Ero scortato dai due soldati, uno davanti e uno dietro, lungo il grande pinnacolo; questo arrivava al centro del grande anello rotante che era in realtà leggermente esagonale.
Ero scortato da due pensieri, quello che lasciavo dietro dopo aver parlato con Iskra e quello che mi si prospettava davanti, nel cercare di raggiungere il mio pianeta originario Surgon. Non ero sicuro di volermi presentare subito come SurgonTais, volevo prima capire che cosa si sarebbero aspettati da me.
Il percorso lungo il pinnacolo fu abbastanza lungo, intervallato da pannelli a chiusura stagna che potevano essere aperti solo uno per volta. Prima di aprire il successivo occorreva fosse chiuso il precedente. Andando avanti era sempre più largo, ma restava comunque un lungo corridoio dove non incontrammo nessuno.
- Mi sentite ancora? - dissi nelle cuffiecasco ai miei due angeli custodi.
- Forte e chiaro - rispose subito Iskra.
- Ti vedo anche - aggiunse Gaia - Quel pinnacolo è più lungo di quello che sembra.Dopo diversi minuti arrivammo infine all'ultimo pannello: entrammo in una grande sala che girava lentamente, corrispondente al perno centrale della grande ruota. Era cilindrica, con pannelli dappertutto, quello rosso da cui eravamo venuti e il blu di fronte di forma circolare e si trovavano, se così si può dire, su tetto e pavimento della sala, mentre sulle pareti si trovavano sei pannelli di diversi colori, dal giallo all'azzurro, che si aprivano sui diversi bracci della ruota.
A gravità zero i miei due accompagnatori si muovevano benissimo. Mentre io barcollavo e rimbalzavo notai che loro riuscivano sempre a starmi uno davanti e uno dietro, con naturalezza di movimenti lo facevano sembrare un caso.
Aprirono il pannello giallo dove li seguii, e intanto mi concentrai e andai nel mio stato di visione più ampia: nello spazio l'esperienza era molto allargata, c'erano molte meno cose intorno a distrarre l'attenzione e vagare da un livello all'altro mostrava molte meno varianti di energia e di magnetismo che sulla terra.
La struttura era in effetti molto più grande di quanto sembrava a guardarla sugli schermi. Dall'altra parte dell'anello, o meglio della ruota, c'erano altre strutture dalle diverse forme attaccate un po' a caso l'una sull'altra.
Molte erano ricoperte da pannelli solari, che godevano dalla luce della stella vicina: al livello in cui distinguevo i flussi di energia sembrava di vedere tanti quadri astratti vivi, con i punti luminosi che cambiavano lentamente e continuamente di intensità in modo non simultaneo, disegnando immagini eteree ed effimere, dando come l'impressione che la struttura respirasse.
C'era una fonte di energia, ma era decisamente più piccola di quella della nostra nave. Probabilmente le esigenze della struttura, anche così grande, non erano simili a quelle del nostro vascello spaziale.
In giro c'erano qualche decina di persone, di cui un piccolo gruppo stava dormendo in amache in un'unica stanza. La ruota aveva una forma più complessa di quello che poteva apparire esternamente: c'era un corridoio centrale intervallato da pannelli e ai lati si aprivano porte per stanze più o meno lunghe, larghe, alcune occupate da scatole, altre con sedie e tavoli, oppure zeppe di armadi.
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Solo un Re
Science FictionSecondo Volume del ciclo "Solo un uomo". Sean e Iskra si avventurano nello spazio alla ricerca della capitale dell'alleanza di Surgon. Incontreranno nuovi mondi, nuove razze, nuove prospettive. Lugal e Zubei, soldati Urukkiani, li inseguiranno, tene...