capitolo 6

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Damon comincia ad essere sempre più presente nella mia vita, sembra che proprio non voglia lasciarmi andare. stare con lui è stupendo. mi ha fatto vedere come corre, la sua forza, e anche la guarigione istantanea. passiamo insieme la maggior parte del tempo. è diventato il mio migliore amico. con lui posso essere me stessa e raccontargli tutto.
a distrarmi dai miei pensieri è il campanello. vado ad aprire e c'è Damon.
io: ciao.
lo abbraccio.
D: ehi, hai davvero intenzione di uscire così?
mi guardo. ho un vestito nero attillato che mi arriva alle cosce.
io: ehm... si. che ha che non va?
D: sembri una prostituta. vai a vestirti!
io: ma Dio! Damon! so che ti piace fare il fratello maggiore, ma così stai esagerando. so badare a me stessa.
D: questo non lo metto in dubbio. ma stiamo andando in discoteca. è pieno di matti e gente ubriaca.
io: vedrai che saprò cavarmela. e poi, ci sei tu a difendermi, no?
dico sorridendo e uscendo di casa. alza gli occhi al cielo e mi segue. arriviamo in discoteca in poco tempo. andiamo subito in pista a ballare. ci divertiamo troppo. verso mezzanotte...
io: andiamo a prendere da bere?
D: ehm... si. ti raggiungo subito.
dice guardandosi intorno. lo guardo stranita ma non ci faccio caso e vado al bancone.
Barman: ehi bellissima. cosa posso fare per te?
io: una tequila grazie.
Barman: subito dolcezza.
in neanche due minuti torna con la mia tequila.
Barman: sei qui da sola tesoro?
dice appoggiandosi al bancone e avvicinandosi di più a me.
D: no, è qui con me.
dice sedendosi in parte a me.
D: provaci con qualche altra ragazza, fatti un giro.
dice soggiogandolo e lui si allontana.
io: Damon!
D: che c'è? ti stava dando fastidio e l'ho mandato via.
io: sei sempre il solito!
mando giù di colpo la tequila e poi mi alzo e mi allontano.
D: dove stai andando?
dice fermandomi.
io: in bagno. e lasciami.
dico incazzata liberandomi dalla sua presa. non aveva nessun diritto di soggiogare il barman. andava tutto bene, perché deve sempre rovinare tutto?
entro in bagno e mi risciacquo il viso. quando alzo la testa e mi guardo allo specchio, dietro di me c'è James. sussulto e mi giro di scatto.
io: cosa ci fai qui?
J: sono venuto per te.
io: lasciami in pace. non voglio avere a che fare con te.
faccio per andarmene ma lui mi prende il polso e lo stringe.
J: tu non vai proprio da nessuna parte tesoro.
io: mi stai facendo male.
mi sbatte al muro con forza e sento un dolore fortissimo alla schiena e urlo.
J: ora te ne farò di più.
si avvicina al mio collo e mostra i canini. poco dopo sento un dolore acuto al collo e provo una sensazione mai sentita prima, tutto il mio sangue si sta concentrando sul mio collo dove James lo sta bevendo. mi sento indebolita e fragile. urlo, più che posso. ma la musica di là è più forte e mi sovrasta. ad un certo punto sento la pelle strapparsi con violenza, vedo James cadere per terra, alzo lo sguardo e c'è Damon. cado sul pavimento freddo del bagno. ho un dolore allucinante al collo. guardo Damon che sta combattendo con se stesso per non succhiarmi il sangue dalla ferita.
D: ehi, piccola. resta con me.
lo vedo mordersi il polso e avvicinarlo alle mie labbra.
D: bevi, ti sentirai meglio.
faccio come dice, poi mi prende in braccio e mi porta in macchina. guida fino a casa, dove mi porta in camera mia e copre il morso con uno straccio.
io: ho bisogno di sedermi.
mi fa sedere sul letto.
D: hai bevuto troppo. non ti reggi in piedi.
io: Damon?
D: dimmi.
io: puoi togliermi il vestito? non ci riesco da sola, mi fa male tutto.
D: va bene.
mi alza e io mi aggrappo al suo collo per non cadere. mi mette le mani sulla schiena e comincia ad abbassare lentamente la zip. ci guardiamo negli occhi tutto il tempo. poi mi aiuta a mettere il pigiama e io mi sdraio sul letto ancora tutta dolorante. si siede in parte a me e mi fa appoggiare la testa sul suo petto.
D: come stai adesso?
io: il tuo amico mi ha sbattuto al muro con una forza sovrumana e mi ha succhiato quasi tutto il sangue che avevo in corpo. ma c'è gente che sta peggio, giusto?
D: devi aver preso una bella botta.
sbuffo per il doppio senso.
io: stupido.
sospira.
D: mi dispiace. non avrei dovuto lasciarti sola. è colpa mia. l'avevo anche visto, avrei dovuto capire che aveva cattive intenzioni.
io: shhh. non parlare. mi fa male la testa.
dico chiudendo gli occhi.
D: d'accordo.
sussurra.
D: forse dovrei andarmene ora...
dice verso le due.
io: no... ti prego. resta. voglio che rimani.
D: sicura?
annuisco.
D: allora aspetta.
mi appoggia delicatamente la testa sul cuscino e si toglie la maglietta e le scarpe, per poi entrare anche lui sotto le coperte. mi accoccolo al suo petto e lui mi stringe di più a se.
io: grazie.
sussurro. mi coccola per tutto il tempo. finché non mi addormento.

50 sfumature di DamonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora