Oi kau kala, e hana i ola honua

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Ronnie girovagò a lungo per l'isola, con il piccolo Marowak in braccio, per scoprire a chi quell'esserino appartenesse.

Giunse in una fitta foresta tropicale, deserta, silenziosa, oscura.
Non vi erano fiori, nè cespugli rigogliosi. La natura sembrava morire. 
Litten zampettava, cercando di mostrarsi impassibile, anche se in realtà nel suo piccolo cuoricino ribolliva un'ansia dirompente.
Anche Marowak, tremava come una fogliolina mossa dal gelido vento autunnale. 
Per essere in un'isola tropicale il clima sembrava rimandare proprio all'autunno, cosa che fece venire a Ronnie la pelle d'oca.
La ragazza si guardava intorno, sconcertata ed impaurita. Sia lei che i suoi piccoli amici erano terrorizzati nonostante non lo dessero a vedere. 
"Ce la faremo, piccolo. Troveremo la tua casa, non penso manchi molto...spero."
Detto ciò, cominciò nuovamente a cantare per liberare la mente dalla paura.
La meravigliosa voce di Ronnie riempì il luogo desolato come una ventata d'aria vitale. 
Il Marowak si accoccolò al petto della ragazza, mentre si faceva cullare dalla sua voce e dai battiti del suo cuore, riuscendo a calmarsi completamente.

Litten che camminava di fianco alla ragazza, sembrò riacquistare quella sicurezza che aveva perso entrando nell'orribile luogo. 
La voce di Ronnie sembrava proprio essere qualcosa di magico, poiché anche l'aria attorno non era più così fredda.

Improvvisamente una luce in lontananza.
Era forse l'uscita della foresta?
Quando però la ragazza si avvicinò alla sorgente di luce si rese conto che in realtà era una figura umana vestita di bianco.

Era un'anziana signora, che camminava reggendosi ad un bastone.
"Tu, ragazza mia." Ronnie alzò le sopracciglia "Tu, ragazza mia, hai un dono. La tua voce è qualcosa che le mie vecchissime orecchie non hanno mai sentito in tutta la mia lunga vita. E sono sicura che non solo è bella da sentire, ma è molto di più." disse la vecchia saggia, ad una Ronnie incredula e confusa.

"Ma quel piccolo Marowak che tieni in braccio lo conosco..."
"Veramente, l'ho trovato qualche sentiero più indietro, si era perso, lo sto riportando al suo proprietario, e il problema è che non ho la minima idea di chi sia...è suo per caso?" chiese Ronnie, titubante, porgendo il pokèmon alla donna.
"Quel piccolo non appartiene a me, ma a mio nipote. Sembri una persona nuova, vieni per caso da un'altra isola?"
La ragazza annuì: "Sì, vengo da Poni."
Negli occhi della vecchia passò un'ombra. Aveva capito tutto quanto con uno sguardo.

"Ti ringrazio per aver aiutato il piccolo Marowak. Se vieni con me, ti ospiterò a casa mia. Potrai restare quanto vuoi. Inoltre credo proprio che io e te dobbiamo parlarci, bambina mia. Io leggo le persone e sono fermamente convinta che tu abbia veramente qualcosa di speciale."
Le due si incamminarono per uscire dalla foresta.
Non ci volle molto, ma dopo quelle che parvero miglia giunsero in un villaggio che ricordava vagamente una fattoria.
Era la cittadina di Ohana.
La vecchia guidò la ragazza fino alla sua abitazione: una bellissima casa di campagna, in mezzo ad un enorme prato dal quale si scorgeva il mare in lontananza.
Marowak scese dalle braccia di Ronnie e corse verso i cespugli che portavano al prato.
La ragazza, spaventatasi, lo seguì:
"Marowak, fermo! Dove vai??!"
La vecchia l'avvertì: "Credo stia andando da mio nipote, tranquilla!" ma Ronnie non la sentì, impegnata com'era a rincorrere l'animaletto.
Infatti di lì a poco si presentò il proprietario del pokèmon.
"Marowak, ma dov'eri finito..?" si bloccò improvvisamente.
Ronnie alzò gli occhi e arrossì fino alla punta del naso.
"Kiawe?" urlò, scioccata.
Il ragazzo rimase bloccato. 
"Vi conoscete già?" chiese la vecchia donna.
Nessuno dei due rispose, ma rimasero a fissarsi l'un l'altra.
Non ci furono parole. Ronnie tornò a sentire uno strano formicolìo nello stomaco, e Kiawe rimase interdetto nel vedere la ragazza alla quale credeva di aver detto addio qualche giorno prima.
Il tempo per entrambi si era fermato. 
"A-allora il Marowak è tuo?" chiese Ronnie timidamente.
Kiawe parve riprendersi dallo shock: "Sì, sì è lui! Fa sempre così, spesso scappa...però è strano...di solito torna, stamattina ci ha messo tantissimo..." balbettò.
Prese Marowak in braccio, e quest'ultimo gli si appollaiò sulla spalla.
"Grazie, Ronnie..." sorrise Kiawe.
La ragazza divenne rossa come gli ibischi della sua isola "Ma cosa ci sei venuta a fare ad Akala? Pensavo non potessi spostarti da Poni..."
"Beh, alla fine ho preso coraggio...e credimi ma mi divorava troppo sapere cosa sta succedendo nella tua isola..."
A Kiawe si oscurò il viso.

"...perché mi preoccupavo, nonostante io e gli abitanti di Poni siamo stati derubati dalle vostre genti, ho pensato che una carestia è sempre una carestia..."
"Ronnie, basta così, ti prego..." la interruppe lui.
Sì avvicinò a lei la vecchia saggia: "Ronnie è una ragazza d'oro, nipote mio. Lei potrebbe salvare Akala."
Ronnie ebbe un singulto.
"Nonna, cosa stai dicendo? È selvaggia ma è indifesa, è una responsabilità grossa questa, lo sarebbe anche per me!" urlò Kiawe "Non lascerò che si metta in pericolo, non voglio che niente e nessuno le faccia del male!"
La nonna sospirò.
"Nipote caro, tu hai un grosso difetto. Spesso e volentieri sottovaluti le persone. Cerca di correggerti, altrimenti il tuo viaggio nella vita sarà complicato." Kiawe sospirò a sua volta, offeso.

L'anziana donna aprì la porta per entrare in casa: "Ronnie, sei la benvenuta qui ad Ohana. E visto che conosci già mio nipote, è il caso che ti aiuti a fare conoscenza con le tradizioni del luogo." ridacchiò "Magari riuscite anche a fare amicizia!".
"Vuoi dire che resterà qui per la notte, nonna?" chiese Kiawe, turbato in viso.
"Può restare quanto vuole."
Il ragazzo cambiò espressione. Sì sentì quasi sollevato, come se lui stesso volesse che Ronnie restasse ad Ohana.
La nonna entrò in casa chiudendo la porta.
Kiawe si voltò verso Ronnie, porgendole la mano.
"Vieni?"

Aloha Aku No, Aloha Mai No - Pokemon Sun&MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora