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Il vento gelido soffiava forte sulla banchina della stazione dove Benjamin stava aspettando il treno che lo avrebbe portato più a sud nel paese. Avrebbe dovuto fare ben due cambi prima di arrivare in quella piccola cittadina dimenticata da Dio dove era cresciuto e la cosa di certo non migliorava il suo umore. Aveva sonno e freddo, con il bavero del pesante cappotto cercava di coprirsi il più possibile le guance arrossate, ma con scarsissimi risultati, mentre il vaporoso ciuffo castano volava disordinatamente coprendogli la visuale.

Era rimasto con Federico fino alla mattina precedente, beandosi della presenza esuberante del più piccolo. Poi il biondo era dovuto andare sul set per girare una scena e lui se ne era tornato a casa sua, seppur di malavoglia, per preparare alla meno peggio il borsone da portare con sé per le vacanze. In realtà si era buttato sul divano, godendosi la solitudine dell'appartamento - Theo era già partito per l'Irlanda dove avrebbe trascorso tre settimane di vacanza con la sua famiglia - e aveva guardato tutti i programmi più trash che conosceva con l'aiuto di due pacchetti di patatine al formaggio. Solo intorno alle otto di sera si era deciso ad arrampicarsi sulla scrivania della stanza per riuscire ad afferrare il borsone, lanciato in malo modo sopra l'armadio, e tirarlo giù ingoiando una quantità di polvere che l'aveva fatto tossire e starnutire per dieci minuti buoni. Forse avrebbe dovuto intensificare le pulizie da una a due volte a settimana, e magari fare qualcosa in più che limitarsi passare l'aspirapolvere nei punti visibili.

Durante la notte il pensiero di dover affrontare un'intera settimana con tutti i parenti e gli assilli continui di sua madre l'aveva costretto a girarsi e rigirarsi nel piumone, senza riuscire a prendere sonno se non alle quattro passate. La sveglia era suonata, puntuale come il canto del gallo, alle sette e trenta precise, e Benjamin era scattato a sedere sul letto con gli occhi rossi e gonfi spalancati, si era passato una mano sul viso stanco e si era subito deciso a farsi una doccia, nel patetico tentativo di darsi una svegliata.

Come si poteva intuire dalla sua faccia stanca, non aveva funzionato per niente, né la doccia né il vento gelido che gli soffiava addosso.

Finalmente il treno si fermò al binario e Benjamin salì velocemente alla ricerca di un po' di calore, il vagone era praticamente vuoto quindi lanciò il suo borsone su un sedile a caso e si accomodò a lato finestrino, per poi infilarsi le cuffie nelle orecchie e premere play sulla sua playlist preferita.

Una fermata brusca lo fece sobbalzare all'improvviso tempo dopo. Guardò il telefono in preda al panico, temendo di aver dormito troppo e aver perso la fermata, ma mancava ancora un po'. Sullo schermo c'erano però due messaggi, il primo era di Adam che gli chiedeva come stessero andando le vacanze. Rispose in fretta senza prestarci troppa attenzione e passò subito al secondo, Federico che gli augurava buon viaggio, erano solo due parole ma un lieve sorriso si dipinse sulle sue labbra screpolate.


Era ancora tutto come lo ricordava.

Benjamin era appena sceso dal treno con il suo borsone malamente appoggiato ad una spalla e stava osservando l'esterno della piccola stazione, sulla destra c'era un bar praticamente deserto come sempre, mentre dall'altro lato un cancello portava ad un piccolo parchetto. Ora era vuoto, a causa del freddo pungente, ma il ragazzo ricordava i pomeriggi passati lì dentro con i suoi due amici dopo la scuola o a limonare con il suo ragazzo le sere d'estate. Si lasciò scappare un sorrisino quando quelle scene gli invasero la mente, dopotutto erano bei ricordi.

Decise di attraversare il parco per dirigersi a casa, che distava solo una quindicina di minuti dalla stazione, anche se avrebbe potuto prendere anche un'altra strada. Passando di lì, però, avrebbe potuto attraversare la via centrale e farsi un giro per il paese, aveva voglia di vedere se era cambiato qualcosa, o semplicemente di sentire di nuovo la sensazione che quel posto era in grado di dargli. Lo odiava, lo odiava davvero, ma era comunque casa.

Just like in the movies - [Fenji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora