Incontri poco amichevoli

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<<Giù!>>, gridò Cosetta agli altri due.
Un gruppo di goblin era proprio davanti a loro ma non gli avevano ancora notati.
Erano sei in tutto, seduti a cerchio sul sentiero, e parlavano in modo rozzo, ma quella era la loro lingua del resto.
<<Cosa credi che dicano?>>, chiese Tosca a Godric, che era sdraiato a pancia sotto alla sua sinistra.
<<Non lo so, non lo parlo il goblinese.>>, rispose lui.
<<Io si.>>, disse Cosetta, stupendosi da sola delle sue parole, <<Io... io li capisco!>>, esclamò.
<<Ti dispiace parlare un po' più piano? O vuoi che ci capiscano anche loro?>>, disse Godric il più piano possibile, uno dei goblin aveva girato la testa dalla loro parte ma l'aveva rigirata subito davanti al suo compagno.
<<Neanche me lo ricordavo di parlare la loro lingua...>>, disse Cosetta parlando tra sé.
<<Sapresti dirci allora cosa dicono?>>, chiese Tosca, anche lei sussurrando, ma non era mai stata capace di sussurrare e il goblin di prima girò di nuovo la testa dalla loro parte, stavolta ci mise un po' di più a decidere se distogliere lo sguardo o meno.
Intanto, tra l'erba alta, Godric chiudeva la bocca di Tosca con la mano mentre lei cercava di divincolarsi.
<<Zitti tutti e due, o non li sento a quelli!>>, sussurrò Cosetta dando dei pizzicotti a Godric per farlo smettere.
Alla fine Godric lasciò la presa e Tosca gli diede una gomitata nello stomaco, dovette concentrarsi molto per reprimere il desiderio di urlare il dolore che provava.
Intanto Cosetta fissava il goblin che tra i sei in quel momento stava parlando.
<<E secondo te è scemo lui?>>
<<La vecchiaia fa brutti scherzi.>>, rispose un altro che si trovava di fronte a lui.
<<Se fosse qui a sentirti parlare come minimo ti taglierebbe la testa!>>, sbraitò un altro.
<<Ma lui non è qui giusto? Scommetto che è ancora lì, a specchiarsi come una bella principessa con la sua stupida tiara!>>.
Risate di scherno seguirono le sue parole.
Tutti, perfino quello che minacciava che gli avrebbero tagliato la testa, ridevano di gusto. Ma di chi ancora non si sapeva.
<<Che dicono?>>, chiese Godric, guardando Cosetta aspettandosi chissà quale rivelazione.
E Cosetta, approfittando del rumore delle risate, gli disse tutto ciò che aveva origliato e compreso.
Certo c'erano molte frasi sconnesse che non era riuscita a comprendere, ma era chiaro che quello di cui stavano parlando era qualcuno di importante per loro, e di altrettanto potente.
Ma quella frase della tiara... non aveva completamente senso.
<<Meglio andarcene di qui comunque, prima che... >>, provò a suggerire Cosetta, ma un rumore di rametti spezzati le fece gelare il sangue.
D'un tratto si accorse che i goblin avevano smesso di ridere o di fare qualsiasi altra cosa.
Il tempo di alzare la testa che quattro tra i più grossi le si avventarono contro.
Gli altri due gli aveva colpiti Godric con la sua spada di legno.
Cosetta non aveva avuto il tempo di prendere la bacchetta che fu legata come un salame e imbavagliata.
I quattro che avevano assalito Cosetta si lanciarono su Godric e gli altri due, rialzandosi da terra, si scontrarono con Tosca.
Quest'ultima fu più veloce di Cosetta a prendere la bacchetta.
Gli schiantò entrambi con un colpo. Uno di loro finì tra i rami di un albero e chiedeva aiuto perché non riusciva a scendere, l'altro dentro le acque di un fiume che scorreva lì vicino e chiedeva aiuto perché non sapeva nuotare.
Tosca, chiedendo ripetutamente scusa, aiutò il primo a scendere, dopo essere sceso scappò via, e il secondo a non annegare.
Lo tirò su con forza per un braccio ed egli riemerse boccheggiando.
Ma proprio mentre Tosca riprendeva fiato, Godric fu assalito da altri dieci goblin.
La sua spada l'avevano presa loro, e lo picchiavano con quella. Così provò a schiantarli ma erano troppi, solo tre goblin volarono in aria ed infransero la superficie dell'acqua cristallina del fiume. Tosca ripescò anche quelli.
Il resto della mandria si lanciò letteralmente addosso a Godric, bloccandolo a terra.
Alla fine fu legato anche lui.
Solo Tosca era ancora libera ma, notando l'incredibile inferiorità numerica, decise semplicemente di alzare in alto le mani.
<<Mi arrendo!>>, gridò e un groviglio di corde la immobilizzarono facendole perdere l'equilibrio.
