10º Capitolo

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Scarlett camminava avanti e indietro per la stanza, non si dava pace. Aveva cercato in più modi di sfondare la piccola finestra a sbarre posta sopra a quello che doveva essere un letto ma senza risultati. Inoltre ogni suo passo generava degli scricchiolii sul pavimento di legno sporco che mandavano in bestia la ragazza.
Era però riuscita a capire che l'intero posto in cui si trovava era coperto dal un incantesimo interno, non di una Velazione ma di un genere più potente, che però non conosceva.

Cercò di concertarsi e di immaginare un lucchetto rompersi, ma non funzionò, in realtà sembrava rimanere tutto fermo. Improvvisamente si ricordò che la mattina stessa era stata in biblioteca e che aveva portato con sé un libro. Non sapeva di che cosa potesse parlare, ma l'aveva da subito attirata. Perciò cercò nelle tasche del lungo cappotto nero e trovò ciò che stava cercando, inizialmente sembrava un normale libro di testo scritto a mano sicuramente molti anni prima, poi sfogliando le pagine si rese conto che la calligrafia dell'uomo che stava scrivendo, all'inizio precisa e ordinata, andava man mano degenerando, a tal punto da non riuscire più a capire il senso delle frasi.

Scarlett non capiva, quel libro doveva sicuramente essere un diario, ma di chi? E come mai si trovava in biblioteca fra le leggi dei Mutanti?

Alla fine del libro, dopo che ormai non si riuscivano a distinguere neanche le parole, c'era una frase "Sono ciò che sono, perché dovermi cambiare?" poi sotto con una grafia precisa e ordinata, che faceva pensare che l'uomo o la donna l'avesse scritto prima di impazzire "Tu che stai leggendo, probabilmente io sarò già morto da tempo, ma devi sapere che non sono sempre stato così ma che ci sono diventato grazie all'ignoranza e alla paura del cambiamento della gente. E se stai leggendo probabilmente tu sei come me. Non c'è un nome preciso per definirci, non ce l'hanno mai dato, ma fra di noi ci chiamiamo The Merger ovvero La Fusione, perché alla fine è ciò che siamo, solo un esperimento. Cercane altri come te e come me, si nascono anche accanto a te. E se ti hanno catturato c'è un'unica cosa da fare, pensa. La mente è la nostra miglior arma."

Scarlett era sconvolta, ciò che l'uomo aveva scritto era la risposta alle mille domande che le attanagliavano la mente.

Si era chiesta per tanto tempo perché Homine avesse perseguitato e ucciso i suoi genitori ma senza trovare una risposta, certo era vietato dalla legge ma le leggi sono fatte per essere infrante, per poter vedere oltre. Ma ora finalmente l'aveva capito. Era così catastrofico il solo tocco fra i due per il semplice motivo che la gente aveva paura di ciò che si poteva generare.

Non poteva più restare lì dentro, le bruciavano le mani dalla rabbia, doveva fare qualcosa. Perciò cercò di incanalare tutta quella rabbia che provava, pensò ai suoi poveri genitori che non aveva mai conosciuto, pensò a sua zia che l'aveva accudita ma che ora era improvvisamente scomparsa, poi pensò a quello stronzo di Homine che le aveva portato via tutto quanto, e sentì salire l'ira all'interno di lei, come se stesse per vomitarla tutta.
Improvvisamente Scarlett sentì un rumore strano, si rese conto di aver tenuto gli occhi chiusi per tutto quel tempo. Quando li aprì, era libera.

Victoria con le sue gambe lunghe tipiche delle sue zone, stava correndo per i corridoi totalmente ricoperti di rosso, tutti gli altri dietro non riuscivano a tenere il suo passo.

Non conosceva bene Scarlett ma sapeva di avere una specie di legame con lei, sin da quando l'aveva vista in biblioteca da sola.

Continuavano a correre, Mad aveva detto loro che secondo lei Scarlett si trovava nelle cantine del DEP. Non ci era mai stata ma sapeva come arrivarci.
Improvvisamente Victoria si fermò, stava per svoltare l'angolo che portava al cancello per scendere ma percepì che c'era qualcuno lì davanti. Si affacciò per vedere meglio e si rese conto che lo conosceva. Era Joseph. Il ragazzo era sempre stato un tipo strano, solitario per la verità. Anche negli anni precedenti, quando con Mad si erano unite al loro gruppo lui non aveva mai mostrato grande interesse per loro.

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