capitolo 10

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Isa

mi sveglio con un gran male alla coscia, metabolizzo quello che è successo solo quando apro gli occhi. giro la testa e comincio a guardarmi intorno, non c'è nessuno.
sospiro e cerco di alzarmi ma mi fa troppo male la gamba e quindi riesco soltanto a mettermi seduta sul letto.
D: nononono. il dottore ha detto che devi stare a letto. non ti alzare.
alzo lo sguardo e c'è Damon. un'attimo fa non c'era. sorrido.
io: mi spaventi se appari così all'improvviso.
D: hai ragione, scusa. ma conoscendoti ti saresti fatta male.
dice aiutandomi a rimettermi a letto, alzandomi lo schienale.
io: ehi, non sono così impacciata!
dico tirandogli un pugno scherzoso sulla spalla.
ride.
io: ma dov'eri?
D: al bar.
io: e come facevi a sapere che mi stavo alzando?
con il dito mi fa segno al suo orecchio.
D: ti ho sentita.
annuisco.
D: stai meglio? ti fa male qualcosa?
faccio no con la testa.
io: la testa! ma quanto ho dormito?
D: un giorno e mezzo.
io: cosa? perché così tanto?
D: un po' per l'operazione che è stata lunga e un po' perché ti hanno imbottita di farmaci.
io: Gesù!
dico toccandomi la testa.
D: e la gamba? come va?
io: fa ancora un po' male.
D: l'infermiera mi ha detto che è normale. ne avrai ancora per qualche mese. ma tutto sommato ti è andata bene.
io: perché non mi hai dato il tuo sangue? ora non starei soffrendo così tanto!
dico esasperata.
D: non te ne serviva. saresti stata bene.
alzo gli occhi al cielo.
io: sei uno stronzo. ora dovrò stare dei mesi in convalescenza. ti odio!
D: ma se ami stare nel letto a poltrire!
io: sì, ma non con una gamba fuori uso!
ridiamo. sto ancora ridendo quando sento bussare alla porta, mi giro e c'è Daniel con un mazzo di fiori.
Daniel: si può?
gli sorrido.
io: certo, vieni.
guarda Damon e poi me.
D: vado a fare un giro. se ti serve aiuto urla.
dice baciandomi la fronte.
io: Damon...
lo rimprovero e lui esce.
Daniel: protettivo eh.
io: scusalo...
Daniel: tranquilla.
sorrido.
Daniel: questi sono per te.
mi porge i fiori.
io: grazie mille. ma non dovevi, davvero.
Daniel: si che dovevo. e tu come stai?
io: meglio, grazie.
Daniel: bene, sono contento per te.
gli sorrido e lui ricambia.
Daniel: beh, è meglio che vado. sono passato solo per salutare, e poi sarai stanca, ti lascio riposare. ci vediamo allora.
io: d'accordo. grazie per la visita, mi ha fatto piacere.
Daniel: anche a me. comunque nei fiori c'è un bigliettino, leggilo.
io: d'accordo.
mi bacia la guancia e poi se ne va. prendo i fiori e cerco il bigliettino, ma non riesco a leggerlo perché Damon appare subito. allora appoggio i fiori sul comodino.
D: che ti ha detto?
io: nulla in particolare. voleva solo sapere come stavo. pensavo stessi ascoltando.
D: no, non sono così stronzo. voglio lasciarti i tuoi spazi.
io: beh grazie.
nota i fiori sul comodino.
D: e questi?
io: me li ha portarti Daniel. carini vero?
alza gli occhi al cielo.
D: mi devo già preoccupare di James, non vorrei doverti proteggere anche da lui.
dice annusando i fiori.
io: non sarà un prob...
smetto di parlare quando vedo che Damon lancia i fiori per terra e starnutisce.
io: che cazzo fai?
dico incazzata, Daniel è stato gentile a portarmeli, solo perché è geloso non vuol dire che deve buttarli così.
D: verbena.
dice strofinandosi il naso con la manica della giacca.
io: cosa? no... è impossibile. Daniel non sa... io non gli ho detto nulla.
D: e invece è possibile.
io: aspetta, passameli.
li prende da terra facendo attenzione a mettere le mani solo sull'involucro attorno e me li passa. prendo il bigliettino e lo leggo.
"regalane uno anche a Damon, penso che gli piacerà. un bacio e buona guarigione.
-James"
io: cazzo.
lo leggo a Damon.
D: io lo ammazzo.
io: no! non è colpa sua, sarà stato soggiogato.
D: non parlavo di lui, ma di James.
io: ah..
D: tranquilla ok? qui non può farti nulla va bene?
io: e invece si. può soggiogare chiunque e anche se non ci riuscisse ucciderebbe.
D: ci sono io ok?
annuisco e lui mi bacia. gli sorrido.
io: grazie.
D: farei di tutto per te.
lo abbraccio e sospiro. non so proprio che farei senza di lui.
io: non te ne andare ok?
D: certo che no.
la sera arriva in fretta, alle otto mi portano la cena. sembrerà strano ma mi è sempre piaciuto il cibo dell'ospedale, è cucinato bene. mentre Damon si ordina una pizza.
io: lo fai solo per darmi fastidio.
dico facendogli una linguaggia.
D: in effetti è vero.
dice ridendo.
io: daiii, dammene solo un morso. un morsetto piccolo.
D: no, poi stai male e vomiti.
io: vabbè, ma sarò felice.
D: facciamo una cosa. ora tu mangi la tua pasta al sugo e bevi tutto, e quando uscirai da qui ti prometto che ti comprerò una pizza tutta per te.
io: ma io la voglio adesso, non dopo!
lui ride.
D: stai meglio vedo.
alzo gli occhi al cielo.
verso le dieci mi addormento.
