-Puoi davvero costruire un'arma con questa roba? -McArthur osservava con occhio critico la collezione di cianfrusaglie che avevo ammucchiato su un largo bancone da lavoro, lasciandomi appena lo spazio necessario al mio cheeseburger, che avevo appena finito di divorare.
Ci trovavamo davanti a una serie di oggetti a dir poco disparati. E, in effetti, totalmente inutili se non si aveva la pazienza e l'intelligenza per metterli assieme e farne qualcosa di nuovo. Possibilmente funzionante.
-Non un'arma, Artie. Un... rilevatore, più o meno. Guardi Star Trek?
-Cosa c'entra? - perché ogni volta che cercavo di spiegarmi gli umani se,bravano sempre più confusi? E sì, avevo visto Star Trek. Ho passato mesi in ospedale, ricordate?
-Hai presente i Tricorder?
-Sì! È una cosa del genere?
-No. Dimenticalo, è completamente diverso. Fa molte più cose, e di norma è molto più attendibile. Quando funziona a dovere e soprattutto è costruito con i materiali giusti. Con questa robaccia, non so cosa verrà fuori.
-Ah, a proposito... lo sai che non mi chiamo Artie, vero? - il sorriso imbarazzato rendeva ancora peggiore quello che stavo per dirgli...
-Sì, ma non mi ricordo il tuo nome. Non dirmelo, non servirebbe a niente. Ormai nella mia testa sei Artie. Scusa, non volevo dirtelo. - feci una delle mie smorfie migliori, cercando di non mortificarlo troppo. Gli umani sanno essere molto sensibili.
-Non fa niente... credo.
-Beh, adesso sciò, devo lavorare. Vai... a fare qualunque cosa facessi prima che arrivassi io a sconvolgere la tua routine. So che voi umani ci siete attaccati.
-Okay, beh, se hai bisogno di me, chiama, sono qui fuori, due porte a sinistra.
-Due a sinistra? Sarà fatto. - lo salutai e mi misi al lavoro.Accidenti. Erano due ore che lavoravo. Non ci avevo mai messo tanto. Perché diavolo era così difficile mettere insieme un cacciavite sonico? Il Dottore se lo faceva ricostruire dal suo TARDIS ogni volta che lo rompeva, ma io non avevo sempre questa fortuna, e mi ero dovuta arrangiare molte volte quando aveva qualche guasto, riparandolo da sola. Avrei dovuto sapere come si faceva!
E invece, ero qui con un pezzo di stagnola cercando di capire perché non catalizzasse correttamente l'energia del microgeneratore appena costruito.
Va bene, mi dissi, non preoccuparti. Finii la seconda parte del rilevatore posto in cima al congegno, inserii il minuscolo schermo all'interno, provai a estenderlo un paio di volte e mi sembrò funzionare.
Lo assemblai alla meglio, cercando di renderlo meno raffazzonato possibile. Aver usato una penna e del nastro adesivo non aiutava affatto. Alla fine, non venne proprio come lo avrei voluto, ma almeno funzionava. Avevo dovuto sostituire la stagnola con un filo di ferro attorcigliato con uno di rame, ma adesso filava che era una meraviglia.Andai da Artie per fargli ammirare il mio capolavoro. Stava lavorando chino su una pila di fogli, con un camice addosso e un microscopio accanto.
-Ehi.
-Cosa fai?
-Sto impazzendo dietro ad alcune cellule che abbiamo trovato nella stanza misteriosa.
-Non dovrebbe occuparsene un biologo?
-Lo ha fatto, ma alla fine è venuto da me. L'unica cosa che ha capito è che sono cellule nervose.
-È un passo avanti. Io ho finito il mio... sensore. O come lo vuoi chiamare. La mia gente lo chiama cacciavite...
-...Sonico! È un cacciavite sonico!
-Ah. Lo conoscete anche voi. Bene.
-Il Dottore lo usa continuamente. Non credo che riuscirebbe a fare tutto quello che fa senza quell'affare!
Gli lanciai un'occhiataccia. Davvero? Aveva così poca fiducia nell'intelligenza smisurata di un Signore del Tempo?
-Non fraintendermi, è un genio, ma lo usa anche per accendere la luce a distanza, quando non ha voglia di alzarsi!
-Beh, sono felice di sapere che non lo faccio solo io. Comunque, è un po' raffazzonato, ma dovrebbe funzionare. Spero.
-E adesso?
-Andiamo a scoprire se ho sbagliato qualcosa.Tornammo nella stanza inesistente, con un percorso molto meno tortuoso. Nel frattempo, Artie mi chiese un resoconto completo delle funzioni del cacciavite. Non sono sicura capisse qualcosa di quello che stavo dicendo, ma sembrava molto interessato. Se non altro, recitava bene. Stavo giusto iniziando a descrivere il motivo della luce, quando giungemmo alla nostra destinazione finale.
-Adesso stai indietro. Non vorrei che facesse esplodere qualcosa.
-Sei davvero così poco sicura della tua opera o vuoi solo che sia più stupito quando funzionerà alla perfezione?
Non risposi, ma lo attivai. Funzionò, miracolosamente. Rilevava segnali confusi, decisamente alieni, compatibili con una fonte di energia enorme, sicuramente biologica. Potevo segnalare una potente attività biochimica, oltre che una sorta di passaggio di corrente bioelettrica dalla creatura all'edificio.
-Ho capito come ha fatto a uscire e perché le pareti sembrano fluttuare in un diverso stadio di entropia.
-Davvero? - Artie mi osservo stupito è preoccupato? No, dovevo aver frainteso.
-Sì, è riuscito a sovraccaricare il sistema e ha talmente sfasato le pareti da farci un buco attraverso cui passare. Il buco è richiuso, ora, perché è stato prodotto con una modificazione dell'agitazione molecolare della materia stessa. È bravo, non c'è che dire.
-Non credo di aver capito un'acca.
-Beh, non era previsto che lo facessi. Mi piace avere qualcuno che annuisca.
-Oh, grazie della considerazione! - finalmente Artie si rilassò e ridacchiò, anche se solo per un momento.
-Figurati. In ogni caso, ecco una spiegazione veloce: è come se avessi preso un solido, la parete, e l'avessi reso liquido, abbastanza da poterlo attraversare, ma non abbastanza da far crollare il muro.
-Ma perché fare una cosa del genere? Voglio dire, ho capito che voleva scappare, ma perché preoccuparsi di non tirare giù la parete?
-Voi ci sareste arrivati?
-No...
-Appunto. Avreste passato un mese a capire come poteva essere scappato, perché il primo passo per combatterlo, nella vostra mentalità umana, era scoprire un che modo avesse eluso la vostra sicurezza. A quel punto, lui o lei o loro sarebbe stato lontano.
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I'm not alone|| Doctor Who
Fiksi PenggemarSignore del Tempo... Signore del Tempo... O meglio, Signora. Leggete e vedrete. Un'avventura tutta nuova per la nostra Viandante, che si ritrova circondata da umani... forse, o forse no. Come ho detto, leggete e vedrete.