In the end

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-Non ne ho idea! Come ho potuto...? - Martha si interruppe, gli occhi sgranati per la paura e lo shock.
-Dimenticarlo? Non lo hai fatto, perché in realtà non lo hai mai saputo. È una forma un po' rudimentale di mimetizzazione telepatica. Scusa, non l'ho capito prima. Non è difficile, solo dispendiosa. Costa molta energia.
E tu sei tanto stanco, vero... a proposito, come ti devo chiamare?
-Johnassenhdodlendes.
-Oookay, Johnny. Dicevo, sei stanco, vero? Hai consumato così tanta energia per Artie che adesso non puoi più aspettare. La fase finale del tuo piano deve avere inizio.
-Sei brava, femmina umana.
-Oh, ormai dovresti averlo capito! Mi deludi profondamente. Non sono umana.
-Cosa sei, allora?
-Inutile e noioso. La vera domanda è: cosa hai in mente di fare?
-Voglio che soffrano.
-Chi, di preciso? Gli umani? Tutto il mondo? Sono stati cattivi con me, signora maestra!
-Non credo sia una buona idea stuzzicarlo, Viandante... - Martha mi avvertì con tono esitante. Come al solito, doveva metterci lo zampino.
-Lasciami fare, okay? So come trattare gli alieni. Scusa ma ho un po' più esperienza di te, in questo campo.- Poi tornai a rivolgermi al Korallai, che aveva ripreso ad armeggiare con il motore della sua nave. Evidentemente la parte finale del suo piano non era partire. Il motore stava già andando in sovraccarico.
-Dicevamo, Johnny!- esclamai con un sorriso forzato. Dovevo decisamente migliorare le mie doti di attrice.
-Devono soffrire come ho sofferto io. Devono capire che cosa si prova, esiliati, imprigionati e impotenti.
-So che ti hanno fatto del male, ma la tua specie non è così. Siete viaggiatori pacifici, andate in giro per l'universo per esplorare, per conoscere! Non siete vendicativi, siete generosi! Mi avete aiutato, più di una volta! Siamo amici!
-Forse, altri della mia specie sono così, ma io sono stato trattato da criminale, da mostro, così tante volte, in così tanti modi. Adesso non riesco a essere compassionevole con questi esseri. Esseri inferiori. - aggiunse, rivolgendosi a Martha e al cadavere del finto dottor McArthur.
-Non esserlo, allora! Vattene, lasciali da soli, con la consapevolezza di non aver mai imparato da te! Sarà la loro punizione, sapere di aver sprecato la loro occasione per imparare così tanto!- dissi, sperando di essere convincente. Non era una punizione adeguata, lo capivo perfino io, ma il tempo era agli sgoccioli.
-Non è sufficiente. Devono capire che non possono credere di essere superiori all'universo intero. Non sono meglio di noi!
-Lo sanno! Credimi quando ti dico che era un'altra Terra, quella che hai conosciuto tu! Adesso hanno visto i Sycorax! E gli Slythin! E gli Araknos, credo! Sono amici degli Zygon e trattano addirittura con i Guerrieri di Ghiaccio!
-È vero? Quello che dice l'aliena è vero? - l'alieno si rivolse a Martha, con un'espressione dubbiosa in volto.
Per un momento avrei giurato di averla sentita dire "parla lui", ma poi Martha rispose:-Sì, è tutto vero. So che sembra pazzesco, ma non lo è. È successo. Abbiamo imparato tante lezioni, e ora sappiamo che abbiamo ancora tanta strada da fare. La Viandante ce lo ha detto.
-Grazie. - dissi con un sospiro.
-È tutto così diverso, ora... cosa devo fare? - mi guardò sgomento, la faccia che tradiva tutto il dolore che aveva provato durante la prigionia: tradito da quelli che chiamava amici, isolato, solo con la sua rabbia.
Mi venne voglia di chiedergli: perché diavolo lo chiedi a me? Io ero una profuga, non avevo idea di dove andare quando avrei finito qui e se avrei avuto ancora voglia di viaggiare. Come potevo essere d'aiuto a un esiliato come me?
Ma, dopotutto, anch'io ho delle idee geniali.
-Vieni con me! Dovrai stringerti un po', per entrare, ma la nave è spaziosa e sono sicura che quando sarai stufo di viaggiare troveremo un posticino dove potrai stabilirti! Che ne dici?
-Io...-esitò.- accetto. Ad una condizione.
-Sono tutta orecchi.

Beh, non c'è che dire! Non ho mai apprezzato tanto dover scendere a patti! E che vista magnifica!
Ci trovavamo nella bolla d'aria del TARDIS, su un asteroide che rappresentava tutto ciò che rimaneva del pianeta Natale di John (Johnny non gli piace, così l'ho convinto a sopportare di essere chiamato John).

Il sole del posto, che loro chiamavano Vaughn, era diventato una gigante rossa, che bruciava e bruciava tutto ciò che aveva incontrato sulla sua strada. Era tutto scomparso, da quel momento. I pianeti più vicini erano stati spazzati via, mentre il resto era stato bruciato vivo L'atmosfera incandescente aveva incenerito decine di pianeti in tutto il sistema. Centinaia di vite potevano essere andate perdute. Gli abitanti, però, erano stati previdenti. Avevano costruito delle arche ed erano andati via, a colonizzare ed esplorare. Meglio così, dicono molti, altrimenti come avremmo potuto conoscere quelle civiltà? Io avrei preferito, per alcuni, che il loro pianeta si fosse salvato. Ma la storia è storia, e anche una Signora del Tempo può fare poco al riguardo. Ci sono cose che non si possono cambiare, soprattutto quando hanno così tante ripercussioni intergalattiche.

Mi aveva chiesto di venire qui perché per la sua specie questo era un luogo di preghiera, dove si tenevano pellegrinaggi annuali per rendere grazie agli antenati, che erano stati lungimiranti e avevano costruito le prime navi. Senza di loro e la loro intelligenza, adesso non esisterebbero più Korallai.

John aveva saltato almeno venti pellegrinaggi, e voleva recuperare prima di partire per una nuova avventura. Gli avevo proposto di lasciarlo solo, perché avesse un po' di privacy, ma aveva rifiutato. Per loro, la preghiera era un'attività comunitaria e, anche se non appartenevi alla sua specie, John apprezzava che ci fosse qualcun altro ad assistere ai suoi canti di ringraziamento.

-E adesso?
Eravamo tornati nel TARDIS (che, chissà perché, era rimasta una carrozza umana di metà Ottocento) e John si era trasformato in un umano biondo che mi ricordava molto qualcuno di mia conoscenza...
Il fantomatico dottor McArthur avrebbe di certo apprezzato. All'inizio non aveva preso bene che gli avessi tenuto nascosto il fatto che sono una Signora del Tempo, ma gli era passata in fretta quando aveva visto la sua stanza. E poi, gli avevo spiegato che non avrei potuto aiutarlo, anche volendo. Le regole del tempo erano subdole e flessibili, ma perfino io dovevo astenermi qualche volta.

-Beh, adesso si viaggia! Tutto il tempo e lo spazio, tutto ciò che è stato e che sarà! Tutto ciò che è accaduto e che potrebbe succedere. E magari, se sei fortunato, anche qualcosa che in realtà non succederà mai! Da dove vuoi iniziare?

Video: canto di ringraziamento

I'm not alone|| Doctor WhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora