17º Capitolo:
Erano ormai passate le 8 del mattino, Homine era fermo nel suo ufficio sgargiante, non aveva mai fatto modifiche in quella piccola stanza, non aveva mosso alcun mobile né cambiato i fiori finti nel vaso osto vicino alla finestra. Tutto era posto esattamente come lo aveva sistemato su moglie moli anni prima.Non ricordava neanche quanti anni erano passati dalla sua morta, le aveva voluto bene ma non l'aveva mai amata più di quanto amasse il potere, ma questo non l'aveva mai capito, nonostante le grida del figlio e i piccoli segreti che le confessava Ashley riguardo gli esperimenti che faceva il padre. Continuava ad amarlo, nonostante tutto.
Si chiamava Alyce Moore e tutti nel dipartimento Rosso la conoscevano, era una donna buona e amorevole e passava moltissimo tempo con i bambini nati mutati che avevano problemi a gestire il proprio potere. Era un Angelo perciò era guardata da tutti con rispetto ma anche timore dato che aveva voluto sposare l'uomo che tutti temevano. Quando diede la notizia a suo marito che presto avrebbero avuto tre gemelli non la prese come si aspettava. Homine non aveva mai desiderato essere padre, era già padre di tutto il loro dipartimento, figuriamoci di tre bambini.
Perciò le diede uno schiaffo leggero, Alyce però non reagì, era abituata a quei piccoli sfoghi del marito, ma per Homine era diverso. Dopo quello schiaffo e il fatto che la moglie non aveva detto nulla, si sentì improvvisamente ancora più potente, come se fosse lui a dettare leggi e visto che i bambini non li voleva allora neanche Alyce li avrebbe voluti.
«Dobbiamo parlarti.» esordì forse con un po' troppa forza Justin, rischiando di rompere il muro dietro la porta.
«Credo che voi abbiate sbagliato ufficio» Homine era troppo impegnato a leggere e ridere di come moti umani erano stati ricoverati dopo aver annunciato pubblicamente di aver visto "strane creature" aggirarsi nei boschi per prestargli attenzione.
«No, non credo» Sarah aveva scavalcato le guardie Rosse che nel frattempo avevano creato una barriera davanti a loro e si trovava a pochi centimetri dalla scrivania dell'uomo.
«Ecco chi si rivede, la banshee delle cantine. Hai finito di aggirarti lì sotto come se nessuno potesse vederti o vuoi che ti regala una cella in cui dormire?» Homine aveva posato il giornale e aveva finalmente alzato gli occhi sulle persone che avevano fatto irruzione nel suo ufficio.
«Non è il momento dei tuoi giochetti. Si tratta di Scarlett.»
Da dietro la barriera di guardie Victoria sbuffò stufa di sentir dire che si trattava sempre di Scarlett beccandosi così però un piccolo schiaffo sulla mano da parte di Madelaine.
«Vista la tua espressione presumo sia qualcosa di eclatante, prego siediti pure.» aveva quel genere di voce che irritava, acuta e stizzita, il che rappresentava anche il suo fisico.
Sarah gli raccontò tutto ciò che sapeva, del fatto che non sapevano se fosse morta e che dovevano assolutamente trovarla dato che avevano il presentimento che gli uomini del dipartimento Viola non godevano di buona reputazione.
«Se si tratta del DEP Viola allora dovremmo preoccuparci, gli uomini a capo sono due fratelli: Steven e Henry Cook. Sono giovani ma molto abili e persuasivi. Sono venuti qui un paio di settimane fa, quando Scarlett era appena arrivata e avevano preteso da me due mutanti molto forti in cambio di un favore fatto anni fa.» si sfregò le mani pensieroso «non possiamo fidarci di loro»
«Cosa vogliamo fare allora?» Madelaine aveva superato le guardie ed era in piedi accanto a Sarah, che nel frattempo si era seduta.
«Ei roscietta, credo che tu sia quello che fa al caso nostro»
«Cosa intendi?» era stato James a parlare, era sempre stato visto di buon occhio dal padre del suo migliore amico ma ciò non dava per scontato che lo stregone lo odiasse per tutto ciò che aveva fatto a Joseph.
«ma allora ci sono tuti i membri delle 3J, ah no. Dov'è mio figlio?» il suo sguardo interrogativo e curioso si era soffermato sugli altri due membri del gruppo.
«Abbiamo avuto una discussione, nulla che possa interessarti tranquillo. Ora torniamo a noi, cosa volevi dire con quella frase?»
«Che i fratelli Cook sono forti, potenti e belli ma hanno un grosso difetto: le donne. Sono famosi per i milioni di cuori infranti che hanno lasciato, da donne normali a Mutanti, sfidando qualsiasi tipo di regola.»
«Cosa vorresti dire con questo?» James era stanco dei giochetti di quell'uomo.
«Voglio dire che probabilmente la nostra rossa dovrà farsi un bel giretto del dipartimento viola e fare amicizia con uno dei due fratelli.»
«Quindi ricapitoliamo, tu sei il capo di questo dipartimento e sei venuto nel mio appositamente per avermi?» Scarlett era sconcertata e continuava a gesticolare. Cosa che faceva spesso quando era confusa.
«Non esattamente. Sono alla guida con mio fratello minore Henry, altrettanto bello ma mai quanto me» disse sfoggiando uno dei suoi più grandi sorrisi «e sapevamo che all'interno di quell'edificio non eri al sicuro. Stavi per fare fuori una tua amica andiamo! Non siete necessariamente sorvegliati, soprattutto voi con così tante potenzialità.»
Per la prima volta da quando era stata catturata aveva pensato ai suoi amici e a Mad, le dispiaceva da morire anche perché sapeva che probabilmente a quest'ora stanno trovando un modo per salvarla. Pensò anche a Joseph che l'aveva lasciata con moltissimi punti interrogativi, si chiedeva specialmente se il legame che avessero fosse qualcosa di reale oppure solo fantasia.
«Ei, mi stai ascoltando?» Steven era certo che Scarlett stesse cominciando a fidarsi di lui, per quanto ostile potesse provare ad essere lui sapeva trattare con le donne in modo che cadessero tutte ai suoi piedi.
«Si certo scusami, tuo fratello dov'è ora?» formulò la prima domanda che le venne in mente per non permettere all'uomo di comprendere che era immersa in tutt'altri pensieri.
«Oh probabilmente è a rapire altri mutanti e torturarli... scherzavo! Andiamo su con la vita, sarà sicuramente impegnato in questioni burocratiche, è così noioso quell'uomo.» Scarlett continuava a tenere un sorriso falso così da intrattenere l'uomo. Stava cercando mentalmente un modo per uscire da lì, ma si rese conto che non avrebbe potuto farlo se prima non si fosse conquistata la fiducia di Steven. Decise perciò che quella sarebbe stata la prima parte nel suo piano di fuga.
«possiamo andare a mangiare qualcosa? Muoio di fame.»
«oh ma certo, per di qua prego.»
Entrarono in una sala molto simile a quella del suo dipartimento. Le venne in mente che una volta aveva letto in un libro che anni fa, quando furono costruiti gli edifici del dipartimento, i vai capi si misero d'accordo per costruirli tutti con la stessa struttura, forse avevano pensato proprio a questa situazione.
La mensa era quasi vuota, tranne per qualche donna delle pulizie che si affrettò ad uscire quando videro chi era entrato.
«Hanno paura di te.» la pose più come un'affermazione che come domanda.
«Non hanno paura, semplicemente mi rispettano. Cosa che so che voi al Rosso non fate con Homine.»
Un brivido di freddo salì sulla schiena della ragazza, non aveva pensato neanche a sua zia e all'appuntamento con Homine per liberarla, si ripromise che una volta uscita da lì sarebbe stata la sua priorità.
«Homine è un uomo da temer certo, ma non penso che nessuno lo abbia mai rispettato.» le parole le uscirono con molta freddezza, solo il pensiero di quell'essere schifoso le faceva salire la rabbia.
«Immagino anche le motivazioni. Beh qui al Viola non hai da temere, trattiamo tutti alla pari, anche chi magari è diverso da noi.» fece un occhiolino e un sorriso come se stesse recitando una pubblicità.
«Cos'è stai cercando di convincermi a restare? Beh sappi che non ho alcuna intenzione di rimanere qui più del dovuto.»
«Beh, ci si può sempre provare, magari col tempo cambierai idea. Ora vado dato che ho altri impegni da svolgere, ti lascio al tuo budino, a dopo» se ne andò scoccandole un bacio sull'orecchio e lasciandola sola nella penombra della mensa.
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The Merger
FantasíaCi troviamo nel 2360, la popolazione umana si riduce a meno di 5000 abitanti dopo lo scoppio della 5ª guerra mondiale, che ha coinvolto tutti gli stati del pianeta e ha avuto conseguenze devastanti per l'ambiente e per la vita sulla terra. All'iniz...