Capitolo 2. "Piacere, Stefano."

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"Siamo arrivati ad Amsterdam. Grazie per aver viaggiato con la nostra compagnia. Vi auguriamo un buon soggiorno in questa splendida città"
Ambra si alzò dal sedile e si guardò intorno. Moltissime persone indaffarate con le valigie bloccavano il corridoio dell'aereo. "Avanti Ambra muoviti, non vedo l'ora di scendere!" Sarah era una bambina di 10 anni, con un sogno come quello di tante altre bambine. Diventare una principessa. E certamente non voleva perdere tempo sull'aereo mentre il suo principe azzurro poteva essere fuori ad aspettarla. "Sarah, la gente ostruisce il corridoio. Mi spieghi come dovrei passare?" Rispose Ambra spazientita. Possibile che dovesse avere tutta quella fretta? Lei sinceramente preferiva rimanere sull'aereo a leggere il suo libro preferito, "Cercando Alaska". Non se la sentiva proprio di affrontare il mondo là fuori.
"Prego"disse una voce maschile. Ambra alzò lo sguardo stupita, e i suoi occhi si posarono sul ragazzo misterioso di prima. "Vuoi passare?" Ambra era imbambolata, non riusciva a parlare. Rispose Sarah per lei: " Sì grazie. Dai Ambra, andiamo" e tirò la  sorella maggiore per il braccio. "Grazie Sarah, ti devo un favore" rispose lei, ancora scioccata.
In realtà non capiva il motivo del suo blocco, ma in quel ragazzo c'era qualcosa che l'affascinava.
Scesero le scale e arrivarono in un lungo corridoio pieno di negozi.
"Andiamo a fare shopping ragazze?" La mamma era così emozionata...Ambra non la capiva davvero.
"Per stavolta io passo...rimango qui a leggere, voi andate pure" disse lei.
"Va bene d'accordo, ci vediamo qui tra un'ora. Mangia qualcosa se vuoi. Ciao, tesoro." Disse la mamma. Non capiva la figlia. Che razza di adolescente non vuole fare shopping gratis?
Le due se ne andarono, e lasciarono Ambra da sola, a leggere.
Dopo un po', decise di andare a cercare un bar per prendere qualcosa da bere. Stava morendo di sete.
"Buongiorno, come posso aiutarla?" Chiese la commessa. "Un caffè, grazie" disse lei. Aveva bisogno di svegliarsi.
Mentre aspettava, si guardò un po' intorno, e fu davvero sorpresa da ciò, o meglio, da chi le stava davanti.
"Ci reincontriamo vedo". Disse il ragazzo moro.
"A quanto pare" disse Ambra.
"Piacere, Stefano" disse il ragazzo.
Ambra si chiese perché si stesse presentando. Del resto, non si sarebbero visti mai più.
"E tu devi essere Ambra". "Come...?"Doveva andarsene da quel ragazzo. Ma la inquietava a tal punto da volerlo conoscere, da voler scoprire quale mistero celasse.
"Tua sorella ti ha chiamato prima, sull'aereo" rispose lui, leggermente imbarazzato.
"Ah già, hai ragione" disse lei. Ma la stava spiando?
"E così, abiti ad Amsterdam?" Ma cosa voleva?
"Si, mi sono appena trasferita" disse lei, un po' scocciata. "E tu?" Ma cosa stava facendo? Da quando le interessava?
"Studio fotografia e i canali di Amsterdam sono perfetti come soggetti. Inoltre, questa città mi ha sempre affascinato." Wow, un fotografo.
Bene...e ora? Chi avrebbe continuato il discorso? Ci fu un silenzio imbarazzato per qualche secondo. Poi Stefano prese la parola.
"Ti va di fare un giro?" Okay. Panico. Doveva andare? Ambra era confusa. Molto. Si disse che per una volta doveva smetterla di ascoltare la ragione. Era sempre stata una santarella. Studiava, prendeva sempre buoni voti, non andava quasi mai alle feste. Ma ora basta. Le si era presentata un'occasione e voleva prenderla al volo.
"Certo che mi va, andiamo."

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