#Immagina-volgare- Harry Styles :B

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Le sfioro le guance con le labbra, scendendo fino al suo collo scoperto e la mia mano cerca il suo seno. Scivola via dal posto e in una semplice mossa si alza, posizionandosi davanti al letto. Mi alzo a mia volta, tenendo le distanze. La squadro, soffermandomi a fissarle il seno, i capezzoli visibilmente irrigiditi, pieno e in evidenza sotto il semplice top. Scorro gli occhi sul suo bacino, incollando lo sguardo sulla figa coperta dai leggins, sperando che lei si giri di scatto e mi faccia vedere anche il culo sodo.

«Harry, che cosa vuoi fare?» sorride Sharon maliziosa, abbassando lo sguardo sul mio pacco.

«Farti capire chi comanda ora.» affermo serio.

Lei ride, pensa che io stia scherzando. La spingo sul letto e la sovrasto, bloccandole i polsi e alzandole le braccia con poca cura. Le strappo via il top e i leggins, lasciandola solo con le mutandine. La faccio girare a pancia in giù, graffiandola nel farlo. Le abbasso le braccia e le lego i polsi dietro la schiena con il top stracciato. Sogghigno, strappandole via anche quel misero intimo che la copriva e spogliandomi a mia volta. Mi abbasso a leccarle e a morderle la pelle del culo, mentre lei mi circonda il collo con le gambe. Mi sciolgo dalla sua morsa, facendola inginocchiare con il busto ancora a contatto con il materasso e il mio paradiso in bella vista, alla mia vista. Con poca cura la penetro con tutte le dita, il pollice che finisce però nel culo, e la sollevo. Lei cerca con tutte le sue forze di contrastarmi, ma si arrende facilmente, così la sposto, in modo che si allunghi accanto ai cuscini. Con la mano di nuovo libera mi sego davanti al suo sguardo paralizzato. Mi avvicino a lei, il mio amico in botta, posizionandomi sulla sua faccia e affondo nella sua bocca. La scopo da lì e velocemente, senza curarmi di cosa pensi lei. Mi stendo su di lei, abbracciando le sue gambe e muovendomi sempre più velocemente, i suoi sospiri si trasformano in versi soffocati, quasi grugniti. Mi fermo, sentendo la sua gola a contatto con la cappella ed mi libero, non riuscendo a trattenermi oltre. Sento la sua bocca riempirsi di colpo e svuotarsi poco alla volta, continuamente riempita da me. Esco da lei, continuando a sborrare tra il suo corpo e il mio. Riprendo fiato, mentre lei prende in bocca le palle, salendo fino alla base e in cerca di nuovo divertimento. L'accontento, scopandole di nuovo la bocca e riprendendo da dove avevo smesso. Vengo di nuovo in lei, con la stessa violenza di prima e senza uscire da lei fino a quando non mi sono liberato del tutto. Tossisce violentemente, ma gli do poco peso, ribaltandola di nuovo a pancia in giù e riprendendola per la figa, facendole alzare il culo verso di me. Mi giro verso il comodino e da un cassetto tiro fuori un dildo particolare, con una seconda estremità per un doppio divertimento. La sfondo con quello in entrambi i buchi, aggiungendo il mio amico al culo e sentendola lamentarsi. La prendo per la coda di capelli e le tiro indietro la testa, per quello che posso.

«Ti stai divertendo?» le sussurro all'orecchio, dopo essermi steso sulla sua schiena.

«Haz...» annuisce, una smorfia di dolore si forma sulle sue labbra ancora sporche di sperma. Mi fermo ed estraggo tutto, facendola girare a pancia in su e tiro fuori dal cassetto un piccolo vibratore piatto e allungato, con degli elastici attaccati per poter essere messo come una semplice mutanda. Glielo faccio indossare, posizionandolo sul clitoride e lo accendo, vedendola contorcersi dal piacere da subito. Alza il bacino e io glielo sorreggo, penetrandola violentemente con il dildo. Lei urla, mentre io mi metto sotto di lei e la penetro nel culo anche con il mio pene, facendola quasi cadere. Inarca la schiena e piega le ginocchia, dandomi libero movimento. Spalanca la bocca e torna a urlare, stavolta dal piacere. Tolgo il dildo, godendomi totalmente la scopata. Mi stendo su di lei, crogiolandomi nella sua voce di, ormai, sottofondo e nel calore che man mano cresce in me. Le sue gambe mi circondano di nuovo e la lascio fare, mentre io mi appoggio sugli avambracci e con le mani gioco con le sue tette, tenendole ferme, mordendone la pelle o il capezzolo oppure stringendole, come ora che sento di nuovo il bisogno di svuotarmi. Ma voglio farlo nella sua bocca. Mi piace farlo con la sua bocca, così calda, non se lo aspetta, esco da lei, mi alzo e mi posiziono sopra il suo busto. Metto il cazzo tra le sue tette e gliele stringo attorno con poca difficoltà, tanto sono grandi. Mi muovo, la mia cappella che sbatte contro il suo mento e poi arriva alla sua bocca. Lascio perdere la spagnola appena iniziata e mi giro dalla parte opposta, tornando alla posizione precedente con la faccia rivolta verso le sue gambe. La scopo ancora da così, fino a venire ripetutamente e ancora con grandi quantità da farla tossire. Continuo a muovermi, mentre sono seduto sul suo petto. Sento i capezzoli rigidi sotto il culo. Mi stendo su di lei e continuo a stimolarmi, sposto il piccolo vibratore sulla figa e lecco il clitoride, forse ora intorpidito e poco sensibile. Prendo un nuovo dildo per la figa, abbastanza grande e le sfondo il culo, muovendolo velocemente e sentendola di nuovo urlare dal piacere. Il suo corpo inizia a tremare, forse finalmente sta venendo anche lei. Continua a divincolarsi e a inarcare la schiena per quello che può. Respira a scatti e muove il bacino a vuoto, spezzando gli urli con gemiti soffocati. Arriva all'orgasmo con me, che vengo tra i nostri corpi a mo' di panino. Lei ride e ignora la fermata del vibratore e l'estrazione del dildo, mentre io metto via tutto e recupero i suoi leggins stracciati, dividendoli del tutto in due. La ribalto a pancia in giù e le slego il top dai polsi. Le faccio alzare le gambe e le lego, una alla volta, la caviglia con il polso, lasciandole allargate, in modo da poterle spostare davanti o dietro senza problemi. La ribalto a pancia in su, notando che la mia idea funziona, tiene le gambe e le braccia allargate dandomi l'accesso a tutto.

Mi abbasso a terra e prendo le mie mutande, pulendomi sia l'attrezzo che le nostre pance. Mi abbasso e la sfioro col naso, senza fare rumore. Appoggia i piedi al materasso, muovendosi poco sotto il mio tocco. Sorrido, iniziando a leccarla piano, fino a infilargliela dentro e assaporandola. Mi alzo, le mordo la pelle e salgo poco alla volta, fino ad arrivare a morderle il collo. Le lecco la pelle e scendo di nuovo, stringendo le tette e succhiandole avidamente, per poi sfondarla ancora. Alza il bacino verso il mio, agevolandomi, e abbracciandomi per graffiarmi lievemente la schiena. Mi da fastidio, ma faccio finta di nulla, preso soprattutto dai miei nuovi antistress. Allarga di nuovo le braccia e tira le lenzuola, sussurrando qualcosa che non sento, rimane ottavato, allungandole poi contro il corpo. Lei geme forte, sembra quasi un urlo, segno che è arrivata all'orgasmo. Io mi appoggio sull'avambraccio, lasciando che la mia testa si abbassi senza che io ragioni, uscendo da lei. Mi alzo e con le poche forze rimaste mi posiziono di nuovo sulla sua faccia, scopando la sua bocca e sborrare lì, sentendola di nuovo tossire per la quantità di liquido che esce da là. Mi lascio cadere accanto a lei, esanime. Riprendo fiato, volgendomi verso di lei, le gambe ancora allargate e un rivolino bianco che le scivola giù dalla bocca aperta per prendere fiato. Il petto le si alza e si abbassa velocemente, rallentando poco alla volta fino a diventare regolare. La guardo, ma con la mente sono da tutt'altra parte, cosicché inizio a ridere. Lei mi squadra, passando dal tranquilla a forse infuriata.

«Che cazzo ridi Styles? Stai ridendo di me?» sbotta.

«In un certo senso...» riesco a dire tra una risata e l'altra «Ho sempre desiderato scoparti, ma non ho mai immaginato questo finale.» continuo a ridere.

«E cosa avevi... "immaginato"?» alza le braccia quel poco per farmi vedere le virgolette all'ultima parola.

«Con il carattere che ti ritrovi, avrei immaginato che tu mi avresti tirato un cazzotto e avresti preso le redini della situazione!» allargo le braccia, sdraiandomi a fissare il soffitto.

«Che carattere avrei io?!» urla incazzata.

«Questo, cazzo! Se qualcosa non ti va bene urli incazzata, cambi la situazione come cazzo ti pare e sembra che solo tu debba stare bene! Ma non è così, anche io voglio stare bene e io ci riesco solo avendo la situazione in mano mia come prima» sbotto, alzandomi dal letto e andando al bagno, lasciandola nuda e ancora legata.

Ritorno dopo qualche minuto, dopo una doccia veloce, trovandola seduta con la schiena appoggiata alla testata del letto, le braccia allungate verso le caviglie e le ginocchia piegate. Mi avvicino a lei e le slego i nodi, buttando via gli stracci.

«Se vuoi, puoi farti una doccia prima di andartene. Intanto io ti cerco qualcosa di decente da mettere invece che quei vestitini da puttanella stracciati.»

Lei mi guarda, si guarda i polsi e si alza, dirigendosi subito in bagno, senza dire una parola. Vado verso il mio armadio e ne tiro fuori una maglia leggera e un paio di pantaloni leggeri della tuta. Vado verso la stanza di mia sorella e prendo un paio di slip e un reggiseno che le sta piccolo, andando poi nel bagno. Poso tutto sulla sedia ed esco, sentendo dopo non molto l'acqua fermarsi. Dopo una decina di minuti torna in camera, avvisandomi che se ne sta andando.

«Okay, ci becchiamo in giro, come sempre.» annuisce e se ne va.

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