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Parla Iker

"E sarebbe?" Domandai.

"Eh eh, non te la posso dire adesso. Potrei rovinare il suo effetto! L'unica cosa che posso dire è che tu vada a casa, di cambiarti i vestiti e di venire a casa mia" Disse Sergio facendomi l'occhiolino.

Annuii.

11 luglio 2015, sera, ore 20:00

Chissà dove mi porterà...

Spero che non sia in una discoteca perché non mi piace né ubriacarmi né essere "attratto sessualmente e carnalmente" da una delle tante donne che vanno in quei posti...

Entro in casa, mi faccio una doccia veloce e mi metto una maglietta a tinta unita nera con un paio di jeans blu e delle scarpe da ginnastica bianche.

Esco di casa e telefono Sergio

Drin driiiin...

Sergio: Pronto?

Iker: Ciao Sergio! Sono sotto casa mia. Devo andare verso la tua abitazione oppure vieni tu da me?

Sergio: Tu vieni da me. È vicino e con la macchina, ci metteremo circa 5 minuti. Vedrai che ti piacerà tanto!

Iker: Spero vivamente che dove tu mi porterai, non sia una discoteca...

Sergio: Ma va! Mica ti porto in uno di quei postacci! L'unica cosa che posso dire, è che c'è della musica in quel posto...

Chiamata terminata...

Mi incamminai verso l'abitazione di Sergio che, vedendomi arrivare, alzò le braccia per abbracciarmi.

"Spero che sia bello come tu dici..." Commentai.

"Vedrai che ti piacerà tanto!" Rispose Sergio pizzicandomi la guancia.

Dopo avermi fatto arrossire per bene, mi fece accomodare nella sua macchina.

"Siamo arrivati!" Annunciò Sergio.

Scesi. C'era della musica che mi ricordava un certo musicista che a me piaceva tanto, ma non mi ricordo chi era...

"Oggi, se non sbaglio, c'è il concerto di Enrique Iglesias. Peccato che abbia fatto subito Sold Out. Mi sarebbe piaciuto andarci..." Sospirai.

"Ma non è nel nostro caso, caro Iker..." Disse Sergio facendomi vedere 2 biglietti del concerto. In uno, c'era scritto il mio nome...

"No vabbè io ti adoro!" Esclamai stringendolo forte tra le mie braccia.

"Iker... Non qui... Ci noterebbero tutti..." Sussurrò Sergio imbarazzato.

"Hai ragione, però mi reso troppo felice!" Affermai sciogliendo la stretta da me creata.

Il concerto, però, non tardò ad iniziare.

Durò parecchie ore e, dato che era mezzanotte passata, mi addormentai sulla sua spalla.

Parla Sergio

Erano passate parecchie da quando il concerto era iniziato e noto che Iker era appoggiato sulla mia spalla con gli occhi semi-chiusi.

"Povero. Forse il "troppo stress" lo ha fatto addormentare. Infatti non è da lui "chiudere gli occhi" a quest'ora..." Pensai tra me e me.

Lo presi tra le mie braccia, aprii la porta anteriore della mia macchina e lo appoggiai delicatamente.

"Mmmh, Sergio..." Mugolò Iker.

"Dimmi Iker..." Dissi a bassa voce.

"Posso dormire da te? Sono da solo dato che sia Sara che Martìn non sono casa..." Domandò Iker.

"Beh, uhm, va bene. Però come farai a dormire? Ti posso prestare io dei vestiti o cosa?" Articolai imbarazzato.

"No no, me li porto io da casa." Propose Iker.

Non risposi, ma mi limitai ad accendere la macchina e, con essa, anche l'acceleratore.

In un battere di ciglia, lo feci arrivare a casa sua.

"Non metterci tanto eh" Scherzai.

Iker annuì

...

Non ci mise tanto tempo...

"Eccomi qua. Scusami se ci ho messo tanto tempo..." Disse Iker.

"Ma va, figurati se mi devo lamentare. Dai siediti che si vede hai sonno..." Affermai.

...

Aprii la porta di casa.

"Iker vai nella camera da letto e aspettami. Io, intanto, vado a farmi una doccia veloce. Non dormire senza la presenza eh!" Ridacchiai.

"Sciocco!" Aggiunse Iker.

Parla Iker

Indossai il pigiama che era una semplice maglietta bianca a tinta unita e dei pantaloncini lunghi fino alle ginocchia di colore​ nero.

Poco dopo arrivò Sergio con il suo "abito notturno".

"Questo sarebbe il tuo pigiama?!" Domandai con leggero imbarazzo e indicandoglielo visto che aveva il petto in bella mostra.

"Beh, non ti piace o è troppo bello per i tuoi gusti?" Contestò Sergio.

Ero basito. Quelli che aveva addosso erano i suoi boxer o dei semplici pantaloncini corti di colore blu?

"Il bello che è che lo dici tu che solo vederti mi fa morire dal caldo. Chi cavolo si metterebbe maglietta e pantaloni in piena estate a Madrid?!" Scherzò Sergio sistemandosi nel "lettone".

Non risposi.

Improvvisamente mi afferrò dalla vita facendomi avvicinare a lui...

"Mi hai confuso per un pupazzo o cosa?!" Gridai

"Per tua sfortuna no, caro Iker. Sto semplicemente continuando quello che avevamo iniziato questo pomeriggio..." Sussurrò Sergio abbracciandomi, provocandomi dei brividi lungo il corpo.

*gulp*

È meglio che io chiuda gli occhi prima di vedere robe a me sgradite, anche se sarà molto difficile. Però devo ammettere che sto bene abbracciato a lui...

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