Una spiacevole convivenza

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Il grido proveniva da una stanza del piano di sopra la cui porta era semichiusa.
Quando Cosetta arrivò in cima alle scale ed aprì la porta si ritrovò davanti ad un uovo enorme spaccato verso la punta.
Era verdognolo e pieno di squame ed emetteva un tanfo pazzesco. Appena entrò infatti le venne da vomitare e si trattenne a stento.
L'urlo l'aveva prodotto senza dubbio Godric, che in quel momento era seduto in un angolino e teneva uno sgabello in mano a mo di scudo.
La bestia feroce da cui si stava difendendo era un piccolo serpente che sembrava tutt'altro che interessato a Godric.
Si era infatti acciambellato davanti ai piedi di Salazar ed aveva alzato la testa di un paio di centimetri come a voler essere accarezzato.
Salazar, continuando a ridere dell'espressione di Godric, si inginocchiò e accarezzò la testa del rettile.
<<Ah già.>>, disse infine con aria fintamente dispiaciuta,<<Mi ero proprio dimenticato di accennarvi che da un po' di tempo avevo deciso di allevare un basilisco. Che bello che si sia schiuso proprio adesso non trovate? Un po' di compagnia in più non fa mai male!>>
Tosca entrò proprio in quel momento e sembrò non notare completamente la puzza.
Anzi, alla vista dell'uovo sembrò più felice che spaventata.
<<Oh ma qui c'è un cucciolo!>>, esclamò entusiasta perlustrando tutta la stanza con lo sguardo di una bambina che cerca il suo regalo di compleanno.
Disinteressandosi completamente del perché Godric si fosse messo in quel modo, corse verso il serpente che la guardava interrogatorio.
<<Ah, eccoti qua piccolino!>>, senza dargli tempo di capire lo prese per la testa e lo abbracciò.
Il piccolo basilisco, sentendosi minacciato, cercò di liberarsi dalla stretta ma non ci riuscì.
Tutti quanti intanto la guardavano chiedendosi che diavolo le fosse preso.
Godric ne approfittò per buttare via lo sgabello e posizionarsi accanto a Cosetta.
Cosetta, dal canto suo, decise di prendere Tosca e portarla lontano da quell'animale.
Lei lo lasciò mal volentieri per poi rialzarsi ed andare verso la porta.
<<Beh, qualcuno sa come si uccide un basilisco?>>, chiese Godric sfoderando la spada.
Tosca gliela sfilò dalle mani e lo colpì in testa col manico.
<<Non pensarci nemmeno. Ucciderlo adesso sarebbe come uccidere un neonato. Tu ce l'avresti il coraggio di uccidere un neonato?>>, chiese Tosca con aria severa.
<<Oh andiamo! Come puoi paragonare quel coso ad un bambino?>>, sbraitò Godric.
<<Perché non dovrei? Infondo ha diritto di vivere come ce l'avevi tu quando sei nato!>>, ribatté Tosca.
<<Si ma io da grande non mangio le persone!>>, gridò lui.
<<No ma molti uomini uccidono altri uomini, eppure loro da piccoli non venivano certo uccisi perché considerati pericolosi!>>, rispose a tono lei.
<<Si ma è diverso! Da piccoli possiamo diventare sia buoni che malvagi(indicò se stesso e poi Salazar) e questo non si sa finché non si cresce. Quello invece è sicuro che ci ammazza appena impara, e imparerà fidati!>>
<<No tu non lo puoi sapere! E poi non hai il diritto di ucciderlo, non sei il suo padrone!>>, concluse lei voltandosi e dando la schiena a Godric.
Anche lui, rosso come non mai, si voltò di scatto dall'altra parte.
<<Fate come volete!>>, urlò per poi uscire dalla stanza sbattendosi dietro la porta il più forte possibile.
Salazar nel frattempo aveva tirato fuori una teca di vetro enorme e stava cercando di sollevare il basilisco affinché vi entrasse.
Tosca, ancora arrabbiata, uscì anche lei dalla stanza.
Cosetta intanto ammirava il penoso tentativo di Salazar di sollevare il basilisco che, seppur appena nato, pesava già parecchio.
<<Perché non lo sollevi con la magia, è più semplice no?>>, chiese lei.
<<Gli incantesimi non hanno effetto su di lui.>>, rispose Salazar.
Cosetta non ci fece caso subito ma dopo un po' ci pensò e si stupì del fatto che quella era la prima volta che Serpeverde le rispondeva senza mandarle frecciatine o con il solito sarcasmo che avvelenava ogni lettera di ciò che diceva.
Ma non glielo fece notare, voleva mantenere quel momento per un po'.
<<Dove lo hai comprato l'uovo?>>, chiese, sperando di non aver perso la possibilità di avere una conversazione normale con lui.
<<Non l'ho comprato l'ho trovato qui nella foresta, non molto lontano dal laghetto che si trova alla sinistra della mia casa.>>, con uno sforzo immane sollevò l'animale e lo fece entrare dentro la sua nuova "casetta", <<Finalmente!>>, esclamò.
<<Come mai hai deciso di prenderti cura proprio di un basilisco?>>, chiese ancora Cosetta.
<<Non sono un tipo normale suppongo.>>, rispose lui, con un mezzo sorriso sulle labbra.
Il serpente sembrò sibilare qualcosa, e Salazar gli rispose con un altro sibilo per poi chiudere il coperchio della teca quasi irritato.
Cosetta strabuzzò gli occhi, non le sembrava vero.
Forse era la sua mente che le faceva brutti scherzi.
Non disse una parola dopo quella scena, si limitò semplicemente ad andarsene lentamente al piano di sotto.
Quando arrivò all'ultimo scalino posò lo sguardo verso la libreria.
Si ricordò del libro che le era sfuggito di mano ma sul pavimento non trovò niente.
Tosca e Godric erano seduti nello stesso divano ma guardavano rispettivamente dall'altra parte, infuriati l'uno con l'altra.
Cosetta chiese ad entrambi se avessero preso loro il libro da terra ma nessuno sembrava saperne niente.
Si chiese come fosse possibile una cosa del genere ma non trovò risposta.
Una cosa era certa, la lista dei fatti strani che accadevano in presenza di Salazar si allungava minuto dopo minuto.
Voleva chiedere anche a lui del libro, tanto per vedere come avrebbe risposto, ma preferì di no.
Quel mistero, insieme a tutti gli altri, voleva scoprirlo da sola.
Salazar scese subito dopo di lei annunciando che se entro due giorni non avessero trovato indizi alcuni sul diadema lui gli avrebbe riaccompagnati al villaggio da dove erano partiti, dopodiché ognuno per la sua strada.
<<Ah e la cena sarà pronta a breve.>>, disse infine.
<<Evvai! Si mangia!>>, esclamò Godric senza essersi reso conto di ciò che aveva detto prima sul diadema.
Neanche Tosca sembrava minimamente preoccupata della scadenza imminente riguardante la ricerca per la quale si erano messi in viaggio.
Forse entrambi erano talmente sicuri di sé stessi che non badavano al poco tempo che gli era stato concesso.
O forse, il che era più probabile, avevano soltanto fame e preferivano ragionare a pancia piena.
Tosca appese al porta abiti la sua sacca rattoppata e prese posto a tavola, il più lontano possibile da Godric.
Fortunatamente il tavolo era molto lungo il che permetteva di sederti un po' dove volevi, riuscendo così a prendere le distanze dalle persone da te indesiderate.
Così Godric decise di mettersi il più lontano possibile da Tosca e da Salazar, finendo quindi a sedersi in fondo. Lontano da tutti insomma.
Cosetta, per paura di urtare i sentimenti di chiunque, si sedette difronte a Tosca, ovvero nel mezzo del tavolo, così da non essere troppo distante per nessuno.
Subito dopo aver portato un vassoio con un enorme tacchino sopra, Salazar prese posto a capotavola.
Per tutto il tempo della cena gli unici rumori che rompevano il silenzio furono il rumore delle posate quando toccavano il piatto, e anche un debole sibilo che proveniva dal piano di sopra.
E per sentire il lieve sibilo di un serpente dentro una teca, al piano di sopra, in una stanza chiusa ce ne voleva di silenzio!
Ma Godric, che era uno di quelli che il silenzio proprio non poteva sentirlo, cercò una conversazione.
<<Quindi... quanto tempo hai detto che abbiamo?>>
<<Due giorni.>>, rispose subito Salazar, ma lo guardò negli occhi solo dopo avergli detto: <<A meno che tu non voglia andartene prima, in quel caso sarei più che lieto di accompagnarti a casa tua.>>
<<Beh, ecco... diciamo che... non ho proprio una casa... a dirla tutta non ho neanche un posto dove tornare... giro un po' il mondo, mi piace viaggiare... e il più delle volte non ho proprio una meta.>>, rispose un po' imbarazzato Godric.
<<Non ti preoccupare.>>, rispose quasi in modo paterno Salazar,<<Se vuoi te la compro io la casa, l'importante è che tu te ne vada dalla mia.>>,il solito sorrisetto tornò a manifestarsi sul suo volto.
<<Non rifiuto mai un regalo, sarebbe scortese non trovi?>>, disse Godric scherzando anche lui.
Per la prima volta non si stavano esattamente odiando ma stavano semplicemente ridendo insieme delle battute di entrambi, come dei vecchi amici il cui odio ormai era solo un brutto ricordo. Seppellito nel tempo dall'amicizia.
Finita la cena fu Tosca a ripulire i piatti e a rimetterli sul loro scaffale.
Dopo aver sistemato tutto era ora di decidere le stanze dove avrebbero dormito.
<<Io prendo la stanza dei miei genitori.>>, disse Salazar, <<Ce ne sono poi altre due disponibili, quella mia e quella degli ospiti. La camera degli ospiti dispone di due letti.>>
<<Va bene, allora io dormo nella tua vecchia stanza...>>, cominciò Godric ma venne subito interrotto.
<<Non se ne parla.>>, disse Salazar, <<E lì dove dorme anche il basilisco, e da quel che ho capito tu lo vuoi morto.>>
Godric rifletté un attimo.
<<Ma allora perché non ci dormi tu là, insieme al tuo prezioso animaletto da compagnia, e non fai dormire nella stanza dei tuoi genitori Cosetta e Tosca, mentre io vado nella stanza degli ospiti?>>, chiese infine.
<<Perché se lo facessi i miei genitori si rivolterebbero nella tomba.>>, rispose seccamente lui, <<In quella stanza ci dorme solo chi fa parte della famiglia, e non mi risulta che siamo parenti.>>
<<Fa niente, se Godric non vuole ci dormo io nella stanza col serpente.>>, si propose Cosetta.
<<Perfetto!>>, esclamarono Godric e Tosca all'unisono prima di rendersi conto che era un'idea orribile per loro, <<Non se ne parla!>>, gridarono subito dopo averci pensato su.
<<Perché?>>, chiese Cosetta.
<<Io non ci dormo con lui!>>, disse Tosca, indicando Godric col pollice.
<<Perché? Mica vi dovete guardare più di tanto. Vi addormentate e basta, tanto siete in letti separati.>>, spiegò Cosetta.
<<Si ma...>>, Tosca si avvicinò verso l'orecchio di Cosetta, ma non abbassò di molto il tono di voce,<<Non mi fido di questo qui!>>
Godric, che riuscì a sentirla dato che non era stata proprio silenziosa, si infuriò davvero stavolta.
<<Ma come ti permetti?!>>, gridò trattenuto da Cosetta mentre Salazar si godeva la scena sorseggiando del tè seduto sul divano, <<Per chi mi hai preso?! Sono un uomo d'onore io cosa credi!>>
<<Gli uomini sono sempre uomini.>>, rispose semplicemente Tosca con l'aria di chi la sapeva lunga.
<<Concordo.>>, disse Salazar, intromettendosi solo per far infuriare di più Godric.
<<Zitto tu!>>, gli gridò Cosetta che, non essendo mai stata una persona forte, ce la metteva davvero tutta per evitare che Godric si avvicinasse a Tosca, <<Anzi, zitti tutti! BASTA!>>, urlò piena di disperazione.
Ma Tosca e Godric non la smettevano di azzuffarsi, ed era un miracolo se stessero restando in un conflitto più vocale che fisico.
Alla fine, quando non ne poté più, Salazar si alzò e con un gesto annoiato della bacchetta tutti si zittirono all'istante. Perfino Cosetta.
<<Allora,>>, esordì lui, <<faremo così. Godric dormirà con Cosetta nella stanza degli ospiti e Tosca in quella col basilisco. Se ci state ci state se no ve ne andate!>>, concluse per poi salire al secondo piano.
Gli altri tre, che non potevano ancora parlare, se ne andarono in silenzio ognuno nella sua stanza.
Non ci volle molto per Cosetta e Godric trovare la stanza degli ospiti.
Fu quando la trovarono però che si chiesero se non avessero sbagliato.
Più che per ospiti infatti sembrava per prigionieri.
I letti erano quattro sacchi di paglia ciascuno, tre che formavano il letto e l'ultimo come cuscino.
I due si guardarono sperando entrambi che l'altro gli gridasse "Scherzetto!".
Ma non successe.
Cosetta scelse quello di destra per poi andare in bagno a cambiarsi.
Godric si cambiò direttamente nella stanza e si buttò a letto sfinito.
Erano giorni che camminava senza sosta e quando finalmente poteva riposarsi litiga proprio con quella che nel gruppo era la più simpatica.
"Se non mi fossi litigato a quest'ora avremmo condiviso la stanza assieme.", pensò lui con rabbia verso se stesso, "Perché devo rovinare sempre tutto?!"
Cosetta rientrò e lui fece finta di dormire.
Lei invece non si addormentò subito neanche per finta.
Restò seduta su uno dei sacchi che componevano il suo letto a pensare.
Cosa avrebbero fatto domani? Dovevano iniziare a cercare il diadema ma dove? Non avevano una pista, il diadema poteva essere ovunque.
Non avevano trovato niente per strada mentre arrivavano in questa casa, forse non l'avrebbero trovato mai.
Rassegnata da quell'idea andò a dormire, cercando di dimenticarla.
Ma essa andò a tormentarla anche nei suoi sogni.



Bonjour 👋🏻
Forse questo è un po' corto come capitolo, e non arricchisce più di tanto la storia, ma mi è piaciuto scriverlo perché volevo far capire che anche la fondatrice di Tassorosso non è sempre buona e indifesa ma anche aggressiva e forte, Grifondoro è coraggioso sì, ma davanti alla sua fobia ha paura come gli altri alla fin fine, perfino Corvonero non ha la soluzione a tutto ed è piena di dubbi, e anche Serpeverde può essere gentile ogni tanto e per una volta risolvere la soluzione anziché complicarla.
Spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!❤️


Ciauz👋🏻😎

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