Mau Loa

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Ronnie era su quel tetto da ore ormai, immersa nei suoi pensieri.
Guardava il cielo stellato e la linea che lo adagiava sul mare.
Forse aveva capito cosa significava tutto quell'uragano di emozioni nei confronti di Kiawe, ma non ne era sicura.
Non ne era sicura perché un ragazzo come lui non sembrava proprio provare emozioni, a volte, duro e tenebroso com'era.
Eppure nella mente di lei danzava sempre il ricordo del loro incontro a Poni. Il modo in cui si erano ritrovati a guardarsi negli occhi, le sue braccia scure che la proteggevano dai soldati di Akala, le sue mani che le stringevano i polsi nel tentativo di non lasciarla andare...
I suoi occhi si riempirono di lacrime, era confusa, stressata, frustrata.
"Cosa stai facendo alle mie emozioni?" sussurrò Ronnie a un ipotetico Kiawe che non era accanto a lei in quel momento.

Nella stanza, d'improvviso, Kiawe si svegliò. Allungò la mano alla sua sinistra, cercando Ronnie, ma il lato del suo letto era vuoto.
Si spostò verso il cuscino dove lei dormiva e alle sue narici giunse il caratteristico odore di ibisco e brezza marina della pelle di lei, che aveva lasciato su quelle lenzuola come un segno.
Toccò lo spazio vuoto. Era ancora caldo, il che fece provare a Kiawe una strana sensazione, quasi si fosse intenerito.
Pensò, a quanto strano lui si sentisse in presenza di Ronnie. Non era più il solito ragazzo tenebroso e pieno di sè.
Per la prima volta si accorse di essere diventato molto protettivo, quasi come un genitore, nei confronti della ragazza. Era confuso.
Non aveva mai provato quelle strane emozioni tutte mescolate assieme in tutta la sua vita. Immergendosi ancora di più nei suoi pensieri, si accorse che per tutti quei giorni, da quando aveva incontrato Ronnie per la prima volta, ne aveva sentito molto la mancanza, una volta lasciata l'isola di Poni.
Pensò a lei, al suo viso candido, ai suoi capelli neri e lunghi, alle sue piccole orecchie delicate come conchiglie.
Le sue minuscole e leggere fossette sulle guance che comparivano quando rideva.
I suoi occhi languidi quando era triste.
Che diventavano enormi e scuri quando aveva paura.
Il suo sorriso che ricordava le perle.
Si alzò, allungando ogni vertebra perfettamente disegnata del suo corpo, ed andò a cercare la ragazza.
"Ronnie, cosa fai lassù?? Scendi subito, o ti farai male!" urlò Kiawe con apprensione.
La ragazza si voltò asciugandosi le guance rosse e umide.
Un pensiero attraversò la sua mente come un fulmine a ciel sereno: Kiawe era veramente molto protettivo nei suoi confronti e lo aveva potuto notare anche quando la Nonna aveva accennato l'idea di Ronnie come salvatrice potenziale dell'isola di Akala.
Quanto si era arrabbiato, lo aveva visto solo lei.
"Ti...ti devo parlare." biascicò Kiawe, mentre qualcosa nella sua voce sembrava stonato.
"Arrivo subito!" urlò lei, in risposta.
Scese dal tetto scivolando, cosa che suscitò un'enorme avversione da parte del ragazzo. 
Ronnie infatti, saltando giù, perse l'equilibrio, ma Kiawe fu veloce a sufficienza per recuperarla prima che cadesse. 
"Stai bene?" le chiese, mentre i loro nasi quasi si toccarono.
Ronnie arrossì: "Sì..sì..sto bene."
Si allontanarono, velocemente, imbarazzati.
"Allora, cosa dovevi dirmi?" chiese lei, in un sussurro.
Kiawe la prese per mano, e la portò fino alla spiaggia.
Il sole stava iniziando a mostrare i primi raggi.
"Vedi, ci sono un sacco di cose che dovrei dirti, Ronnie." disse Kiawe, guardandola.
"Diciamo che da quando ti ho conosciuta...è tutto diverso. Devo essere sincero, quando ti ho rivisto qui ad Akala...ero felice. Quasi volevo che tornassi. E quando ti ho rivista..." si bloccò, arrossendo "...ho ringraziato in silenzio il destino. Cioè...ho saputo da mia nonna che sei una ballerina di hula!" ridacchiò, deviando dall'argomento "...io non conosco bene la hula, per quanto io ami studiare le danze tradizionali, sai com'è...io pratico danza tribale."
A Ronnie si illuminarono gli occhi: "Veramente? Che cosa forte!"
Kiawe arrossì, imbarazzato "Già..." ridacchiò, sentendosi stupido.
"Io non ho mai provato a ballare come te, deve essere davvero qualcosa che aiuta a sfogarsi, visto tutta l'energia che ci vuole!" sorrise Ronnie.
"Io invece non ho mai provato a rilassarmi completamente, ma vedo le ballerine di hula da sempre, qui...sembrano danzare con le onde, proprio come fai tu."
"Provare la danza tribale sarebbe una cosa totalmente nuova per me, la trovo forte!" ridacchiò lei.
Kiawe la guardò sorridendo. Si rese conto che da quella ragazza, lui aveva molto da imparare.
Il sole continuava a sorgere, ma non c'era ancora luce sufficiente da illuminare l'orizzonte ed il cielo.
Il mare calmo accarezzava i piedini di Ronnie, che si era addentrata nella riva, bagnando le caviglie.
Si voltò verso Kiawe: "Dai, entra!"
Il ragazzo, un po' titubante, raggiunse la ragazza nelle acque basse.
Camminarono a lungo, si lanciarono l'acqua salata a vicenda, scherzarono e risero come bambini.
Qualcosa fece inciampare Kiawe che cadendo urtò Ronnie, ed entrambi caddero in mare.
Fortunatamente le acque erano molto basse, quindi nessuno dei due si fece male.
Continuarono a scherzare come due bambini nonostante si ritrovassero a terra, sulla sabbia morbida, immersi in quella calda acqua di mare mattutina.
Improvvisamente, mentre riprendevano fiato dalle risate, si ritrovarono di nuovo a guardarsi negli occhi, questa volta con maggiore intensità.

L'alba li illuminava con la sua luce calda e dorata, screziata di rosa.
Le piccole onde della riva solleticavano i corpi dei due ragazzi, ancora intenti a guardarsi negli occhi.

Fu in quel momento che, quasi come d'istinto, Kiawe allungò una mano verso il viso di Ronnie e la baciò sulle labbra. Fu un momento tenero e magico.
Tutto fu lasciato al destino.

D'improvviso, si allontanarono bruscamente, quasi spaventati.
"Oddio, Ronnie..." disse lui, imbarazzato.
La ragazza lo guardò confusa.

Kiawe si sedette, smuovendo le onde del mare.
"Senti, non riesco a smettere di pensare a tutto quello che ho provato da quando ti ho conosciuta, è un'idea fissa..."
Ronnie si girò verso di lui: "Quindi...dicevi che tutto è diverso?"
"E tu, hai mai provato tutto questo prima d'ora?"
"Certo che no! Come avrei mai potuto farlo?" rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia.
Kiawe arrossì di vergogna: "Ah...mi dispiace. Non volevo traumatizzarti..."
Ronnie lo fermò: "Non devi dispiacerti! Assolutamente no..."
"Ma ora sei qui, e mia nonna è davvero convinta che tu possa salvare Akala...e lo penso anche io onestamente, solo che...non voglio che ti succeda qualcosa di brutto. E per quanto io sia felice di averti ad Akala...so anche per certo che come tutti noi, anche tu finché resterai qui sarai in pericolo..."
Ronnie restò in silenzio per qualche attimo, poi si avvicinò a Kiawe.
"Ma ci sei tu..." disse, sorridendo.
Kiawe si voltò verso la ragazza, sollevando un sopracciglio: "Cosa vuoi dire?"
Lei posò una piccola mano candida su una delle mani scure del ragazzo.
"Stare qui con te, è bello."
Si alzarono, e mano nella mano camminarono ancora coi piedi nell'acqua.
Giunti allo scoglio più alto, ne raggiunsero la cima, dove Kiawe sollevò Ronnie, per poi baciarla nuovamente, mentre il sole ormai sorgeva, e Akala si risvegliava.

Aloha Aku No, Aloha Mai No - Pokemon Sun&MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora