Tosca Tassorosso

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Ad aprirgli fu la ragazza seduta sulla sedia in mezzo a quei bambini.
Era molto giovane con i capelli castano chiari completamente sciolti che le ricadevano sulle spalle e gli occhi marroni.
Aveva un vestito giallo non molto elegante, quotidiano, e anche un po' sporco di terra sulle ginocchia.
Arrivava con la testa alle spalle di Godric.
<<Buondì signore, che posso fare per lei?>>, disse la ragazza con la sua voce soave sfoggiando un sorriso dolce.
<<Buongiorno anche a lei. Io sono Godric Grifondoro. E lei?>>
<<Oh, io mi chiamo Tosca Tassorosso. Piacere!>>, strinse cordialmente la mano di Godric.
<<Piacere mio!>>, esclamò quest'ultimo, <<Ho notato che lei insegna a dei bambini la magia. Sa anche mio fratello faceva così con me. Peccato però che sia morto.>>
<<O mamma mia! E come è morto?>>
<<Di malattia. Non mi hanno mai detto quale.>>
<<Poveretto. Mi dispiace così tanto per suo fratello! Posso darle un
consiglio?>>
<<Si certo, quale?>>
<<Lavori sodo per realizzare il sogno di suo fratello! Faccia come me! Insegni anche lei a chi non sa!>>
<<È questo che voglio fare! Ma con il suo aiuto. Se vuole, ovviamente.>>
Tosca lo guardò perplessa.
<<In che senso?>>, chiese.
<<Voglio creare una scuola. Ma mi serve aiuto, tu sei disponibile?>>
Tosca cambiò subito espressione.
Ora sembrava contentissima!
<<Ma certo che ti voglio aiutare amico! Quando iniziamo? Io sono già pronta! Da dove iniziamo?>>
<<Ei ei! Frena con l'entusiasmo! Mi stacchi la mano!>>, Tosca gliela stava stringendo più energicamente di quanto volesse.
<<Oh, scusa. Non volevo farti male.>>, rise un po' imbarazzata.
<<Vieni con me ti presento ai miei altri due compagni di avventura.>>
<<Sono simpatici?>>
<<Non proprio... ma a te andranno a genio sicuro! Ho come l'impressione che a te vada bene qualsiasi cosa.>>
<<Sono poco complicata.>>, sorrise ancora una volta.
I suoi erano davvero dei sorrisi sinceri.
Godric andò a cercare Salazar per il villaggio con Tosca che gli trotterellava accanto.
Alla fine lo videro. Era fermo davanti ad un sentiero e stava guardando un serpente uscire da un cestello al suon di flauto del suo incantatore.
Aveva un'aria scettica mentre fissava il rettile muoversi al ritmo della melodia.
Godric si avvicinò e gli diede un colpetto sulla spalla destra.
Salazar staccò gli occhi dal serpente e li fissò su Godric.
La sua espressione cambiò in fretta, sembrava irritato.
<<Non toccarmi il mantello, lo appena lavato.>>, fece di nuovo un sorriso beffardo.
Alcuni in strada risero, altri guardarono allarmati i due, come ad aspettarsi che da un momento all'altro si sarebbero presi a pugni.
In effetti Godric levò alta la mano destra serrata a pugno, ma la riabbassò subito ricordandosi che c'era Tosca e non voleva farle una brutta impressione.
Tosca però non stava guardando nella loro direzione.
Era intenta a ballare molto goffamente a ritmo del flauto. Un po' come il serpente. Quest'ultimo però aveva più eleganza.
Non appena si accorse di avere tutti gli occhi puntati addosso, Tosca cadde con un tonfo.
La gente attorno a lei scoppiò a ridere, perfino il serpente sembrò prendersi gioco di lei tornando dentro il cestello con aria trionfante e compiaciuta.
Tosca di tutta risposta si mise a ridere anche lei.
<<Che ragazza stupida!>>, sussurrò Salazar all'orecchio di Godric, <<Non si rende conto che non ridono con lei ma di lei? Deve essere proprio ottusa! Non trovi?>>
<<Chiudi il becco, lurido serpente strisciante!>>, si infiammò Godric, cercando però di non sovrastare le risate con la voce, per non farsi sentire da Tosca.
<<Come faccio a chiudere il becco se, come dici tu, sono un serpente? Io il becco non ce l'ho amico.>>
<<È un modo di dire, idiota!>>
<<Detto da te è un complimento!>>
Ancora una volta il pugno di Godric si levò alto in aria e per la seconda volta fu costretto ad abbassarlo.
Si allontanò da Serpeverde, aiutò Tosca ad alzarsi e tutti e tre andarono a cercare Cosetta.
Ma non doverono cercare a lungo.
Un grido esplose poco lontano da loro.
Una donna gridava: <<Ladri! Luridi ladri! Restituitemelo! Restituitemelo ho d...>>, non fece in tempo a finire la frase che un fiotto di luce rossa illuminò un punto del villaggio. Si sentì un tonfo e un rumore di piedi che correvano disperati dall'altra parte.
Godric si girò verso i compagni.
<<Che diavolo era?>>, ma appena si girò si accorse che Salazar era sparito.
A rispondergli perciò fu Tosca.
<<Sembrava un incantesimo.>>
<<Quello l'avevo capito. Intendo quel tonfo, cos'era?>>
<<Non lo so.>>, rispose lei.
<<E Salazar dov'è? Il mago dietro di te intendo.>>
<<Non lo so.>>, rispose di nuovo lei, stavolta più agitata.
<<Perfetto... >>, rispose Godric amareggiato, <<Non ci resta che andare nel punto dove abbiamo visto il lampo di luce rossa, vieni... >>
La prese per una mano e la trascinò attraverso la gente spaventata che si era bloccata a guardare verso il punto dove loro si stavano dirigendo.

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