Capitolo 1

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Capitolo 1.

Savannah PDV.

Finalmente. Non riesco ancora a crederci di essere qua, nel mio nuovo appartamento a Parigi. Domani ci sarà il mio primo giorno alla Madison, il lavoro che ho sempre desiderato sin da quando ero bambina. Ho sempre adorato disegnare vestiti e sognavo che un giorno avrei potuto lavorare alla Madison, che è uno dei luoghi migliori per sfondare nel mondo della moda , e sapere che mi hanno assunta è un onore che mi fa sentire importante per la prima volta nella mia vita. Parigi, wow, Parigi l'ho sempre vista come il tempio della moda, e ora che sono qui, il ricordo di me a 12 anni mentre fantasticavo su di me qua, mi fa rabbrividire.

Dove vivevo prima era abbastanza noioso. La vita all'HCU (Holmes Chapel University ) non era affatto facile, anzi, non vedevo l'ora di andarmene. C'era un ragazzo alla HCU che notavo più degli altri. Era sempre li che mi fissava; in classe, in mensa e anche quando tornavo a casa. Per un periodo ho anche avuto paura ad uscire di casa, pensavo fosse uno stalker o qualcosa del genere, che sciocca che sono. Quasi rido al ricordo di quel ragazzo riccioluto seduto all'ultimo banco con quei suoi occhi verdi che mi fissavano durante l'ora di arte. A volte arrossivo perchè mi imbarazzava il fatto che mi vedesse tutta sporca di pittura sul viso. Sono stata cresciuta con mia madre che mi voleva sempre con un aspetto favoloso e sobrio, ora che ci penso non ho mai usato una gonna che non fosse nera o grigia e che non arrivasse al di sopra delle ginocchia. Questo mi sorprende visto il fatto che ora lavoro per la marca più famosa nel mondo della moda. Ad ogni modo, il ragazzo tanto cupo che mi fissava sempre, si chiamava Harry, Harry Styles credo. Siamo sempre stati a scuola insieme da quel che mi ricordo ma non abbiamo mai stretto amicizia. A scuola lo temevano tutti, anche se non era quel genere di ragazzo che andava in giro a picchiare persone, almeno quando non era ubriaco, ma a parte quello, era un tipo chiuso e riservato che preferiva restarsene da solo a scrivere appunti su un block-notes rosso, piuttosto che uscire ed andare a delle monotone feste universitarie il mercoledì sera. Mi sorprende il fatto che io sappia più cose di lui di quanto immaginassi, ovvero so che ha diversi tatuaggi. So che ha dei tatuaggi perché una volta, passando per lo spogliatoio maschile, la porta era aperta e intravidi il suo corpo perfetto macchiato con dell'inchiostro nero. Quello che notai di più fu il tatuaggio a forma di farfalla sul suo petto. Ho sempre odiato le farfalle ma da quel giorno, ci ho trovato un non so che di affascinante in loro.

Comunque è da quando sono uscita dall'università che non lo vedo ed è la prima volta che mi trovo a pensare a lui dopo tanto tempo. Insomma, ho 22 anni, e devo smetterla di comportarmi come una quindicenne in preda agli ormoni della crescita. Ora però devo davvero dormire altrimenti domani mattina non mi sveglio più!

...

Sono le sei meno un quarto e la sveglia dovrebbe suonare tra quindici minuti, solo che io per qualche strano motivo mi sono svegliata prima. Questa notte ho dormito veramente pochissimo, spero di non avere un aspetto spaventoso per il mio primo giorno di lavoro. Ho ancora quindici minuti per ripensare a cosa ho sognato questa notte e appuntarmelo sul mio 'Quaderno dei sogni'. Eh già, questa è una mia abitudine da quando avevo dieci anni. Mio padre, prima di morire, lo faceva con me. All'inizio la trovavo una cosa noiosa, ma dalla sua morte, ho iniziato a farlo ogni mattina quando mi svegliavo perché in qualche modo lo sentivo più vicino. Tralasciando questo doloroso ricordo, afferrai una penna e scrissi sulla carta: Harry. Questa notte per qualche strano motivo l'ho sognato. Ero a lezione di biologia e lui era al suo solito banco che mi fissava. Lo vedevo diverso dal solito, lo vedevo sotto un'altra luce. Sembrava più vicino a me di quanto lo era di solito. Le uniche parole che ci siamo scambiati erano "bello il tuo block-notes" e io, quasi sorpresa risposi "grazie anche il tuo".

Dopo aver posato la penna sul comodino, mi alzai dal letto e mi misi le pantofole. Camminai pesantemente verso il bagno del mio nuovo appartamento, che è più bello di quanto immaginassi, e aprii l'acqua della doccia. Mi spogliai ed entrai. L'acqua calda mi avvolgeva il corpo e lo riscaldava, quasi lo rilassava. Dopo essermi sciacquata per bene ed asciugata, mi vestii. Presi uno dei mie soliti maglioni e dei jeans non troppo attillati. Non volevo dare l'impressione di essere una ragazza facile il mio primo giorno di lavoro. Dopo essermi infilata le mie scarpe da ginnastica, mangiai una mela e mi lavai i denti in fretta e furia. Grandioso, ero già in ritardo al mio primo giorno di lavoro.

...

Grazie al cielo non c'era traffico e arrivo in ufficio circa in cinque minuti. Davanti a me c'era un edificio grigio, molto alto, con una grossa scritta davanti. Entro dalla porta principale, che è difficile da non notare visto che è gigante, fatta di cristallo, tappezzata di scritte oro: 'Madison'. Appena entro, un uomo alto e bello, mi viene incontro, tenendo in mano una tazza di caffè. Si avvicina e mi dice "Salve, lei deve essere la signorina Evans. Benvenuta alla Madison, io sono il signor Farrel!". In quel momento mi brillarono gli occhi, non riuscivo a crederci. Appena ritornai alla realtà lo ringraziai e dopodiché mi scortò al mio ufficio. Era molto lussuoso ed elegante, molto più grande di quanto mi aspettassi e c'era un delizioso odore di vaniglia che riempiva l'aria. "Grazie mille per tutto questo" lo ringraziai nuovamente.

"Si figuri, se lo è meritato" mi rispose con tono gentile. "Inizierà a lavorare domani, per oggi può restare qua a dare un'occhiata in giro o tornare a casa, decida lei. Arrivederci" Aggiunse sorridendo.

Io ricambiai il sorriso e risposi "A domani signor Farrel."

Appena uscì dalla porta, lasciai un sospiro di sollievo, che non sapevo nemmeno di aver trattenuto. Sopra la mia spaziosa scrivania di cristallo, c'era una targhetta d'oro con il mio cognome sopra. Le pareti erano di un grigio chiarissimo, molto vicino al bianco. C'era un piccolo lampadario argentato sopra la mia testa, forse un po' troppo scintillante, però era carino. Appoggiai la borsa sulla sedia bianca vicino al tavolo e aprii la porta, per andare a visitare quello che sarebbe diventato il mio nuovo posto di lavoro. Tirai fuori il cellulare dalla tasca per chiamare mia madre e raccontarle di come era bello il mio nuovo ufficio. Appena uscii dalla porta, il mio cuore mi salì in gola e il cellulare cascò a terra.

"Non può essere". Dissi tra me e me quasi sussurrandolo, con un sorrisetto idiota stampato in faccia.

(Ciao ragazzi! Volevo solo informarvi che Savannah viene interpretata da Jessica Stroup e il signor Farrel da Bradley Cooper. Cercherò di aggiornare circa tre o quattro volte alla settimana. Buon proseguimento J )

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