Capitolo 19

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Capitolo 19.

*FLASHBACK*

"Harry sei solo un peso, è colpa tua se adesso mamma sta così! Non lo capisci? Devi starle accanto. Lei ha bisogno di te Harry, apri gli occhi! Il mondo non gira solo intorno a te. Anche gli altri hanno un cuore e provano emozioni. Non fai altro che stare zitto tutto il giorno, scrivi e scrivi su quel quaderno senza nemmeno accorgerti di ciò che accade intorno. Non importa se adesso papá non c'è. L'uomo di casa dovevi essere tu. Io non ce la faccio da sola Harry." Mi urlò mia sorella Gemma quella sera.

Pioveva e in casa regnava il silenzio. L'unica cosa udibile erano i singhiozzi di mia madre che provenivano dalla stanza affianco e le urla di mia sorella. Io non provavo nulla, a parte ribrezzo e disgusto verso quell'uomo che ci aveva appena lasciati soli.

"Io non voglio più avere a che fare con voi! Siete una famiglia di merda, lasciatemi stare!" Le parole uscirono da sole dalla mia bocca, senza che la mia testa desse il consenso.

"È questo che vuoi Harry? Lasciarci? Proprio come ha fatto papà? Bene! Allora sparisci, non voglio più vederti" mi sentii il cuore lacerarsi. "Sparisci ho detto."

Senza dire alcuna parola, riempii un borsone con i miei vestiti ed uscii di casa. Presi il cellulare e chiamai l'unico amico che avevo. Non era una persona d'oro, affatto, era la persona meno affidabile e meno brava a questo mondo, ma non avevo un posto in cui andare.

"Ehi Styles, dimmi tutto" Disse.

"Andrew, ho bisogno di un luogo in cui stare. Posso dormire da te per..un po' di giorni?"

"Non so uomo, qui c'è un via e vai di ragazze, non so se mi spiego." Sentii delle risatine frivole di sottofondo.

"Ti prego." Lo supplicai.

"Si credo che vada bene, ci vediamo dopo"

Riattaccai e chiamai un taxi.

In dieci minuti arrivai a casa di Andrew.

Andrew non abitava con i genitori, era di qualche anno più grande di me ed aveva una casa propria.

Entrai dalla porta d'ingresso, che era mezza spalancata. C'era puzza di alcol e la musica era altissima. C'erano un sacco di persone e le ragazze giravano mezze nude. Un odore di erba mi riempì le narici.

"Amico, ci hai messo pochissimo!" Disse Andrew, barcollando verso di me.

"Già..vado nella camera degli ospiti. A domani, e grazie."

Era troppo fatto per rispondere, perciò si precipitò sul divano ed iniziò a provarci con una biondina in biancheria intima.

Mi diressi verso la stanza che era al secondo piano.

Appena aprii la porta, vidi una ragazza distesa sopra ad un ragazzo. Non si capiva molto bene cosa stessero facendo ma ciò non cambiava le cose.

"Uscite di qua idioti." Gli obbligai.

Uscirono di corsa, e appena lo fecero, chiusi la porta a chiave. Mi distesi sul letto e mi addormentai.

*FINE DEL FLASHBACK*

"Harry io non pensavo.." Sav abbassò lo sguardo.

In quel momento non ebbi la forza di guardarla negli occhi, perché sapevo benissimo che stava soffrendo quanto me.

"Da quanto?" Chiese.

"Da quanto cosa?"

"Da quanto non vi parlate?" Aggiunse.

"Da 4 anni, circa." Il fatto che passarono 4 anni mi fece schifo.

"4? Harry sono tantissimi. E che ne dici dei vestiti di tua sorella? Sono a casa tua."

"Si beh, quella casa era di mio padre. Non era mai a casa. Era sempre qua, diceva che era per lavoro ma chi ci ha mai creduto? Probabilmente usava questa casa solamente per tradire mia madre. A volte venivamo qui in vacanza, e questo spiega i vestiti di mia sorella. Quando ti ho detto che se li era dimenticati quando era venuta a trovarmi, beh mentivo. Comunque non importa, l'unica cosa che mi interessa è che ora questa casa è mia, mio padre me l'ha lasciata. È il minimo che poteva fare. Fine della discussione." Non mi sentii di continuare. Era doloroso, per quanto lo negassi agli altri e a me stesso.

"Harry te lo confesso, vorrei tanto aiutarti ma tu non me lo permetti. Hai sempre paura di dire troppo anche se sai che a me puoi dire tutto. Apriti qualche volta, io sono sempre qui per te." Mi abbracciò qualche secondo dopo.

"Tu non capiresti." Dissi senza pensarci due volte.

Lei si staccò immediatamente da me.

"Non capisco? Harry, mia madre ed io non abbiamo più un rapporto dalla morte di mio padre. Per quanto mi preme dirlo, ci soffro ancora tantissimo, e sono passati tanti anni da quando non c'è più. Tu puoi ancora recuperare i rapporti con entrambi, io gli ho persi tutti e due. Ho parlato a mia madre una sola volta da quando sono qua è sinceramente non ho voglia di farlo più. È da anni ormai che è fredda e non mi tratta più come se fossi sua figlia. Sono grande ormai, ma i genitori servono sempre."

Amavo Savannah, ma in quel momento non riuscivo a ragionare.

"Non è la stessa cosa." Ero freddo.

"Non è la stessa cosa? Harry svegliati fuori. Io sono qui da anni che soffro per una perdita mentre tu stai male inutilmente. Potresti presentarti da loro e sono sicura che ti accoglierebbero a braccia aperte! Sei solo orgoglioso, ecco cosa c'è. Sappi che ci sono persone che stanno peggio. Quand'è che te ne accorgerai?"

Senza una sola parola, tirai un pugno sulla scrivania, e una decina di fogli insieme al porta penna cascarono a terra.

Sav si spaventò e sobbalzò in piedi.

I suoi occhi iniziarono a bagnarsi, e corse fuori dall'ufficio.

Prima che potessi raggiungerla, la sua amichetta bionda entrò dalla porta.

"Qualche problema?" La sua voce era straziante.

"E levati". Non riuscì ad essere più cortese. Era il massimo che potessi fare in quel momento.

Savannah PDV.

Mentre entrai in macchina, mi morsi il labbro inferiore per trattenere le lacrime, ma non durò molto. Le mie guance si bagnarono, proprio come i vetri della macchina per via della pioggia. Accesi il motore e mi diressi verso casa. Il viaggio mi sembrò eterno. Le lacrime non si placarono e sembrò come se mi stessero consumando le guance.

Entrai in casa e mi diressi verso il bagno.

Aprii la piccola dispensa dietro lo specchio e tirai fuori le mie pillole. Mentre cercai di togliere il coperchio, mi cascarono a terra.

"Cazzo!" Urlai, cadendo sulle mie stesse ginocchia.

Non seppi più se erano lacrime per Harry, per mio padre, o per il disastro che ero diventata.

Secrets - Le cose che non saiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora