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『23 - Life』

Yifan sapeva che stava per giungere la sua ora. Sapeva che gli restavano una, massimo due settimane di vita. Sapeva che doveva proteggere il suo piccolo. Sapeva che avrebbe dovuto andarsene.
Era l'unico modo per proteggere Tao dalla morte. Non voleva morire davanti alla persona che amava, quindi sarebbe stato meglio se fosse morto da qualche parte lontano da lui, da solo.

Si svegliò di buon mattino, quel giorno. Scribacchiò velocemente una lettera e la lasciò sul comodino del panda, proprio come aveva già fatto qualche mese prima.
Prese il giubbotto, lo indossò e guardò fuori dalla finestra, dove i primi raggi di giugno si facevano strada tra le leggere nuvole, poi posò il suo sguardo su Tao. Era lì, sdraiato sul letto, con un'espressione rilassata sul volto. Yifan sorrise. Si sporge in avanti e gli diede un dolce bacio sulle labbra.
Sarebbe andato lontano, in Italia magari. Lì Tao non lo avrebbe mai trovato.

Si staccò a malincuore dal ragazzo, recuperò il telefono e appoggiò la mano alla maniglia, ma si fermò.
Era veramente giusto quello che stava facendo? Era veramente quello che voleva? Era veramente quello che avrebbe voluto Tao?
"Per renderci felici" gli aveva detto il ragazzo. Avrebbe forse dovuto fare l'egoista e rimanere con Tao, per poi farlo soffrire maggiormente qualche settimana più tardi?

Quelle domande non trovarono una risposta perché il ragazzo sentì delle esili braccia abbracciarlo da dietro, cincendogli la vita:
«Kris... dove stai andando?»
«Io... da nessuna parte...» si girò verso il panda. Quest'ultimo aveva gli occhi socchiusi e rossi. Aveva forse pianto?
«Kris... te ne stavi andando... vero?» sbatté le palpebre un paio di volte, lasciando che una lacrima solcasse la sua guancia, per poi cadere.
«No... certo che no» adesso anche Kris aveva gli occhi lucidi. Abbassò la testa: «Tao, io sto morendo» disse per poi iniziare a piangere, accasciandosi sul pavimento.
Tao lo seguì, continuando ad abbracciarlo: «Yifan... Non dire così. Non è vero, tu vivrai. Vivremo insieme... Ricordi?»
Kris lo guardò dritto negli occhi. Uno sguardo penetrante, pieno di rabbia, o forse era disperazione? Tao non lo sapeva. Fatto sta che quello sguardo gli fece venire i brividi. Kris iniziava a spaventarlo.

«Zitao! Piantala di dire che vivrò! Io morirò, punto e basta. Lo capisci?! Tra due settimane sarò sotto metri e metri di terra» gli urlò in pieno ad una crisi. Il più piccolo indietreggiò appena, lasciando che altre lacrime solcassero il suo viso rosso. Anche per Tao era difficile la situazione: vedere la persona che più amava ridotta in quello stato. Sapere che tra meno di due settimane lui non ci sarebbe più stato. Era straziante.
Kris si prese la testa fra le mani iniziando a sussurrare tanti "Io non vivrò".

Tao non sapeva che fare. Era spaventato dall'eccessiva reazione del più grande.
Abbassò lo sguardo: «Scusami Yifan...» si alzò dal freddo pavimento e fece per andarsene, ma una mano gli bloccò il polso. Girò lentamente la testa e vide Yifan ancora accasciato a terra, con la mano stretta attorno al suo polso, la testa abbassata a nascondere il dolore che lo stava divorando dentro: «Tao, rimani qua...» sussurrò talmente piano che Tao credette di averlo sognato.

Si sdraiò accanto al corpo immobile del più grande per poi abbracciarlo, dandogli un piccolo bacio sulla fronte.
«So di essere un disastro. Mi dispiace di non riuscire nemmeno a farti stare meglio» disse il più piccolo quasi senza pensarci.

Kris lo guardò: aveva i capelli scompigliati, gli occhi rossi e gonfi velati di tristezza, le guancie rosse. Era bellissimo. Era la creatura più bella che avesse mai visto. Con la sua insicurezza e quella punta di autocommiserazione. Era perfetto. Anzi, no, non era perfetto. "Perfetto" è un aggettivo troppo comune, utilizzato da tutti. Lui era unico, unico nel suo genere. Era una razza rara, da proteggere.
«Se sei un disastro allora rendi la mia vita disastrosa» disse Kris con un sorriso. Tao sorrise a sua volta per poi appoggiare la testa sul suo petto, beandosi del profumo del suo amato.