15º Capitolo

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Victoria si aggirava senza tregua per la sua stanza, era abbastanza spaziosa ma non l'aveva mai considerata veramente sua, anche se era la sua casa da sempre.

Le coperte con i ricambi a fiori e l'aria che profumava sempre di vaniglia non le ricordavano affatto una casa.

Continuava però, nonostante non fosse la prima volta, a ripensare a ciò che aveva fatto.

Era andata nella camera di James soltanto per raccontargli del fatto che non stava controllando la "cosa" ma lui non le aveva lasciato il tempo neanche di parlare, precipitandosi subito sopra di lei.

La lupa, che era da sempre stata attratta da lui, non riuscì a fermare il suo istinto. Ma se ne pentì amaramente quando si vide il volto preoccupato di Mad. Erano state molto legate da piccole, erano praticamente cresciute insieme imparando ognuna degli errori dell'altra, ed ora eccole lì a litigarsi un ragazzo che lei neanche voleva veramente.

Immersa nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno stava bussando insistentemente alla porta, la sua compagna di stanza Belle nel frattempo si era svegliata e con aria ancora assonnata stava urlando alla ragazza di muovere il culo. Nonostante il carattere molto estroverso ed altamente vivace, si trovava bene con lei. Avevano più cose in comune di quante di potesse aspettare, inoltre Victoria era una di quelle persone che faceva bella impressione sulle persone, e anche quella volta era andata così.

Quando aprì la porta si trovò davanti l'ultima persona che voleva vedere in quel momento.

«C'è un grosso problema»

«Cosa vuoi Justin a quest'ora?» rispose la ragazza con aria scocciata.

«Scarlett.» pronunciò quel nome con un enorme peso nella voce.

«Oh strano che si parla di lei» rispose acida la lupa, non l'avrebbe mai ammesso ma l'interessamento di Justin per quella ragazza le dava molto fastidio.

«Smettila ti prego, vieni con me» la prese per il braccio e la trascinò nella sala Ricreativa.

Appena arrivati lo scenario era tragico, Madelaine seduta sul solito divanetto viola continuava a piangere e a singhiozzare le stesse parole "è tutta colpa mia". James che cercava di consolarla accarezzandole i capelli ma senza risultati, anzi per via di questa sua preoccupazione si era beccato anche degli schiaffi dalla stessa rossa.

Joseph era completamente immerso nei suoi pensieri, guardando fuori dalla finestra si era perso ad osservare i lampi e i fulmini.

«Ragazzi vi prego, so che siete scossi ma dobbiamo concentrarci» era stata Sarah, la banshee a parlare con voce ferma.

Victoria non riusciva a comprendere il perché di tale disperazione, ma capiva che c'era qualcosa di molto grave in ballo. Nella sua mente cominciarono a presentarsi i scenari più disparati, nonostante questo cercò di mantenere la lucidità «S-scusate, ma cos sta succedendo?» le era uscita più timido e insicura del previsto, una cosa che odiava.
«Hanno sparato a Scarlett» era stato Joseph come risvegliato da un sogno a parlare.
«Che cazzo significa? Chi le ha sparato e perché?» la ragazza era completamente fuori di senno, nonostante cercasse di far vedere che non le interessasse più di tanto della ragazza.

«Stavamo discutendo in camera, e mi stava accusando di aver fatto la spia ad Homine...» lo sguardo di Mad finì involontariamente sull'Angelo «Non riusciva più a controllare la sua ira, come le era successo poco prima, e mentre stava per trasformarsi qualcuno ha sfondato la porta e... no vi prego non ce la faccio» sbottò di nuovo a piangere lasciando in sospeso la frase.

Justin, seduto accanto alla lupa allora continuò al suo posto «Erano due guardie Viola, ciò significa non del nostro dipartimento. Non sappiamo se sia ancora viva o no dato che dopo le guardie sono entrati due uomini vestiti molto elegante, nessuno di noi l'aveva mai visti in giro ma secondo Sarah si tratta di uomini politici venuti qui per la gara dei Mutanti.»

Victoria non sentiva parlare di questa gara da innumerevole tempo e ogni volta le venivano i brividi.

Si trattava di una gara istituita tra i vari dipartimenti, in cui vince chi riesce a catturare il Mutante più raro o forte. I Mutanti dovevano essere stati trasformati o nati nel dipartimento che li portava ed era assolutamente vietato rubarli ad altri. Ma quanto pare anche questa regola era stata aggirata.

«Cosa facciamo ora?» chiese James ancora intento a calmare la rossa.

«Non sappiamo nulla delle sue condizioni ma l'unica cosa che potremmo fare è andare a parlare con Homine.» Sarah fece per uscire dalla stanza ma si fermò «so che sarà difficile fidarsi di lui, ma ricordatevi sempre che i nemici dei nostri nemici, sono nostri amici.» uscì così lasciando tutti i presenti con il fiato sospeso.

Bip bip bip

Erano questi gli unici rumori che sentiva, nessuna voce o nessun altro movimento.

Bip bip bip

La ragazza stava riprendendo man mano lucidità nonostante non riuscisse ad aprire gli occhi, che erano molto pesanti e deboli.

Bip bip bip
Il suono continuava perpetuo e fu grazie a questo che la ragazza riuscì ad aprire gli occhi e a svegliarsi dal suo stato.

Si osservò intorno e la prima cosa che le saltò alla mente era la presenza, praticamente ovunque, del colore viola.

Era apparentemente una stanza normale, con quadri appesi alle pareti, un comodino anch'esso viola alla sua sinistra e un'enorme aggeggio elettronico attaccato con dei fili al suo braccio.

"Ok, questo non è del tutto normale" pensò nella sua mente la ragazza.

Cercò con tutta la sua forza di staccare gli aghi che le conficcavano la pelle ma senza risultati, sentiva però che le stavano trascinando via le energie.

Si rese conto inoltre di essere incatenata al letto viola da un incantesimo molto potente ed era troppo stanca per provare a spezzarlo.

Aspettò quella che sembrò un infinità di tempo, in cui studiò ancora più a fondo la stanza in cui si trovava, rendendosi conto che era circondata da telecamere, ognuna posta dietro a un quadro. Perciò prese in mano la situazione e cominciò a parlare con una di queste telecamere «So che mi state guardando e so anche che non siete dei semplici rapitori ma che volete scoprire qualcosa da me.» il suo tono di voce si fece sempre più alto e irritato «ma questo non è il modo giusto di farlo. Dovete liberarmi. Dovete farlo» mentre pronunciava queste parole con ogni sua forza rimasta cercò di scardinare l'incantesimo che la intrappolava, in verità sapeva di non poterlo rompere ma cercava soltanto di attirare l'attenzione di qualcuno. E funzionò.

Sentì la porta aprirsi e due guardie vestite di Viola entrare seguite da un uomo molto affascinante che con tono deciso e autoritario fece subito calmare la ragazza «credo sia giunto il momento di parlare, che ne dice signorina O'connel?»

NDA
Perdonatemi infinitamente per la lunga attesa, io ci provo a pubblicarli ogni 3 giorni ma a quanto pare non sono in grado🤷🏽‍♀️
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, siamo finalmente entrando nel vivo della storia e sono molto contenta dei risultati che stiamo ottenendo!
Quindi davvero grazie a tutti

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