Capitolo 6. Where I am?

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"Do...dove sono?" Ambra cominciò a dimenarsi cercando di capire dove si trovasse, ma tutto intorno a lei c'era il buio più completo.
Sentì uno scricchiolio provenire da dietro la porta che la separava dalla libertà. Doveva uscire di lì.
E poi la maniglia ruotò e la porta si aprì. Una figura alta e un po' curva teneva in mano una candela che produceva l'unica luce nella stanza.
Ambra fece finta di dormire ancora, ma ormai la figura aveva capito che era sveglia e lo stava spiando.
Con un gesto rapido della mano spense la candela e si avvicinò sempre di più ad Ambra, che non lo vedeva ma percepiva il fiato caldo sulla pelle, lo stesso che aveva sentito sul suo collo prima di essere colpita.
"Chi...chi sei??" Domandò lei, speranzosa in una risposta soddisfacente.
"Non mi riconosci?" Disse la figura con una nota di desolazione. La sua voce era così familiare...Ambra però non riusciva a collegarla a nessuno.
"Bene, meglio" disse poi la figura, notando l'incertezza di Ambra.
"Slegami subito!" Ambra aveva preso coraggio. Era legata mani e piedi ad una trave di legno. Chissà in che stanza della casa era. Ma soprattutto, chissà se era ancora nella casa.
"Dove ci troviamo?" Chiese poi, quasi arresa.
"Nei sotterranei della casa, la padrona vuole così" disse la figura, accentuando l'ultima parte di frase.
La padrona vuole così...la signora Stanford. Allora non era sparita per davvero. «Era solo una finta per spaventarci» pensò Ambra.

"Scappa finché sei ancora in tempo."

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