AUGURI

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Auguri, si. A un'amica fantastica, a un'amica che sa esserci sempre, che sa essermi vicina anche con un semplice messaggio, che mi ha sostenuto e supportato sempre, nel bene e nel male, che è stata capace di convivere con me nel mio dolore e di gioire con me quando ero felice. Auguri a quell'amica che ho sempre voluto avere e che adesso che è qui al mio fianco e ancora non ci credo. Auguri a quell'amica che nonostante tutte le giornate no è sempre pronta a stare con me e che spero stia qui con me ancora per un po'... Un bel po'... Okay, facciamo per sempre. Perché io senza di lei, ormai, non so più che fare. Auguri a te, Sharon, i più sinceri che possa farti. Ti auguro sempre tutta la felicità che ti meriti, tutto l'amore che lui e che, spero, anche io possiamo darti e dimostrarti sempre, tutto il rispetto che una ragazza come te dovrebbe ricevere sempre e da tutti. Tantissimi auguri, piccola mia, che questi 18 anni siano l'inizio di una vita felice e piena di amore.

Love ya, with love, Chiara.💙

Ps. Buona lettura, a te e a tutti!

~~~

"«Che dici, lo svegliamo?» mi guardò con la coda nell'occhio aspettando che il biscotto di inzuppasse bene.

«Se non si sveglia entro un quarto d'ora okay?» le risposi sorseggiando il mio latte macchiato.

«Mi hai risposto così anche un quarto d'ora fa... Ma okay.» sbadigliò lei.

Guardai l'orologio e la lancetta dei minuti si spostò di poco, segnando così le nove e mezza del mattino.

«Va bene, vado a svegliarlo.» mi alzai dalla sedia e mi diressi con nonchalance verso la mia stanza, la nostra stanza.

Aprii la porta piano, facendo attenzione a non fare rumore e Chiara mi arrivò alle spalle, facendomi sobbalzare dallo spavento. Appoggiò il mento sulla mia spalla e sorrise.

«Che intenzioni hai?» sussurrò.

«Saltargli addosso, come sempre.» sorrisi a mia volta.

Aprii ancora un poco la porta per poter passare comodamente e le feci segno di stare zitta, con un dito sulle labbra. Lei mi guardò e il suo sorriso si allargò e mi fece segno di aspettare un momento con la mano, così accennai un si con la testa. Due minuti dopo era di nuovo sulla soglia, entrò con me in camera e mi fece avvicinare a lei. Accese il telefono e andò sulle note, scrivendomi questo: "Okay, io accendo la musica a palla, metto la cassa sul comodino così non gli parte un timpano, e quando si sveglia gli salti addosso. Se non si sveglia con la musica, gli salto addosso comunque". Io sorrisi e accennai un si con la testa, mettendo in pratica il piano. In punta di piedi si avvicinò al comodino e ci appoggiò la cassa, già collegata al cellulare via Bluetooth, digitò ancora qualcosa sul telefono e poi si accovacciò, guardandomi e accennando un si con la testa. Mi misi in posizione e guardai Chiara, che fece il countdown con le dita. Tre, due, uno e partì una canzone rock metal, col volume al massimo, nel bel mezzo di un assolo di chitarra elettrica e dopo qualche secondo una voce acutissima la sostituì, facendo svegliare di colpo il mio ragazzo, Moustafà, che si sollevò con la schiena dal materasso, allora io feci due passi e saltai verso di lui, placcandolo e facendolo sdraiare di nuovo. La musica si bloccò, e finalmente potei sentire la risata di Chiara, che intanto smontava il tutto e usciva dalla stanza, lasciandoci da soli.

«Svegliarmi come tutte le persone normali con un bacio e un buongiorno era troppo normale?» mi chiese lui, strofinandosi gli occhi.

«No, direi di no. Sarebbe troppo normale per me.» lo baciai sulle labbra più volte, fino a quando qualcuno bussò alla porta.

«Vado a fare la spesa, vi serve qualcosa? A parte i preservativi, si intende...» parlò Chiara, senza aprire la porta.

«No, niente! Grazie.» rise lui, coprendosi la faccia con le mani.

Risi a mia volta e Moustafà si girò verso di me, continuando a sorridere e mi baciò, appoggiando una mano sulla mia guancia, ma ritraendosi subito.

«Scusa...» sussurrai «Non volevo... Tentarti, insomma...»

«Non è colpa tua... E neanche mia, insomma... Vorrei solo poter essere libero di fare quello che mi pare come gli altri ragazzi.»

«Ma fino a quando non ti sposi non puoi... Lo dice la tua religione.»

«Sai, volevo aspettare il viaggio che faremo il mese prossimo a Madrid... Ma non credo di riuscire ad aspettare oltre...»

Si alzò dal letto e si mise un paio di pantaloncini a caso, poi si diresse verso l'armadio, ma non lo aprì. Si chinò da parte a quello e prese qualcosa di piccolo, si alzò e lo aprì verso di lui, senza farmi vedere nulla. Mi misi a sedere sul bordo del letto e una lacrima rigò la mia guancia. Si avvicinò e si inginocchiò davanti a me, guardando prima quella piccola cosa che teneva in mano e poi me, con un piccolo sorriso sulle labbra.

«Io... Non so esattamente come formulare la frase... Mi ero preparato un foglio con tutto quello che avrei voluto dirti in questo istante, ma non so se sarò capace di dirlo com'è scritto... Ci provo lo stesso... Sono anni che stiamo insieme. Ringrazio il cielo ogni giorno per avermi dato la possibilità di conoscerti quel giorno e ancora di più per quel giorno in cui mi hai chiesto se ero ancora disposto ad essere il tuo ragazzo... Eravamo alle superiori... E adesso che sono passati quasi dieci anni da quel giorno, dieci anni esattamente il mese prossimo, l'ultimo giorno del nostro viaggio insieme... Vorrei semplicemente chiederti di farmi ancora più felice, di rendermi un uomo, di rendermi il tuo uomo, e non solo più il tuo ragazzo. Voglio essere il tuo uomo e voglio che tu sia la mia donna. Vuoi diventare la mia donna, mia moglie?»

Girò verso di me quella piccola cosa, quel piccolo cofanetto vellutato che conteneva un piccolo anello, in oro bianco, decorato di tanti piccoli diamantini azzurri che circondavano un diamante più grande, azzurro anch'esso, a forma di cuore. Mi portai una mano alla bocca e sentii le guance bagnarsi sempre di più. Chiusi gli occhi e feci di si con la testa, singhiozzando. Lui mi prese la mano destra e mi infilò l'anello all'anulare, baciando subito dopo le nocche. Mi buttai su di lui e lo abbracciai, continuando a singhiozzare.

«Sono tornata!» la voce di Chiara si sentì subito e subito si rattristì «Sha? Sha tutto bene? Sha dove sei? Che succede??» sentii i passi veloci venire verso la nostra stanza.

Sorrisi e mi alzai, in tempo per vedere la porta aprirsi e la sua espressione preoccupata.

«Oddio che succede?? Che le hai fatto??» urlò rivolta a Moustafà «Perché stai piangendo piccola?» mi chiese amorevole e si avvicinò a me abbracciandomi.

Mi staccai da lei e le mostrai la mano, l'anello che splendeva alla luce del sole che entrava dalla finestra e che illuminava la sua faccia che lasciava il posto allo stupore e a un sorriso. Mi prese la mano e la scrutò, guardandomi ad intervalli, per poi abbracciarmi stretta, senza dire nulla, solo "questa volta hai davvero rischiato" rivolta a Moustafà che rise non troppo convinto. Si staccò da me e mi baciò sulla guancia.

«Vado a mettere a posto la spesa.» sorrise e se ne andò sorridendo.

Chiuse la porta e si sentì chiaramente un "lo sapevo!» dall'altra parte, facendomi scoppiare a ridere. Tornai sui miei passi e tornai ad abbracciare Moustafà, che nel frattempo si era alzato, e lo baciai. Lo baciai come se fosse l'unica cosa che avessi voluto fare in tutta la vita. L'unica cosa che voglio fare in tutta la mia vita. Ecco come papà mi ha chiesto di sposarlo, ma ora a letto, forza che è tardi."

"Va bene, mamma! Buonanotte" la baciò sulla guancia una bambina coi capelli lunghi.

"Buonanotte mamma!" la bacio sulla guancia un bambino più piccolo, abbracciandola subito dopo e correndo dietro alla sorella maggiore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2017 ⏰

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