Capitolo 17

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Capitolo 17.

Savannah PDV.

Lo definì magico perché effettivamente era così. Non era come andare a letto con un qualunque altro ragazzo. Harry non mi faceva affatto vergognare di mettere in mostra il mio corpo, anzi, mi faceva voglia di esporlo. Mi faceva sentire donna.

"A cosa pensi?" Interruppe i miei pensieri.

Mi voltai su un fianco, così da essere rivolta verso di lui.

"Nulla" risposi sorridendo.

"Meglio così piccola, pensare troppo fa male." Rispose indietro, dandomi uno dei suoi soliti baci sulla fronte.

Ci fu un attimo di silenzio, nel quale entrambi ci guardammo negli occhi, ma per evitare di perdermi dentro quel prato verde, distolsi lo sguardo.

Volevo scherzare un po', giusto per sentirlo ridere.

Lo guardai di nuovo ed iniziai a canticchiare "and i'm in love with you" dopo quelle parole, il mio dito si diresse verso il suo amichetto "and all YOUR little things" cambiai le parole della canzone, giusto per fargli capire cosa volevo intendere.

A quelle mie parole e a quel mio gesto, Harry mi afferrò il polso e mi guardò a bocca aperta senza dire una parola.

"Brutta stronza" disse ridendomi addosso.

"Non ti lamentavi di sicuro prima, quando quei gemiti uscirono dalle tue labbra. In effetti, forse è la tua troppo pic..."

"HARRY! Ok ok era per scherzare" Non risi mai così tanto.

"Sei tu che hai iniziato" Mi indicò con il dito , come per darmi la colpa.

"Si, è tardi e sto dando di matto." Era veramente tardi, e il giorno dopo avrei dovuto lavorare. Beh, avremmo dovuto ma Harry non fa molto in ufficio.

"È tardi dormiamo" Mi sussurrò nell'orecchio, come se mi avesse letto nel pensiero.

"Già, domani mattina passiamo da te così ti vesti?"

"No tranquilla, vado così" rispose tranquillamente, probabilmente già sul punto di crollare nel sonno.

Feci una piccola risatina prima di voltarmi di nuovo sulla schiena e dormire.

...

Iniziai ad odiare quella sveglia. Troppo forte. Troppo presto. Troppo da me, e non mi piaceva più.

Harry PDV.

"Mmmm" Dei lamenti uscirono dalla mia bocca, perché cazzo avrebbe dovuto svegliarsi così presto? Bisognava essere a lavoro in non prima di due ore.

"Ok, ho capito, ti lasciò dormire un'altra oretta. Ci vediamo la." Disse con gentilezza dopo aver sentito il suono che uscì dalle mie labbra.

La afferrai il braccio, quasi di scatto. Adoravo come la sua pelle sembrasse così perfetta e morbida sotto il mio tocco.

"No, vengo con te."

Non l'avrei mai lasciata andare da nessuna parte da sola. Questa città è pericolosa, d'altronde come il resto delle altre città, ma io ne avevo più conoscenza e lei non sarebbe andata da nessuna parte. Senza di me. Ovviamente.

"Va bene dormiglione".

...

Arrivammo in ufficio con la mia auto, la mia grandiosa e lussuosissima auto. Appena entrammo insieme, tutte le troiette o meglio, tutte le troiette-dipendenti, incominciarono a fissarci.

"Beh?" Dissi. Tutte si girarono, ed iniziai a sentirle bisbigliare.

'Se solo hanno messo Sav in imbarazzo giuro che..non voglio nemmeno pensarci. Sono donne quelle, non uomini. Harry calmati.' Sembrò come se i miei pensieri parlassero.

Sentì un colpetto al braccio.

"Non essere scortese" disse tirandomi un'occhiataccia. Era più bassa di me di una decina di centimetri, perciò dovetti abbassare la testa per darle un bacio e farla tacere.

"A dopo, bellissima." Dissi sorridendo.

"A dopo, ma non metterti nei guai mentre non ci sono." Mi ordinò.

"Certamente mammina." Risposi, ridacchiando tra me e me, mentre mi avviavo per il corridoio.

Secrets - Le cose che non saiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora