I suoi passi erano pesanti, ma non ci teneva a restare indietro. Andava verso l'ufficio dove lo attendeva Furod, il Campione assegnato al suo settore, accompagnato dai due giganteschi guerrieri Klossai.
Lui era l'Ufficiale Responsabile della stazione, ma ogni volta che Furod passava da loro erano sempre dolori.
D'altronde si trovavano su uno degli avamposti più lontani in uno degli angoli più remoti della Galassia conosciuta. Il che non rendeva il loro Campione orgoglioso della sua assegnazione. E quando gli toccava passare su quelli più piccoli e lontani si rifaceva sugli Ufficiali Responsabili, che erano di norma dei SenzaPianeta come lui, Uddaer.
Nella scala dei valori percepiti dalla gente, mentre in cima c'era il Campione, rappresentante di un intero Pianeta, lui si trovava nel punto più basso, giusto un pelo sopra ai Fuggitivi. Nonostante il SurgonTais avesse stabilito che i SenzaPianeta fossero la prima scelta come Ufficiali degli avamposti e delle stazioni orbitali, questo non cambiava il leggero disprezzo che si percepiva attorno a loro.
Uddaer aveva ormai una certa età, la pelle grinzosa e i movimenti lenti. E una certa saggezza accumulata nel tempo, per cui non era toccato da quello che pensavano gli altri, che in fondo spesso non sapevano o non ricordavano. Lui era uno di quelli che aveva visto il SurgonTais dal vivo, ai suoi tempi, prima della Sparizione. Orgoglioso di sé stesso, continuava tranquillo a rimanere al suo posto, su quella stazione nel vuoto della Galassia: il suo non era un lavoro di qualche anno, da cui ogni tanto tornare a casa per una vacanza, come facevano tutti gli altri. Lui, come anche i due Klossai che lo stavano accompagnando, era di quelli che un suo pianeta non ce l'aveva più.
Entrò nel suo ufficio-stanza, in cui il Campione si era sistemato a norma di regole. Alto, aveva la tipica pelle grigia percorsa dai caratteristici naniti sempre in movimento e la testa glabra: su questa i naniti si raccoglievano in figure mobili, come tatuaggi vivi. Alla stregua di tutti i campioni indossava solo cinture, cinghie e nastri, alcuni più grandi a coprirgli le parti intime, buona parte solo per estetica, e per il resto ogni singolo muscolo pronunciato esposto al pubblico.
- Ecco il nostro SPUddaer - fece Furod seduto al posto suo, con accanto un ragazzino dalla faccia sgarbata, vestito con la tuta da stazione, a prima vista il modello classico. Ma all'occhio di Uddaer saltarono all'occhio subito gli inserti di potenziamento inseriti nel tessuto: spreco di tecnologie costose, segno di una ricca famiglia alle spalle.
- Bentornato CFurod, energia anche a te - rispose Uddaer in modo formale.- Ti presento il mio nuovo apprendista...
- Mi chiamo ... - iniziò a dire il ragazzino.- ... non ti chiami - lo interruppe Furod - Il tuo appellativo per ora resta Furodin, senza alcun prefisso, e semmai un giorno supererai i test potrai scegliere il tuo nome.
Uddaer assistette con pazienza allo scambio fra il Campione e l'apprendista. Sapeva che si doveva aspettare qualche brutta notizia e il vero nome del ragazzino non era fra le sue preoccupazioni.
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Solo un Re
Science FictionSecondo Volume del ciclo "Solo un uomo". Sean e Iskra si avventurano nello spazio alla ricerca della capitale dell'alleanza di Surgon. Incontreranno nuovi mondi, nuove razze, nuove prospettive. Lugal e Zubei, soldati Urukkiani, li inseguiranno, tene...