I venti e passa goblin li accerchiarono, poi, dopo aver sghignazzato in faccia a tutti e tre, crearono un varco da dove entrò un goblin veramente minuscolo e brutto.
Era pelato, ma aveva in compenso molti peli nelle orecchie e sui piedi, non portava scarpe e neanche magliette ma un semplice gonnellino di pelle decorato con delle foglie verdi. Aveva almeno tre verruche sul naso sproporzionatamente lungo, una più grossa dell'altra, i suoi denti invece erano incredibilmente bianchi ma enormi e tutti storti, nonché aguzzi.
Sulla sua enorme testa pelata faceva capolino un bel diadema ornato di gemme preziose color blu notte.
Cosetta lo riconobbe subito e cominciò ad agitarsi cercando di togliersi quantomeno il bavaglio che le impediva di parlare, e quindi di urlare tutti gli insulti che conosceva a quell'orribile goblin.
Godric intanto rideva per l'abbigliamento che, con quel diadema, lo faceva sembrare più brutto di quanto già non fosse.
Tosca invece guardava il diadema, poi il goblin, poi di nuovo il diadema... e così via.
<<Chi sono loro?>>, chiese quello col diadema ad uno qualsiasi degli altri suoi "amici".
<<Oh, maestà, niente di importante, solo comuni origliatori.>>
<<Che cosa hanno sentito?>>
<<Niente di importante, del resto gli umani non ci capiscono.>>, rispose stavolta un altro.
<<Vanno comunque puniti.>>, pensò il re, <<Scommetto che quello vestito di rosso ha un buon sapore, voi che dite?>>
<<No!>>, gridò Cosetta, finalmente era riuscita a liberarsi di quel dannato bavaglio.
Tutti i goblin la fissarono stupefatti, Tosca e Godric invece più confusi che altro.
<<Tu comprendi?>>, chiese il re, stavolta furono Cosetta, Godric e Tosca a meravigliarsi.
<<Un pò.>>, rispose lei.
<<Bene bene bene, tu essere mago allora! Umani non comprenderci invece, io però si! Io comprendo umani.>>
<<Ma perché tu sei intelligente.>>, disse Cosetta, cercando di far leva sulla sua vanità per uscire da quella situazione.
E per sua fortuna il re era molto vanitoso.
<<Oh, si, lo so. Del resto sono capo. Capo essere intelligente, mica scemo.>>, si vantò lui.
"E certo, col mio diadema sulla testa!", pensò Cosetta molto arrabbiata.
<<Ma io non cambio idea! Ho fame! Qualcuno me li cucini subito, è un ordine!>>,sbraitò di colpo lui.
I tre vennero legati una seconda volta su tre alberi, abbastanza distanti gli uni dagli altri.
La sera calò più veloce del previsto e un grosso focolare venne acceso al centro con un'enorme calderone sopra, abbastanza grande da farci entrare un uomo.
Era piena d'acqua e man mano che bolliva gli venivano buttati dentro dei pezzi di verdura che i goblin avevano trovato nel sacco marrone che portava Tosca.
Il primo ad essere slegato dall'albero fu Godric.
Le bacchette di tutti e tre erano messe sopra un masso liscio, sorvegliate dai due goblin più grossi.
Almeno un'altra decina di goblin si era riunita per la cena.
La prima cosa che Godric pensò fu quella di prendere alla svelta le bacchette, ma era legato fin troppo bene.
Aspettò che lo slegassero per mangiarlo prima di agire.
Il re, o quello che avevano identificato come tale era seduto su una sedia mentre il resto tutti a terra.
Batteva le mani come un bambino quando gli viene mostrato qualcosa di bello e urlava parole che per Godric erano incomprensibili, per fortuna.
Cosetta osservava la scena con attenzione escogitando un piano che gli potesse salvare, Tosca invece no. Lei non voleva minimamente alzare gli occhi, teneva infatti la testa bassa e gli occhi chiusi, e non aveva intenzione di aprirli.
Non che ci fosse molto da vedere alla fine. L'oscurità della notte infatti inghiottiva la foresta, l'unica forma di luce che avevano vicino era quel focolare con sopra l'enorme calderone che illuminava a stento chi gli stava attorno.
Tra tutti gli schiamazzi, le urla e quant'altro, Cosetta sentì qualcosa dietro di lei. Si girò a sinistra per quanto poteva ma non vide niente, era tutto buio.
Non sapeva neanche lei esattamente che cosa avesse udito ma nonostante questo aveva un brutto presentimento, come se stesse per succedere qualcosa di tremendo, e in parte era così.
Intanto i goblin avevano già calato Godric dentro il calderone, purtroppo per lui non lo avevano slegato prima e pertanto era ancora legato e l'acqua calda gli stava bruciando terribilmente la faccia. Così come il resto del corpo.
