Ua ola loko i ke aloha

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Quella notte Ronnie venne svegliata da un tonfo.
Proveniva dall'esterno. 
Aprì gli occhi di scatto, e credette di stare sognando, poiché girandosi vide Kiawe dormire beatamente, in posizione supina, poggiando il braccio attorno alla testa.
Ma il tonfo si fece sentire nuovamente, il che fece sobbalzare Ronnie. 
Il tonfo proveniva sì, dall'esterno, ma sembrava aver cambiato direzione, infatti pareva provenire dal tetto. 
Ronnie scivolò lentamente fuori dalle coperte, accertandosi di non fare il minimo rumore.
Era quasi sicura comunque, che a causare il tonfo sul tetto altri non fosse che il suo piccolo Litten, sicuramente alle prese con qualche solita avventura notturna.
La ragazza decise comunque di controllare, e, uscita di casa, ne fece il giro, a passo felpato.
Da lontano, scorse qualcosa sul tetto.
Non era Litten, e nemmeno Lapras, che dormiva beatamente sulla spiaggia accanto.
Era la nonna di Kiawe.
Allarmata, Ronnie si arrampicò sull'albero di palma accanto alla casa, per poi raggiungere il tetto tramite il ramo più lungo.
"Nonna, cosa ci fai qui?" le chiese la ragazza.
L'anziana signora fece segno a Ronnie di sedersi accanto a lei.
"Ti devo parlare, bimba mia." le disse in tono cospiratore.
Ronnie si sedette, confusa.
La nonna la guardò negli occhi.
"Ti ho vista danzare ieri sera, e nonostante in tutta Alola ci siano ballerini bravissimi, tu hai veramente un modo particolare di farlo. Sembra quasi che tu voglia diventare parte del mare. E ci credo. Vedo anche come il mare si comporta con te. Tu segui le sue onde, e quasi diventi un tutt'uno. E credimi, non ho mai visto qualcuno parlare con le acque di Alola come fai tu. Sì, perché tu parli con il mare. Tu gli parli, lui ti capisce, e ti ascolta."
Ronnie guardava la Nonna, con gli occhi pieni di lacrime.
Dopo tutto quel tempo in cui era stata definita come "matta" per il suo legame con il mare, qualcuno era riuscito a capire i suoi sentimenti verso la danza, le acque e la luce che le colorava.
"È stato come quando ti ho sentita cantare. La tua voce non è solo bella, ma penso che abbia anche qualche forza particolare. Ricordi come il Marowak di mio nipote si è avvicinato a te? Non è un pokèmon semplice da avvicinare all'essere umano...ma tu, tu ci sei riuscita. Tu hai un dono, Ronnie, tu sei speciale. È per questo che io credo che tu possa salvare Akala."
La ragazza sussultò.
"...io?"
Tra le due ci fu un lungo sguardo.
"Noi gente di Akala eravamo protetti da un pokèmon speciale, di nome Tapu Lele." le pupille di Ronnie si dilatarono. "Come ben saprai, ogni isola di Alola ha un protettore. Tapu Lele vegliava su tutta la nostra isola, la faceva fiorire di tutto ciò che serviva alla nostra popolazione per vivere. Da un po' di tempo, Tapu Lele non si è più visto. E il vulcano, da sempre addormentato, fa tremare la terra, facendo crollare piantagioni ed edifici, e si racconta che un giorno si sveglierà, causando la più grande catastrofe per Akala."
La ragazza sobbalzò: "E...e c'è una soluzione?"
"Solo Tapu Lele potrebbe porre fine a questo marasma, bambina mia. E sono sicura che tu sapresti evocarlo."
Ronnie rimase in silenzio.
L'anziana donna iniziò a scendere dal tetto, appoggiandosi al suo bastone: "A proposito...te l'ho detto che mio nipote ha un grande talento per la danza?"
"Che cosa? Kiawe sa ballare?"
"Ma certo, praticava le antiche danze tribali sul vulcano. Ma ora non può più farlo. I suoi movimenti mi hanno sempre ricordato l'irruenza e l'energia del fuoco. La sua energia non ce l'ha proprio nessuno, nemmeno i più bravi danzatori tribali di Alola..."
Ronnie non si mosse dal tetto, rimase seduta, ancora sconcertata da tutto ciò che la Nonna le aveva detto.
Lei sarebbe riuscita a salvare Akala? E come?
Era solo una ragazza di diciannove anni che da tutta la sua vita bramava la libertà, e tutta la sua sete di esplorare il mondo al di fuori della sua isola l'aveva portata a dover affrontare una missione più grande di lei, per la quale neanche sapeva come agire.
E poi c'era Kiawe. Il bellissimo ragazzo che lei aveva attaccato quando era sbarcato a Poni.
Probabilmente il motivo che l'aveva spinta a intraprendere quel viaggio strano era proprio per rivedere lui. 
E il destino aveva voluto che si incontrassero nuovamente.
E poi, quel formicolìo allo stomaco che lei provava in sua presenza, quella sensazione di dolce rosa caldo e sciolto che lei associava alla felicità.
E poi il suo profumo.
Le sue mani grandi e scure, che stringevano le sue, candide e minute.
Kiawe provocava una bufera nell'anima di Ronnie. Un mare in tempesta, un'uragano, un temporale. Tutto dentro di lei faceva confusione quando aveva Kiawe accanto.
Cos'era quella guerra tra cuore e cervello?


Aloha Aku No, Aloha Mai No - Pokemon Sun&MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora