facendo un enorme sacrificio, perché mi vorrebbe sua. ma per la mia felicità cercherebbe Damon in giro per il mondo. infondo loro due non sono poi così diversi...
Io: lo faresti davvero?
annuisce e io sorrido. istintivamente gli metto le mani intorno al collo e lo bacio. appena me ne rendo conto mi stacco.
io: scusa...
mi allontano da lui.
T: tranquilla.
dice sorridendo.
io: quanto credi di metterci per trovarlo?
T: qualche giorno, ma farò più presto possibile.
annuisco.
T: perché ora non esci con qualcuno? tipo Caroline, o Bonnie, così ti distrai un po'.
io: si... hai ragione.
decido di chiamare Lexy e poi ci incontriamo in Duomo. appena mi vede mi salta addosso abbracciandomi.
L: ehi!
io: ciao.
quando si stacca mi guarda preoccupata.
L: tutto bene? ho saputo di Damon...
sospiro.
io: Tyler ha detto che lo troverà. ho bisogno di parlargli, voglio fare una cosa. saresti disposta ad aiutarmi?
mi guarda male.
io: è davvero importante.
L: dimmi, vedrò che posso fare....
qualche giorno dopo Tyler ha trovato Damon. ha molti amici in giro per il mondo e quindi si è fatto aiutare. mi ha detto che ora è sugli Appennini in un hotel, quindi decido di raggiungerlo.
quando arrivo in hotel vado alla reception.
...: salve, desidera?
io: ehm... un mio amico alloggia qui. volevo fargli una sorpresa. si chiama Damon Salvatore...
la signora controlla il computer e poi mi sorride.
...: è la stanza numero 378, al terzo piano.
io: grazie mille.
prendo l'ascensore e vado verso la 378. quando arrivo davanti alla porta ci metto un po' prima di bussare. ci penso su, quello che voglio fare è la cosa giusta? si che lo è!
faccio un bel respiro e poi busso. mi viene ad aprire poco dopo, quando mi vede rimane di sasso.
D: che ci fai qui?
io: mi fai entrare?
si sposta lasciandomi passare e poi chiude la porta.
D: vi avevo detto di non cercarmi. come mi hai trovato?
io: ho le mie fonti.
D: perché sei venuta?
io: ho bisogno di parlarti.
D: abbiamo già parlato. ci siamo detti tutto quello che c'era da dire.
io: ti correggo, TU, hai parlato. io stavo piangendo e balbettando qualcosa per non farti andare via, ma a quanto pare non ti ho impietosito abbastanza.
lui sospira.
D: Isa mi dispiace. è la cosa giusta da fare.
io: lo è per te ok? non per me!
D: e allora cos'è per te la cosa giusta? rimetterci insieme e poi starci male quando non potremo più stare insieme perché tu invecchierai?
sto zitta per qualche minuto.
io: mi dispiace.
gli faccio mettere le mani sui miei fianchi e lo bacio. appena le nostre labbra si incontrano mi sfilo dai pantaloni la siringa e gli inietto nel collo la verbena. lui spalanca gli occhi e mi guarda.
D: che stai facendo?
mi stacco e lo faccio sedere sulla poltrona.
io: ti indebolirà soltanto, tra massimo un'ora starai bene.
D: perché?
dice cercando di alzarsi ma non riuscendoci.
io: non voglio che mi fermi.
mi assicuro che la porta sia chiusa a chiave e poi mi metto in ginocchio davanti a lui. prendo dalla tasca della felpa una provetta con dentro il sangue di Lexy.
io: questo è sangue di vampiro.
dall'altra mi sfilo la lametta che ho comprato.
io: e questo è il modo in cui morirò.
lui mi guarda impietrito.
D: no, non farlo. piccola ti prego. non sai quello che stai facendo.
io: lo so benissimo. voglio stare con te, è la mia scelta. è la cosa giusta da fare, per me.
apro la provetta e bevo il sangue.
D: non farlo. puoi ancora cambiare idea.
lo guardo negli occhi e vedo la paura, ha gli occhi lucidi e mi sta implorando di non farlo.
D: non hai pensato a cosa potrebbe succedere? tutte le emozioni sono amplificate, potresti non farcela. quando i tuoi moriranno, se non spegnerai i sentimenti ti ucciderai, e se spegnessi i sentimenti uccideresti delle persone. ti prego non farlo. non potrai mai avere una famiglia, dei bambini... piccola tornerò a Milano, starò con te, e fanculo il tempo, ma ti prego non farlo. non voglio essere la causa delle tue sofferenze.
sorrido malinconica.
io: lo sei già.
prendo la lametta e comincio a tracciare una linea orizzontale sul mio polso. urlo dal dolore e piango, ma continuo, ne vale la pena. poi, mentre il sangue mi sgorga dalle vene, passo all'altro braccio, tremando. dopo essermi tagliata anche l'altro polso guardo Damon, ha lo sguardo vuoto, sembra devastato e sta piangendo. il dolore ai polsi sta svanendo lentamente, comincio a non sentirmi più le braccia. prima di chiudere gli occhi e cadere a terra, sento l'urlo di Damon. un urlo pieno di dolore e lacrime. ma dovevo, lo so che dovevo. per me, per lui, per noi.SPAZIO AUTRICE:
ciao ragazzi! che ne dite di questo colpo di scena? so che questo capitolo è molto breve, ma è necessario per continuare la storia. vi prometto che il prossimo sarà più lungo.💓
ci vediamo!💋
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50 sfumature di Damon
FanfictionD: so di essere un grande stronzo. e anche tu hai tutto il diritto di pensarlo. ma lo sai che io ti... si blocca. io: che tu cosa? sta zitto. io: CHE TU COSA DAMON? Dico urlando. io: tu non ti sei mai spiegato, mai espresso. non mi dai mai modo di c...