mi sveglio di notte, mi giro e guardo la sveglia, sono le tre. mi rigiro e sulla poltroncina non c'è Damon, non mi preoccupo pensando che sia andato a bere qualcosa o a sgranchirsi le gambe. sospiro e sposto lo sguardo verso la finestra. trovo davanti a me James. comincio ad urlare.
mi sveglio tutta sudata, era solo un sogno. mi guardo intorno. Damon non c'è, prendo la bottiglietta sul comodino e bevo un po', poi mi lego i capelli in uno chignon disordinato.
...: hai caldo è?
mi giro di scatto e vedo James che mi sorride. non riesco neanche a scendere giù dal letto, che lui mi scaraventa contro il muro.
J: è così facile entrare nella tua mente.
dice facendo su e giù con le dita sul mio collo.
io: dov'è Damon?
J: ci ho pensato io. adesso siamo solo io e te.
io: vaffanculo.
lui ridacchia.
J: ti sono piaciuti i fiori tesoro?
io: non provare più a soggiogare Daniel, lui non c'entra proprio niente con questa storia. lascialo stare.
J: solo se tu mi fai assaggiare un altro po' del tuo sangue. è così dolce...
si morde il labbro inferiore e io lo guardo schifata.
J: ma certo, tu non puoi capire. sei così... viva. più sento il tuo sangue scorrerti nel corpo e più la voglia di assaggiarti aumenta.
io: perché non mi hai ancora uccisa? a cosa ti servo?
J: se ti volessi morta lo saresti già. ma con te ci devo ancora giocare un po'.
io: ma perché proprio me?
J: perché Damon ti ama.
io: perché ce l'hai su con Damon?
J: davvero vuoi saperlo?
annuisco.
J: d'accordo, ma ti avviso che cambierai idea su...
Damon lo strattona via e cominciano a picchiarsi. poi James se ne va. Damon corre subito da me e mi abbraccia.
D: stai bene? ti ha morsa?
io: sto... sto bene. dov'eri?
D: James deve aver soggiogato il barista notturno che mi ha messo la verbena nel caffè. ho capito dopo che si trattava di un suo trucco. mi dispiace, che ti ha fatto?
io: nulla. davvero. ora ho solo bisogno di dormire.
mi metto a letto.
io: resti qui con me?
annuisce e si mette a letto con me. mi stringe a se. nonostante questo non riesco a dormire per tutta la notte. continuo a pensare a cosa mi stava per dire James. cos'è che potrebbe farmi cambiare idea su Damon? cosa c'è che non so? queste domande di tormentano la testa fino alla mattina.
D: buongiorno.
dice verso le sette del mattino.
io: buongiorno.
D: la tua gamba tutto bene?
annuisco. Damon si alza e comincia a cambiarsi. io lo guardo cercando di capire cosa possa non avermi detto. in quel momento entra l'infermiera con la colazione. quando vede Damon si blocca e lo guarda come fosse un dio. io la guardo basita. quando si accorge che la sto fissando si ricompone e mi finge un sorriso.
Inf: questa è la colazione.
io: ci vedo benissimo, grazie.
lei rimane lì senza saper dire nulla.
Damon mi guarda male e poi si rivolge a lei.
D: grazie mille. gliela faccio mangiare tutta.
l'infermiera comincia a sorridere come un'ebete guardandogli il petto. e se ne va quando Damon viene verso di me.
D: perché ti comporti così? cercava di essere gentile.
io: ma sei ceco? ti stava fissando ok? ti mangiava con gli occhi.
D: e con ciò?
io: e con ciò mi da fastidio.
D: tanto sono solo tuo.
mi bacia.
io: in ogni caso potevi metterti una maglietta vedendo che entrava.
D: eddai, sai che mi piace mettermi in mostra.
lo guardo male. allora se le sta proprio cercando. mi incazzo e scendo dal letto.
D: dove vai? potresti farti male.
io: lasciami stare.
mi trascino in bagno e poi mi chiudo dentro. che stronzo. "mi piace mettermi in mostra", pff...
comincia a bussare alla porta.
D: dai, piccola. scherzavo. apri.
io: vattene.
D: no. aprimi.
non gli rispondo e vado verso il lavandino, ma il pavimento è bagnato e scivolo cadendo. sentendo il rumore, Damon butta giù la porta e mi prende in braccio a mo di principessa e mi porta a letto.
io: non dovevi aiutarmi, ce l'avrei fatta da sola.
sospira.
D: nessuno ce la fa mai da solo.
mi giro dall'altra parte per non guardarlo.
D: piccola, ho sbagliato. non le dovevo dire quelle cose. scusami.
mi giro e lo guardo negli occhi.
io: come fai a stare insieme ad una come me? mi incazzo per nulla e ti urlo contro.
D: lo fai perché hai paura di perdermi. anch'io ce l'ho.
mi accarezza la guancia e io gli sorrido.
D: ah.. Bonnie ha detto che passerà nel pomeriggio.
io: va bene.
D: adesso però mangia qualcosa.
dice guardando il vassoio della colazione. io annuisco e lo tiro verso di me.
verso le tre arrivano Bonnie e Stefan e chiacchieriamo fino a sera. amo stare in loro compagnia, rendono sempre le cose più facili, più divertenti. mi fanno sentire a bene, mi fanno sentire a casa.

SPAZIO AUTRICE:
ehi, avrete notato che non posto regolarmente, questo a causa del fatto che non voglio prendere nessun impegno. quando mi va scrivo, quando non mi va non lo faccio. non voglio che questa mia passione diventi un obbligo, vorrei che restasse uno svago per scappare dal mondo reale capite? detto questo, non preoccupatevi che posto sicuro almeno una volta a settimana. baci, alla prossima🙃💋

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