Goduria- Killer

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Piccola premessa: è la prima volta che pubblico una mia storia, spero sia di vostro gradimento e se avete qualche consiglio per migliorare :)
Ora vi lascio al racconto, buona lettura!

Sento come un richiamo, una voce, non so bene da dove provenga so solo che mi sta tormentando da davverotroppo tempo. Non mi resta altro che ubbidire ai suoi ordini, così mi aggiro come un lupo affamato per la città in cerca di qualcosa che possa placare questo mio tormento. Sono in strada, in mezzo amille luci e a edifici altissimi circodato da persone ignare di tutto. Ecco qua, il luogo perfetto: ora mi trovo in un vicolo buio,pieno di cassonetti fradici e piccoli roditori all'interno di essi; non mi resta che aspettare.
Passano le ore ma niente, proprio nel momento in cui tutto mi sembrava perduto trovo la mia preda: unabellissima ragazza dai capelli ramati,occhi color smeraldo e dal suo aspetto posso dedurre abbia circa 25 anni. Mi avvicino a lei con una scusa, le tappo la bocca e la trascino con me in fondo al vicolo.

Le dico di stare tranquilla, non le farò nulla... almeno per ora.

Le do un piccolo colpo sulla testa,giusto per renderle il viaggio verso casa più tranquillo e le lego braccia e gambe in modo da trasportarla fino alla mia umile dimora.
Mi incammino con passo deciso e senza dare troppo nell'occhio midirigo verso casa, sento già l'adrenalina scorrermi in corpo e lavoce mi sussurra "continua, vai non fermarti". Finalmente ci siamo, apro la porta di casa e butto il giovane corpo sul mio letto.Ormai è quasi ora, non sto più nella pelle. Le tolgo delicatamentele corde dal suo corpo angelico e attendo che i suoi occhi rivedanola luce.

Dopo poco tempo vedo il suo corpomuoversi e gli occhi aprirsi, subito inizia ad agitarsi e a urlare così la immobilizzo nel letto con delle manette, poi mi dirigo incucina dove prendo dei medicinali per aiutarla a rilassarsi. Torno dalei con il necessario e le faccio ingoiare delle pasticche; aspettando che esse facciano effetto frugo nella sua borsa dovetrovo 100 dollari, un libro e un braccialetto d'oro, ma questo non placa la mia fame.
Il momento è giunto, ora è quieta e possoiniziare a lavorare. Prendo i miei attrezzi dall'armadio: cacciaviti,martello, pinze... e finalmente inizio. Mi avvicino a lei, la mia voce si fa sempre più forte e mi incita a toccarla così le tolgo ivestiti e accarezzo le delicate curve, pian piano incido la sua carnecon i miei strumenti. Sento l'adrelina scorrermi nelle vene, quantomi piace questa sensazione: l'odore, il colore e il sapore del sanguenutre la mia anima inquieta.

La voce,ormai diventata un urlo miordina di non fermarmi, così le incido dal petto fino ad arrivare al suo ventre e osservo il sangue sgorgare come un fiume in piena. Pianpiano il suo respiro si fa sempre più affannato e i battiti del suocuore sempre meno frequenti, un'altra vita sta per abbandonare questo mondo per dirigersi chissà dove. Mi appoggio a quello che una volta era il suo petto ed ascolto il rumore dei suoi battiti farsisempre più lievi fino a scomparire.
Mi alzo soddisfatto del miolavoro con addosso una sensazione di piacere immenso, una goduria che non provo in nessun altra occasione oltre a questa.

La goduria per me è questo: la sofferenza, il male, il sangue.

Sono un killer.

~Letybug

EphemeralWhere stories live. Discover now