extra

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Jimin aveva mantenuto la parola data e anni dopo, aveva iniziato a lavorare come infermiere nello stesso ospedale in cui lavorava il suo dottore preferito, Yoongi.

Continuavano a vivere insieme e Yoongi finalmente aveva fatto un passo avanti, aveva chiesto di sposarlo. Jimin gli era saltato addosso, felice di poterlo finalmente chiamare "marito" non in quel momento, ma lo sarebbe stato in futuro.

Jimin era molto geloso, ogni volta infermiere e dottoresse cercavano sempre l'attenzione del suo dottore, anche se Yoongi non le calcolava mai, semplicemente non gli importava.
Jimin ammirava ancora quella sua nota da misterioso che da anni non era cambiata.

Fu un giorno qualunque che Yoongi chiamò di urgenza il proprio ragazzo negli spogliatoi dicendogli che si era ferito alla gamba.

Jimin era corso preoccupato per tutto l'ospedale, non badando a pazienti che lo richiamavano dal corridoio.
Era entrato con il fiatone dentro lo spogliatoio e vedere il proprio fidanzato con un ghigno, appoggiato ad un armadietto non era esattamente quello che si aspettava.

Si avvicinò infatti a lui, dandogli un pugno sul petto, mentre alzava lo sguardo verso di lui, si era preoccupato per niente. Ma Yoongi non faceva altro che sorridere, e senza dire niente abbracciò l'infermiere, aspirandone il profumo.

«Scusami, mi mancavi » Era bastato questo a Jimin per sciogliersi tra le sue braccia, non era da Yoongi ammettere cose del genere, non era neanche da Yoongi richiamarlo perché si era ferito. Sarebbe atato più intelligente chiamare un dottore per controllare le cose, ma ovviamente preso dal panico Jimin non ci aveva pensato.

«Yoongi.. Non sai che colpo mi hai fatto prendere, non potevi chiamarmi e basta? Sarei venuto lo stesso» Non aveva risposto sì, ma era sicuro che anche a lui mancasse. Gli orari all'ospedale erano assurdi, e si ritrovavano a passare neanche tre ore insieme quando erano a casa, o se magari uno di loro aveva il giorno libero si preoccupava di fare pratica o sistemare scartoffie. Le cartelle dei pazienti non si scrivevano da sole.

«Eri occupato, ti ho visto con due pazienti e i dottori continuavano a chiamarti, avevi bisogno di una scusa e a dire le bugie non sei bravo, quindi ci ho pensato io» Era straordinario come avesse pensato a tutto soltanto per vederlo un po', ma ne era estremamente felice. Aveva sempre avuto la paura che passando il tempo anche Yoongi se ne sarebbe andato, invece più i giorni passavano e più capivano di amarsi.

Ora Jimin aveva un anello al dito che sarebbe stato scambiato con la fede in pochi mesi, non poteva che esserne più che entusiasta.

Annuì, dandogli ragione e Yoongi si sporse per poterlo baciare, cosa che Jimin concesse subito, anche se in realtà avevano deciso di non aver nessuna "effusione amorosa" nell'ospedale, non che fosse nascosta la loro relazione, ma lo trovavano tutti e due poco professionale, si ritrovavano comunque a lavoro.
Ma quella volta glielo concesse, per quanto non potesse essere più che incoerente. 

«Ora devo andare, ci vediamo a casa, marito» Yoongi sorrise, alzando gli occhi al cielo. Era felice anche lui, e sentire quella parola anche se lo stesse dicendo per prenderlo in giro, lo faceva emozionare.

Jimin si girò per uscire, gli mandò un bacio volante e uscì di corsa dalla stanza.



_______________

Il grande giorno era arrivato.
Erano partiti due giorni prima per l'America, volendo davvero legalizzare la loro unione. Trovavano abbastanza ingiusto che in Corea non si potesse, ma andava bene, avrebbero passato anche un bel tempo in un posto nuovo.

Erano in California, con la loro famiglia e gli amici più stretti, non c'era cosa migliore.

Ma Jimin era agitato come non mai, certo rimaneva sempre Yoongi, ma pensare che da quel momento in poi sarebbe stato suo e solo suo per sempre la cosa lo elettrizzava.
Aveva caldo, era sudato - troppo - e in più sua madre continuava a ricordargli che tra dieci minuti suo padre lo avrebbe accompagnato all'altare. (Doveva farsi ancora andare giù il fatto che era stato lui a dover fare la parte della sposa).

Era tutto pronto, e dietro quella grande porta finalmente avrebbe visto suo marito. Aveva le lacrime agli occhi.

Due minuti.

Un minuto.

E suo padre lo prese a braccetto, sorridendogli come non mai. Era felice per lui, non gli importava il sesso, voleva solo che il suo bambino fosse contento, così come sua madre.

Due ragazzi aprirono la grande porta e finalmente lo vide; Yoongi in tutta la sua bellezza. I capelli neri ora perfettamente sistemati, la pelle di porcellana e un bellissimo completo nero, diversamente dal suo che era bianco. Si sorridevano entrambi, e Jungkook e Taehyung che erano i testimoni, si guardavano, e tutti e due avevano pensato che sarebbe stato bello un giorno sposarsi come i loro amici.

La solita musica partì. E Jimin accompagnato dal padre arrivò dallo sposo, che gli prese le mani tremanti. Non riusciva a capire come Yoongi potesse risultare tanto tranquillo anche se aveva sentito da Jungkook che poco prima avesse iniziato a dare i numeri nella stanza d'hotel, cosa che lo aveva fatto ridere.

Non avevano preparato un discorso, non c'erano neanche parole da dirsi, bastava solo guardarli per capire tutto. Che bisogno c'era di parlare? Avevano soltanto detto "sì, lo voglio" e Jungkook aveva dato le fedi che si erano scambiati. Appena Yoongi tolse l'anello di fidanzamento a Jimin il suo sorriso si trasformò in un pianto, ovviamente piangeva perché era felice, facendo comunque preoccupare suo marito. Jimin fece lo stesso continuando a piangere, firmarono quello che doveva essere il documento per oficializzare il matrimonio e non aspettarono più niente e nessuno prima di unire le loro labbra facendo applaudire i presenti. Fu Yoongi il primo a staccarsi, appoggiando la fronte su quella di Jimin, mentre lo guardava negli occhi.

«Ti amo, marito»

«Ti amo anche io, marito»
Si sorrisero ancora, prima che Jimin diede inizio ad un altro lungo bacio, lasciando perdere gli invitati, voleva solo vivere quel momento al meglio.






🌸🌸🌸🌸🌸

Dovevo troppo, help.

Wolf Boy 2 | yoonмιnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora