«Perché sei qui, Jimin?» Gli chiese la madre, subito dopo avergli dato un pigiama pulito e avergli rifatto il letto, come faceva sempre.
Alla madre stupiva il fatto che il figlio fosse tornato a casa così, senza alcun emozione. Non si capiva se era triste o arrabbiato e non si capiva neanche se era sereno.
Jimin sembrava un piccolo robot che camminava avanti e indietro, seguendo la madre.
«Uhm, niente. Volevo venire a farvi compagnia» disse in modo vago Jimin, mentre invece la sua mente pensava soltanto a Yoongi e per quale cavolo di motivo non lo avesse fermato.
Certo era lui che aveva deciso di andarsene via, ma se un minimo Yoongi ci teneva, dentro di lui sperava che lo avesse fermato e baciato fino a quando non avessero perso il fiato.
Ma non era stato così. Si ritrovava in casa dei suoi genitori, di nuovo e con un pigiama di hello kitty in mano.
Erano ormai le undici passate e sua madre ormai lo aveva abbandonato nella sua stanzetta, e lui si era soltanto seduto sul letto rannicchiato su se stesso.
_____
Era l'una e un quarto quando Jimin iniziò a sentire il cellulare vibrare e il campanello vibrare.
Si era addormentato in quella posizione scomoda e ci era rimasto per ben due ore, si alzò confuso dal letto andando di sotto, avvisando la madre di stare tranquilla e di ritornare a dormire, siccome anche lei si era ritrovata nel corridoio.
«Chi é?» Si avvicinò allo spioncino della porta e vide il suo ragazzo sotto la pioggia con il cellulare in mano.
Non se lo aspettava, era l'una e un quarto, dannazione.
Prese un grosso respiro e aprì la porta. Non sorrideva, non era arrabbiato, non sentiva nulla. Invece Yoongi era il contrario, era quasi in lacrime per quello che era successo. Sembrava che si fossero scambiati i ruoli.
«Scusami, scusami Jimin. Scusa» Yoongi si precipitò ad abbracciare il ragazzo davanti a se che ancora non aveva aperto bocca. Lo tenne stretto a se finché non sentì che anche lui ricambiò l'abbraccio.
«Mi sono comportato una merda, piccolo. Cazzo, quando te ne sei andato volevo rincorrerti ma il mio fottuto orgoglio mi ha fermato, e sono veramente pentito. Mi dispiace e sì hai ragione, non capivo niente. L'università mi sta stressando, io volevo soltanto stare con te tutto il giorno e la cosa i innervosiva»
Jimin ora lo guardava ancora con un viso privo di emozioni, ma dai suoi occhi avevano iniziato a scendere lacrime. Non sapeva il motivo, era arrabbiato perché Yoongi lo aveva lasciato stare ma era felice che anche all'una di mattina Yoongi fosse andato da lui per scusarsi.
Lo baciò. Lentamente e con passione, mentre le lacrime solcavano il suo viso. In quel momento non sapeva come esprimersi a parole e baciarlo gli sembrava la cosa migliore da fare, lo perdonava. Aveva perdonato Yoongi.
«Non..non escludermi ancora, ti prego» Parlò Jimin dopo essersi staccato dalle labbra del suo amato. Lo aveva detto con una vocina spaventata, in un certo senso sentiva che Yoongi dentro di sé fosse arrabbiato, ma non con lui. Era arrabbiato con se stesso.
«non lo farò più, piccolo. E..io volevo dirti una cosa, non so se sia il momento giusto,ma ho pensato anche questo»
«Che cosa?» Jimin lo guardò in modo curioso, mwmtre fissava gli occhi di Yoongi e con la mano andava a togliergli un po' di tutta l'acqua che aveva accumolato nei capelli.
«Voglio fare l'amore con te, Jimin. Sì é vero che ho fatto quella promessa ai tuoi genitori, ma io non ce la faccio più, tu..tu sei così tu ed io non riesco più a fermarmi. Solo adesso vorrei averti sotto di me mentre ti faccio sentire amato, mi fai questo effetto anche con un cazzo di pigiama di Hello Kitty. Voglio fare l'amore con te quando te lo sentirai e non quando avrai compiuto diciotto anni. Magari ti sentirai pronto a diciotto o a diciannove. Io voglio aspettare te, non i tuoi anni.»
Jimin semplicemente sorrise al discorso che aveva fatto Yoongi, finalmente anche il ragazzo aveva capito cosa sentiva lui. E forse aveva sbagliato a cercare di eccitarlo ogni volta la notte, non era solo il sesso quello che voleva Jimin da Yoongi.
«Quindi faresti l'amore qui con me, adesso?»
«Sì,lo farei. Non sai quanto ti voglio, Park Jimin»