Provò quantomeno a galleggiare in modo da poter ancora vedere che cosa stava succedendo attorno a lui.
Sul masso bianco non vide più le bacchette, il che lo fece preoccupare.
"Dove le hanno messe?", pensò. Ma infondo a che gli serviva saperlo? Tra poco sarebbe diventato uno stufato, eppure ancora si preoccupava di dove fosse la sua bacchetta o chi l'avesse.
Si guardò intorno varie volte, ma non vide quasi niente, il vapore dell'acqua gli bloccava la vista ed il resto era solo buio.
Riusciva a stento a distinguere dove fossero Tosca e Cosetta, figurarsi trovare tre piccoli bastoncini buttati chissà dove nella foresta.
Intanto sperava che le corde che lo legavano si squagliassero col calore ma sembrava sciogliersi prima lui.
Poi improvvisamente qualcuno urlò.
Fu un goblin, e solo Cosetta capì che cosa avesse detto.
<<È scappata! Presto, maestà, la prigioniera gialla è scappata!>>
Il re si girò di scatto dalla parte delle urla.
L'albero dove si trovava Tosca aveva ai suoi piedi grovigli di corde, ma di Tosca nessuna traccia.
Un urlo di rabbia si propagò per tutta la foresta.
<<Trovatemela! Trovatemela subito!>>
Ci fu un caos generale. Tutti i goblin correvano di qua e di là in preda al panico e alla rabbia.
Qualche volta si scontravano tra di loro.
Uno tra i più imbranati colpì il calderone facendolo per un momento muovere pericolosamente.
Godric approfittò di quello sbaglio per buttarsi tutto dalla parte in bilico, facendolo così rovesciare.
La zuppa bruciò la faccia di un bel po' di goblin, e questo gli fece tornare il sorriso.
Ancora legato come un salame, e in preda a dolore per ustioni, strisciò verso Cosetta.
Lei era completamente pietrificata, La sua testa era fissa davanti a sé ma i suoi occhi correvano da una parte all'altra e cercavano qualsiasi cosa che potesse vagamente riportare al giallo.
E la trovò.
Un pezzo di stoffa giallo del vestito di Tosca era impigliato tra i rami di un cespuglio.
Ma oltre ad esso nient'altro.
<<Cosetta aiutami!>>, gridò Godric.
L'amica si girò verso di lui.
<<Come faccio ad aiutarti?>>, gli chiese facendogli notare che lei era messa anche peggio in fatto di movimenti, <<Prendi un arnese qualunque e slegati, dopodiché vieni tu ad aiutare me!>>.
Godric non se lo fece dire due volte e afferrò il primo coltello che vide.
Dopo vari minuti riuscì a liberarsi le gambe. Per le mani ci voleva più tempo e lui non ne aveva più.
<<Fermatelo!>>, gridò il re rivolto ai suoi sudditi.
<<Scappa Godric!>>, urlò Cosetta.
Ma Godric era deciso ad andarsene solo insieme a lei.
Cercò di slegarla mentre scalciava i goblin che tentavano di afferrargli le gambe per legargliele di nuovo. Qualcuno l'aveva addirittura morso!
Ma lui non smise di tagliare le funi che legavano Cosetta.
Poi, un goblin enorme munito di ascia, gli si presentò alle spalle e cercò di tagliarlo in due metà perfette dalla testa ai piedi. Ma Godric fu più rapido e, approfittando di quel movimento, si fece slegare le corde che gli legavano le mani.
Cosetta era stramazzata a terra, con i piedi e le mani ancora legati.
Godric la sollevò di peso, se la caricò sulle spalle e scappò il più in fretta possibile.
<<Aspetta! Aspetta! Il diadema! Fermati!>>, gridava Cosetta, ma Godric in quel momento era capace solo di correre.
Corse per delle miglia finché i goblin non si arresero e lo lasciarono stare.
Cascò a terra, sfinito ed esausto, la testa gli pulsava, le gambe gli tremavano e il corpo sembrava letteralmente andargli a fuoco. Specialmente la faccia, non riusciva nemmeno a sentirla.
Si passò la lingua fra le labbra e si accorse che era secca tanto quanto le labbra erano salate.
Chiuse gli occhi e la testa sembrò pulsargli più forte.
<<Che aspetti, slegami!>>, ordinò Cosetta.
E anche in quel caso Godric sembrò non sentirla.
Alla fine si arrese e, legata così com'era, si addormentò sotto il cielo stellato.
Tosca intanto, mezza svenuta, cercò di aprire gli occhi e l'unica cosa che vide, prima che le venisse dato un nuovo colpo di bastone in testa, fu una porta piena di foglie incastrata nel tronco di un albero.
La cosa era talmente assurda che si convinse di averla sognata.

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