Capitolo 8. E ora?

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Tornata in camera, Ambra si stese sul letto per pensare. Cosa nascondeva quella casa? E, soprattutto, chi è che le voleva così male da volerla rapire? Prese il cellulare e sfogliò le foto nella galleria. La foto di lei ed Emma al centro sportivo dieci anni prima la fece sorridere. Voleva tornare a quell'epoca, rivivere tutti quei bellissimi momenti. Poi, una foto di Mark. Ma non le aveva cancellate tutte? Ambra non si spiegava come ne avesse tralasciata una. La osservò; i suoi occhi azzurri erano sempre gli stessi, così amorevoli e allo stesso tempo bastardi, che ti facevano perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Forse era così che era riuscito a manipolarla, a non farsi scoprire.
Scacciò dalla mente il pensiero di Mark quando le suonò il telefono.
"Amore...dove ti sei cacciata? La colazione è in tavola!" La colazione? Quindi era passata solo una notte. Era mattina....okay, doveva scendere in sala da pranzo.
"Arrivo mamma...mi metto dei vestiti e scendo." Doveva fare finta che si fosse appena svegliata. Non voleva far preoccupare la madre.
Scese le scale di corsa e quasi  inciampò nel tappeto rosso un po' arricciato su un gradino.
"Faccia attenzione ,prego." La signora Stanford era appoggiata al corrimano delle scale e la guardava con fare malizioso.
"Chiedo scusa. Lei non era scomparsa, madame?" Chiese Ambra scocciata dal comportamento della donna.
"Ma certo che no, fiorellino. Dovevo portare a termine alcune...faccende personali." Disse lei sbrigativa.
"Tipo ordinare a chissà chi di rapirmi e uccidermi?" Pensò lei.
La signora borbottò qualcosa come se le avesse letto nel pensiero e se ne andò.
Ambra raggiunse la madre e la sorella in sala e quasi non saltò loro addosso dalla felicità.
La madre si stupì abbastanza di questo suo moto di affetto. "Tesoro...tutto okay?" Chiese, preoccupata.
"Certo mamma, mai stata meglio!" Disse lei sorridendo. Ma la madre non poteva sapere che dietro quel sorriso si nascondeva l'ansia di essere rapita di nuovo e la consapevolezza che questo sarebbe successo molto presto.
Ma lei continuava a sorridere, così da credersi felice per davvero.

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