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『17 - I Love You』

Un mese dopo...

Tao ormai era caduto in depressione. Dopo un mese dal fatidico incontro con Kris e dalla lettura della maledetta lettera era molto cambiato, quasi irriconoscibile: era dimagrito molto, le occhiaie erano più evidenti del solito, aveva gli occhi infossati. Molteplici lividi facevano capolino sulla sua pallida pelle per colpa dei bulli, ma ormai lui non tentava nemmeno più di difendersi. I suoi due migliori amici erano gli unici che riuscivano a fargli visita. Non andava nemmeno più a scuola: aveva abbandonato gli studi.

Era un'anima morta in un corpo vivo.
L'unica gioia che riceveva erano i messaggi giornalieri che Kris gli mandava, ma ai quali lui non rispondeva mai. Sapeva che, se avesse risposto, non sarebbe più riuscito ad andare avanti e avrebbe commesso qualche cazzata. Rispondere a Kris sarebbe stato un po' come dare i pochi resti della sua anima ridotta a brandelli al diavolo.

Un giorno il campanello della sua porta suonò, ma lui non andò ad aprire, non ne aveva nemmeno la forza. Sentì un forte tonfo, ma non si mosse dal suo letto. Rimase lì, sdraiato sotto le coperte, con gli occhi rossi e gonfi per le troppe notti passate a piangere.
Era forse un ladro? O un assassino? Poco gli importava in realtà. Lo avessero pure ucciso, gli avrebbero solo fatto un piacere.

La porta della sua stanza si spalancò di colpo, facendo girare leggermente la testa del piccolo.
«Tao!» esclamò una voce maschile a lui fin troppo familiare.
Girò completamente la testa e si strofinò gli occhi, come se credesse che tutto quello fosse solo un sogno.

«Tu...» sussurrò sbalordito, quasi spaventato.
Il ragazzo annuì per poi iniziare lentamente a piangere. Il piccolo si alzò dal letto e gli andò incontro barcollando: era da giorni che non mangiava qualcosa.
«Piccolo...» sussurrò l'altro circondandolo con le braccia. Riusciva a sentire le ossa attraverso la pelle del panda, come se stesse abbracciando uno scheletro.
Tao si staccò da lui e lo guardò negli occhi: «Yifan, io ti amo»