14º Capitolo

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«No cazzo non hai capito nulla, tu adesso non ti muovi da qui» era iniziata così la giornata di Scarlett, con la sua amica dai capelli rossi e la personalità un po' troppo esuberante che urlava da fuori la porta del bagno.

«Si ma almeno apri questa porta, non puoi barricarmi qui dentro stronza» aveva provato più volte a chiederglielo gentilmente ma non l'aveva portata a nulla.

«Invece posso eccome, non andrai a suicidarti per una battaglia che non è neanche la tua»

«Non è la mia battaglia? E sentiamo di chi sarebbe? Di chi è la zia che sta per essere uccisa? Di chi è il professore o anche chiamato unico vero amico che è stato ucciso? Credo siano buoni motivi per considerarla una mia battaglia» Scarlett sentiva salire dentro di se una rabbia inaspettata, quel senso di impotenza la rendeva troppo vulnerabile alla sua ira.

«Continuano a non interessarmi le tue parole, non aprirò questa...» non fece in tempo a finire la frase che Mad fu improvvisamente ai piedi del letto con la testa dolorante, non riusciva a capire. Ma appena Scarlett uscì dal bagno comprese immediatamente che qualcosa non andava. All'amica erano spuntate grosse ali, il che era abbastanza normale dato che era figlia di un angelo, ma queste ali cominciarono a preoccuparla quando si rese conto che erano nere carbone. Scarlett avanzava verso Mad, gli occhi le erano diventati di un viola intenso mai visto prima, sembrava non rendersi conto delle sue azioni. Si mosse velocissimo, un attimo prima era ferma davanti a Mad mentre un secondo dopo l'aveva afferrata per il collo sbattendola con forza contro il muro.

La rossa molto indolenzita non poté fare altro che difendersi, non voleva arrivare a tanto, preferiva proteggere la sua amica dal suo vero essere ma non le lasciò altra scelta. Madaleine si concentrò e con un singolo gesto si trasformò. Le braccia le diventarono un turbinio di fuoco e fiamme e le iridi cambiarono colore da un tenue verde al rosso acceso. Lanciò Scarlett dall'arte parte della stanza, poi senza neanche sforzarsi le lanciò una sfera di fuoco che però l'amica schivò con un balzo per poi tornare all'attacco,
era molto più debole e attenta però di prima. Mad pensò che stesse riprendendo il controllo del suo corpo ma non fu così, l'amica stava solo studiando le sue mosse per poi con ancora più furia lanciare un incantesimo verso di lei, aveva parlato in una lingua a lei sconosciuta, credeva che appartenesse solo ai Kanga più potenti e antichi.

Mentre Mad, dopo aver schivato l'incantesimo di immobilizzazione dell'amica, stava per lanciare un'altra sfera di fuoco molto più potente della prima, qualcuno entrò dalla porta.
Scarlett si accasciò a terra inerme, indossava solo un asciugamano e i suoi occhi erano torni gli stessi.

Anche Mad torno alla sua forma normale mentre cercava di spiegare al ragazzo cosa era appena successo «No Joseph devi ascoltarmi, non so che cosa le sia preso...»

«No ora mi ascolti tu, stavi per lanciare alla tua migliore amica una sfera che l'avrebbe lasciata fuori gioco per molto tempo, in più non ti sei preoccupata neanche un po' che non sarebbe stato salutare per lei svelarle la tua vera natura.» il ragazzo era fuori di senno, si era messo a correre verso la loro stanza quando aveva sentito nel suo stomaco il solito formicolio e aveva dedotto che c'era qualcosa che non andava.

«Non potevamo tenerglielo segreto per sempre, lo sai...»

«Cosa devo sapere?» era stata Scarlett a parlare, era ancora sdraiata per terra ansimante ma si era coperta con una maglietta sporca.

«Sky io devo parlarti...»

«Non ne avevo dubbi! Cosa mi è successo?»

«Ti sei trasformata»

«Trasformata? Sono già un Mutante.» la voce di Scarlett era incredula, ricordava a malapena ciò che le era successo.

«Sei una Merger Scarlett, non sei come tutti gli altri Mutanti.» era stata la dura voce di Joseph a parlare «ora vatti a vestire e date una ripulita a questa stanza, mio padre mi ha detto che passeranno i controlli oggi, quindi vi conviene non far succedere nient'altro oggi.» senza aspettare una risposta se ne andò sbattendo la porta.

James dormiva ancora nella sua stanza quando sentì bussare alla sua porta, non aspettava nessuno a quell'ora quindi andò ad aprire con la faccia ancora sul cuscino. Joseph era alla sua porta ed aveva un volto sconvolto, non l'aveva mai visto così nonostante lo conoscesse da tantissimo tempo «Ei amico cosa succede?»

Senza chiedere il permesso Joseph entrò nella stanza «Dov'è il tuo compagno di stanza?»

«Non dorme mai qui dentro, probabilmente passa le notti nella sala ricreativa, a noi stregoni piace divertirci sai!» iniziò a ridere ma si bloccò subito vedendo l'espressione di ghiaccio dell'amico «Ei mi spaventi così, cosa ti prende?»

«Scarlett... si è trasformata per la prima volta.»

«Oh cazzo Jo...»

«Fammi finire! Quando si è trasformata non aveva controllo di se e delle sue azioni, come se qualcos'altro stesse al suo interno.»

«Ma...»

«Non è finita qui, tralasciando il fatto che quella pazza della tua ex ragazza le ha quasi staccato il collo con una delle sue pallette di fuoco! Poi l'aspetto di Scarlett era... era diverso da quello che ci si può aspettare da una Merger»

«Cosa significa?» la voce di James era sempre più titubante.

«Significa che i suoi occhi erano viola e aveva le ali... nere. Cazzo J capisci cosa significa? Non è come tutti gli altri.»

«Beh ero sorpreso se fosse stato il contrario, sappiamo entrambi chi erano i suoi genitori e perché l'hanno fatto.»

I lunghi corridoi dell'Accademia erano vuoti, avevano tutti ricevuto la notizia dei controlli che avrebbe fatto Homine da lì a poco perciò nessuno osava muoversi dalle proprie stanze.

L'ampia finestra della camera delle due ragazze si affacciava su un'immenso paesaggio, rovinato da anni di guerre e di dolore. Era una giornata piovosa di Novembre perciò lampi e fulmini coprivano la visuale, ma a Scarlett piaceva la sensazione che gli dava la pioggia, la rilassava e le ricordava che nonostante tutto ciò che stava affrontando era sopravvissuta, almeno per ora.

Non aveva più fiatato dopo ciò che era successo qualche ora prima con la rossa, i ricordi erano vaghi e confusi e l'amica non l'aiutava. Continuando a guardare fuori la finestra improvviso, come un lampo, le venne in mente ciò che era veramente successo il giorno in cui Homine l'aveva catturata.

Non aveva mai focalizzato per bene gli avvenimenti, ricordava però che tra l'uscita di Joseph dall'ufficio al suo risveglio in quella cella c'erano state altre parole con quel mostro d'uomo.
«Madelaine» la voce di Scarlett era fredda e impassibile.

La rossa, appena uscita dalla doccia, si accomodò sul letto profumato di vaniglia davanti l'amica «Immagino tu voglia sapere cosa è successo e come io abbia potuto fare quelle cose. Beh lasciami spiegar...»

«Sei una spia di Homine?»

Mad rimase completamente spiazzata da quella domanda, aveva fatto ripromettere all'uomo che non avrebbe fatto parola del loro accordo, ma non era stato così evidentemente.
Non sapeva cosa dire, le parole che di solito uscivano fluide dalla sua bocca questa volta erano come bloccate.

«Ho bisogno di una risposta Madelaine. Ricordo tutte le parole di Homine quando mi diceva di stare attenta a quelle che sembrano amiche, e a quanto pare aveva ragione...» la mora continuava ad avere un'espressione impassibile anche se all'interno di se l'ira stava tornando a farsi sentire, nonostante questa volta avrebbe provato a controllarla.

«Mi dispiace Sky... mi dispiace così tanto...» la rossa era sul colmo delle lacrime, voleva poterle dire che l'aveva fatta perché ricattata, che l'aveva fatto solo per proteggere sua sorella che a quanto pare non meritava di essere protetta, ma non poteva farlo.

«Non voglio le tue scuse, mi hai tradito, hai fatto si che Homine mi portasse via tutto, pezzo dopo pezzo.» nonostante si fosse ripromessa che avrebbe mantenuto la calma, tutta la rabbia e i pensieri negativi stavano tornando a galla e lei non poteva controllarli «Ti sei fatta abbindolare da un uomo inutile solo per cosa? Soldi? Popolarità? Ti prego parlami perché non sono più in me...»

I suoi occhi stavano diventando sempre più scuri, fino a toccare e punte dell'indaco, quando l'amica se ne accorse cercò in tutti i modi di calmarla, non voleva ripetere la scenata di poche ore prima.

Ma nel momento in cui le ali nere della ragazza stavano prendendo spuntando due guardie sfondarono la porta, come attirati dai suoi poteri, e le spararono un colpo alla testa.

Si udì solo un urlo disperato proveniente dall'amica e dei passi... poi il vuoto.

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