twelve

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Mi sveglio con il suono stridulo della sveglia. Un altro giorno sta per incominciare. Non è giusto. Mi alzo con molta fatica, ripensando ancora a tutti i magici momenti passati con il letto e mi vado a vestire. Il mio istinto omicida sale di più mentre guardo il mio armadio che sembra pieno ma è vuoto. Mi preparo e scendo non importandomene dei baccano che faccio con i miei stivaletti. Esco di casa, infilandomi gli auricolari e mi dirigo alla fermata del bus ma vado a sbattere contro qualcuno.
"Hey ciao!"Michael mi è difronte con un sorriso cordiale stampato in faccia. Come fa ad essere così felice di prima mattina?
"Oh, scusami!"gli dico indietreggiando per mettere più distanza possibile tra di noi.
"Stai aspettando l'autobus per andare a scuola?"annuisco."Beh, visto che anch'io sto andando lì, posso darti un passaggio."
Non voglio aspettare l'autobus sicuramente affollato quindi decido di accettare la proposta di Michael.
Durante il tragitto, nessuno dei due ha spiccicato una parola (forse per il troppo imbarazzo) ma sono riuscita a rilassarmi prima delle lezioni che mi aspettano per oggi.
"Grazie mille Michael, ti devo un favore."mi allontano salutandolo perché​ è appena suonata la campanella e non posso fare tardi.
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"la signorina Jymon è attesa nell'ufficio della preside tra 10 minuti,grazie."

È già ora? Mi dirigo verso nell'ufficio pronta per sentire una nuova ramanzina per una cosa che, ribadisco, io non ho fatto. La vita è ingiusta. Non so come ci sia finito quel braccialetto nella mia borsa, ma se trovo il vero colpevole gliela farò ingogliare quel braccialetto.
"Ciao Ally, come mai sei da sola?"mi saluta Ethan.
"Non è da sola, ora ci siamo con lei."sorride Benjamin. Lo abbraccio come segno di saluto, mi è mancato troppo.
"È un onore per me starò con voi ragazzi."

"La signorina Jymon è attesa nell'ufficio della preside tra 3 minuti,grazie."

Oh cavolo, mi devo muovere perché se no divento una ragazza morta.
"Scusatemi ma ora devo proprio andare, ci vediamo in mensa."lascio subito la mia postazione precedente e incomincio a correre sperando di arrivare presto a questo strano incontro. Arrivo finalmente alla porta dell'ufficio e busso. Non ricevo nessuna risposta. Impaurita, apro la porta e non l'avrei mai dovuto fare. No, non stavano facendo nessune cose sconce, c'era solo la preside dietro la sua elegante scrivania fatta di legno massiccio con la sua segretaria al suo fianco. Ma non fu quello a spiazzarmi. Federico era seduto su una delle due sedie poste davanti alla scrivania. Che ci fa Federico qui?
"Signorina Jymon, prego, si accomodi."mi incalza la preside. Obbedisco al suo ordine e mi siedo sulla poltrona. "Come le ho detto ieri, dopo il suo comportamento inadeguato, ho riflettuto sulla punizione che le dovevo infligere e sono arrivata ad una conclusione: 1° dovrai aiutare i ragazzi in difficoltà visto il tuo reddito molto alto e 2° dovrei ogni giorno fermarti dopo le lezioni per pulire la palestra, la biblioteca, la mensa e altri luoghi scolastici che varieranno nell'arco delle giornate. Tutto chiaro?" mi stanno davvero punendo per una cosa che io non ho fatto? Li odio." Signora preside, con tutto il rispetto, io non ho rub-" "Non mi interessa. Il braccialetto è stato trovato nel tuo zaino. Fine della discussione."
Colpita e affondata. Annuisco sapendo che non ho speranza che cambi idea e, come un tic nervoso, sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie. "Incomicerai aiutando Federico-lo indica-con il ripasso di alcune materie. Poi domani pulirai la biblioteca dalla fine delle ore scolastiche."mi spiega la preside consultando il foglio sul bancone."Mi scusi ma io domani dovrei iniziare il corso di arte, potremmo rimandare?"la supplico. Quel corso è tutta la mia vita, non posso mollare prima ancora di incominciare. Ridacchia, segno che non gliene frega niente. Benissimo. Mi alzo da quella poltrona troppo comoda e saluto cordialmente la preside, anche se la vorrei strozzare, e mi da il foglio con il quale si stava consultando prima. Ci sono scritti tutti i lavori che dovrò fare per la punizione. Stranamente, lo da anche a Federico che per tutta la discussione è stato zitto. Lui le sorride facendo intravedere i suoi denti bianchissimi. Distolgo lo sguardo. È troppo perfetto. "Arrivederci ragazzi e buon lavoro."sorride la preside. Troia. Non sono una che dice ""parolacce"" ma ci voleva. Se lo merita."Allora, dove vogliamo andare a studiare?"Federico è affianco a me e mi sorride aspettando una mia risposta."Scegli tu, è uguale per me."gli rispondo. Sarà un impresa impossibile."Lo so che ti sto sul cazzo, ma fai finta che non sia io per questi minuti che staremo insieme. Ho bisogno di recuperare queste materie." "Sarà difficile. Non ti prometto nulla."ribadisco alzando gli occhi al cielo. Sento già la stanchezza prendere il sopravvento.
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Abbiamo appena finito questo ripasso. Finalmente. Anche se non è così ottuso come pensavo. È intelligente ma non si applica (sembro una professoressa basta)."Ehm...grazie mille. Sei proprio brava..."dice imbarazzato. Ma quanto è carino quando sembra un bambino?Vorrei tanto prendere quelle guance e strit-"Devo proprio andare, si è fatto tardi. Ci vediamo domani."lo osservo mentre mette tutto nel suo piccolo zaino. I suoi muscoli delle braccia si contraggono ogni volta che prende qualche libro e il suo sguardo è attento nel mettere tutto in ordine. Mi avete persa ragazze. Alza la testa e i nostri sguardi si incrociano. Mi sento avvampare. Aiuto. Ridacchia tra se e se, si porta lo zaino sulla spalla e si avvicina alla porta dell'aula. No aspetta. Si sta avvicinando a me. Cosa?. Abbassa la testa fino a che i nostri nasi si toccano. I suoi occhi sono fissi nei miei e non riesco a guardare altro se non le sue iridi azzurre."Sento il tuo cuore battere forte."si scoscata per lasciarmi un bacio sulla guancia e nemmeno il tempo di provare a sentire il tocco delle sue labbra sulla mia guancia che se ne già andato. Mi tocco la guancia ancora incredula.

Fly Together || Federico RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora