6. Attracchi e trucchi

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Lugal scalpitava come al suo solito, mentre attraversava il corridoio verso la parte superiore della nave

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Lugal scalpitava come al suo solito, mentre attraversava il corridoio verso la parte superiore della nave. Era riuscito a farsi dare un battello da guerra zeppo di soldati e intendeva usarlo:
- Zubei! Forza! Andiamo a riprenderci la nostra nave.
- Lugal, adesso la nave Shila non è più su quel pianeta, sono riusciti a partire.

- Si fermeranno - rispose deciso Lugal, mostrandosi come al solito sicuro di sé e ottimista contro ogni evidenza - quei piccoli smidollati non sapranno guidarla e non ci sono mappe per uscire da quel sistema dimenticato dagli dei. Possono solo usare le coordinate del nostro viaggio e quindi spunteranno qua nel nostro accesso...
- Può anche essere che rimangano a vagare per anni nel loro sistema - fece Zubei, un po' pensieroso.

Lugal fece un viso preoccupato e che andò lentamente sul triste:
- Se provano a prendere un accesso senza mappa possono finire dovunque nell'universo... la mia povera nave.

Intanto un chiasso lungo il corridoio segnalò l'arrivo dei Drappati, i soldati freschi dalle Colonie che Coff aveva già incontrato.

Lugal si rallegrò con Zubei:
- Ecco i miei nuovi amici Violetti. Tutta brutta gente, da mandare avanti senza starci a pensare. Stordiranno i nemici col rumore che fanno.

- Quindi Suvra ha detto che Coff ce lo possiamo portare? E l'altro mutaforma, Ouch, dov'è?
- Coff è nell'hangar, al piano inferiore, che controlla le casse di armi e provviste. Abbiamo caricato anche una nuova trappola per il SurgonTais, non si sa mai. Invece Ouch non so dove sia, se non si presenta quando siamo pronti partiamo lo stesso.

- Brutta cosa, portarsi dietro una spia.

***

Coff stava controllando come gli era stato ordinato il carico. Per farlo si trovava in un'area che dava accesso alla parte inferiore del vascello spaziale; in pratica il pavimento della grande baia in cui la nave attraccata era chiusa. Non tutte le basi erano abbastanza grandi per avere delle baie così ampie, ma ovviamente i due Generali avevano sempre puntato al meglio.

Il mutaforma era da solo, le casse erano state tutte caricate e quindi operai e tecnici avevano già evacuato la zona in previsione della partenza.

Se la stava prendendo comoda e per qualche minuto, approfittando di essere solo, giocava a trasformare il proprio viso e le mani come se fosse Howard, la forma del tipo terrestre.

Sapeva che era una inutile stupidaggine, un vezzo, ma trovava quel tipo di pelle morbida più comoda e soprattutto confortevole. Gli ricordava dei momenti in cui, anche solo sfiorando le mani di Gaia, il suo corpo e la sua mente vibravano di sensazioni nuove.

Era così assorto che dopo aver finito le sue verifiche era rimasto a fissare il grande portellone esterno della nave che avrebbe dovuto chiudere, perso nei suoi pensieri.

Fu in quel momento che alle sue spalle sentì scattare le serrature a compartimento stagno dell'hangar. Coff si mosse subito per aprire una delle porte, ma non c'era alcun modo di farlo dall'esterno. Nessuna maniglia, neanche comunicatori, nessuna via di fuga: provò a bussare, ma la parete della base spaziale dall'esterno era un muro grigio di metallo sordo e inerte.

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