Prologo

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Evelyn non aveva un cognome

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Evelyn non aveva un cognome.

Si, era stata cresciuta da Gerard Argent quindi nei documenti appariva quel nome di famiglia, ma la giovane cacciatrice non sapeva nulla del suo passato.
Chi fossero stati i suoi genitori, se l'avessero abbandonata o fossero morti. Niente.
I primi ricordi di Evelyn risalivano alla sua vita con i cacciatori.

Gerard Argent non si era mai comportato da nonno o da padre con lei. Era sempre stato freddo e calcolato, come con tutti gli altri cacciatori d'altro canto.
Per lui Evelyn era sempre stata come una macchina da guerra cresciuta per essere una forte cacciatrice e basta. Era un po', come dire, il suo piccolo esperimento. Forse era per questo che la ragazza non si era mai sentita una vera Argent, ne aveva le caratteristiche, ma non si era mai integrata come parte della famiglia.

Quando Evelyn compì cinque anni Gerard aveva deciso di incominciare il suo addestramento per farla diventare una delle migliori cacciatrici.

La prima prova consisteva nell'essere legati ad una sedia e cercare di liberarsi. La bambina, ancora piccola per capire cosa le stesse succedendo, pianse per circa dieci minuti prima di capire che non l'avrebbe portata a niente. Doveva trovare un modo per liberarsi, ma la stanza in cui si trovava era vuota. Forse era per la paura, forse per l'adrenalina o forse per una conseguenza di queste due che Evelyn si mise in piedi. Con le mani ancora legate alla sedia, ma le caviglie libere, si avvicinò a uno dei quattro muri della stanza e con tutte le sue forze sbatté le gambe della sedia contro di esso. Solo dopo cinque colpi la sedia si ruppe e la bambina fu libera di uscire dalla stanza. Lí ad aspettarla si trovava Gerard Argent con un cronometro in mano. Nessuno era mai riuscito a superare la prova in diciotto minuti. Solo la piccola Evelyn ci era riuscita. Non ricevette nessun complimento dal suo tutore, solo una pacca sulla spalla.

Dopo quella prova la bambina venne a scoprire del mondo soprannaturale, lupi mannari e altre creature misteriose si nascondevano nell'ombra e gli Argent erano i cacciatori che dovevano eliminarli. Il loro codice era 'nous chassons ceux qui nous chassent' che significava 'diamo la caccia a chi ci dà la caccia'. Evelyn prima di torturare il suo primo licantropo doveva metterselo bene in testa assieme alle quattro regole principali:

1) i cacciatori possono uccidere una creatura soprannaturale solo se si ha la prova che abbia precedentemente ucciso un innocente;

2) i cacciatori possono uccidere solo gli adulti e non i giovani mutaforma;

3) i cacciatori non devono ferire o uccidere gli umani;

4) i cacciatori che sono stati morsi e di conseguenza si trasformeranno devono uccidersi o, in casi di rifiuto, essere uccisi.

Quindi quando in una settimana Evelyn comprese tutto questo, Gerard decise che era il momento di mostrare alla bambina un lupo mannaro e farglielo torturare. Quante volte quel giorno il suo tutore cercava di convincerla che quel licantropo avesse ucciso della gente innocente, ma Evelyn non riusciva a fargli del male, anzi lo affascinava. Dopotutto era una bambina che amava le favole e restava incantata dalle cose non-mondane della Terra.

Questo per Gerard non era una giustificazione, e per lui una giusta punizione serviva a farle entrare chiaramente le regole in testa.
Evelyn era stata chiusa in una camera per due anni, vedeva a malapena la luce del sole, il cibo le veniva dato attraverso una fessura nella porta e l'unica persona che vedeva era Gerard che ogni mese le chiedeva se avesse cambiato idea.

Evelyn non riusciva a capire del perché torturare quelle così affascinanti creature che costellavano i suoi sogni e le sue fantasie.
Non poteva però continuare a stare in quella piccola stanza e all'età di sette anni si decise ad uscire. Il lupo mannaro che le toccò torturare era diverso da quello che aveva visto due anni prima. Non chiese mai al suo tutore dove fosse finito l'altro, forse perché aveva paura della risposta o molto più probabilmente perché aveva paura di Gerard stesso.
La non più innocente bambina aveva acceso una valvola, connessa a dei fili, legati al licantropo che lo fecero urlare dal dolore per la forte elettricità iniettata nel suo corpo.

Ormai quello era il futuro di Evelyn e da lì a tre anni uccise il suo primo licantropo.
Ancora si ricordava di quel giorno, era stata costretta.

Un lupo mannaro che stava venendo torturato, un Alpha, era riuscito a liberarsi e ad uccidere i due cacciatori nella stanza con lui. Evelyn era scioccata, non aveva mai visto così tanto sangue in vita sua. Quando l'Alpha posò gli occhi su di lei e cominciò ad avvicinarsi alla povera bambina, lei non ci pensò due volte, scattò vicino al corpo senza vita di uno dei due cacciatori, prese una pistola carica di pallottole contenenti strozzalupo e sparò alla testa del licantropo.

Era sempre stata tutta una faccenda di sopravvivenza.

In quei tre anni Evelyn si era addestrata a sparare solo ai manichini fermi o che si muovevano per aumentare la difficoltà del tiro, ma mai la non più innocente bambina aveva ucciso una persona. Non la tirava su il fatto che Gerard li vedeva come mostri, lei li vedeva comunque come degli essere umani.

Quella sua prima uccisione segnava la sua entrata ufficiale negli Argent e Evelyn, a soli tredici anni, divenne una cacciatrice.
Per l'inizializzazione dovette creare sei pallottole d'argento con lo stemma degli Argent, le aveva usate tutte, tranne una che teneva dentro una piccola scatola. Non voleva usarla, voleva tenerla lì perché era un promemoria di chi fosse diventata.

Una cacciatrice di creature soprannaturali.

•Silver• Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora