Secondo Volume del ciclo "Solo un uomo".
Sean e Iskra si avventurano nello spazio alla ricerca della capitale dell'alleanza di Surgon. Incontreranno nuovi mondi, nuove razze, nuove prospettive.
Lugal e Zubei, soldati Urukkiani, li inseguiranno, tene...
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Coff quella mattina se ne stava nella sua cuccetta un po' tribolato: dopo settimane di viaggio, e tre salti interstellari, erano finalmente arrivati al giorno decisivo, in vista della base dove c'era il comando del loro settore. Avrebbero sicuramente visto i due Generali, soprattutto dopo quello che era successo sul pianeta Terra.
In più il padrone di turno era Lugal e chissà cosa gli avrebbe chiesto quel giorno: fortunatamente lungo il viaggio l'aveva visto poco perché aveva passato il tempo a fare discussioni col gemello.
Zubei sosteneva che avrebbero dovuto tener basso il profilo, in fondo avevano perso le navi e peraltro anche il SurgonTais. Ma Lugal no, lui insisteva che era stata una grande missione, a volerla vedere nella giusta prospettiva.
Inoltre la nave era sovraffollata, portando i passeggeri delle due navi perse, e quindi non c'era un angolo dove stare tranquilli.
Si era trovato un cantuccio nascosto in un incrocio di corridoi dove nessuno l'aveva trovato per un bel po': ma quella mattina Lugal era spuntato, come uno dei famigerati demonietti spaventatori, sibilandogli nelle orecchie: - Coff, preparati! Dobbiamo far vedere ai Generali com'è il leggendario SurgonTais - tirandolo giù dal suo lettino.
Coff era preda di un grave rimescolio interiore: mentre la sua volontà era di resistere d'altra parte il suo corpo stava già istintivamente obbedendo a Lugal iniziando a prendere le forme di Sean, colui che tutti temevano e cercavano.
Dietro Lugal c'era anche Zubei: - Lugal, guarda che potremmo anche evitare di far figuracce. I due Generali ci appenderanno per le code se pensano che li prendiamo in giro. - Zubei, fidati di me che io so trattare con la gente.. hai pur visto su quel pianeta quanto sono più abile di te in diplomazia!
Coff intanto cercava dentro di sé quel briciolo di coscienza che sulla Terra si era così sviluppata, come una piccola pianticella che finalmente aveva messo le foglioline.
Quando era piccolo e si trovava ancora nella fabbrica dove era stato realizzato, aveva sentito sussurrare di un unico caso di mutaforma che avesse disobbedito a un ordine diretto.
Forse la storia era stata esasperata dal passaparola, di sicuro si sapeva che l'azienda lo aveva ritirato e dissezionato per capire cosa non avesse funzionato.
Lui era molto piccolo quando ne aveva sentito parlare: ricordava però perfettamente che gli addetti citavano sempre "ritiro e dissezione" per minacciare i mutaforma bambini che magari erano lenti ad obbedire o non capivano subito cosa gli veniva richiesto.
Ma nonostante questo, Coff aveva sviluppato dei modi per obbedire senza farlo: soprattutto con Lugal che faceva le richieste più assurde, aveva esercitato la capacità di travisare i suoi ordini potendo così a volte obbedire disobbedendo.
Era lì, che ragionava e cercava di fare il più lento possibile mentre schiariva la pelle di rettile che di solito usava fra gli Urukkiani, prendendo il colorito di Sean e assorbendo il leggero strato di cheratina delle scaglie simulate. Per cercare una via di fuga dall'obbedire pedissequamente, il suo trucco era stare vicino a Lugal che non smetteva mai di muoversi e neanche di parlare.