Osservo strabiliata e meravigliata ogni singolo attimo della nascita del piccolo licantropo. In questo lungo periodo fino a questa parte, la mia vita è stato un continuo e ansioso ripetersi di vicende spiacevoli. Per la prima volta, dopo così tanto tempo, questo avvicendarsi è stato stravolto da un evento magnifico. Non ho avuto molto spazio per pensare alla vita, al miracolo più grande e misterioso che esista. Mi ero focalizzata sulla sofferenza e sulla perdita. Non ero riuscita a spaziare, a vedere altrove. Ora tutta questa coltre nera che mi ero buttata addosso è scivolata via, leggerissima, come se bastasse la circostanza più naturale del mondo per scacciare via l'oscurità. La donna licantropo, dopo varie azioni che non riesco bene a comprendere, appoggia il figlio al petto di una Joanna stremata. Guardo meglio, è una femmina. Nonostante sia arrossata e appena grumolo di pelle, non posso non notare le già evidenti somiglianze con sua madre. Resto sorpresa, ha dato alla luce una bambina, un'altra eroina come lei. La mia mente corre in avanti; spero diventi coraggiosa, forzuta e determinata almeno la metà di Joanna.
– Ce l'hai fatta – sussurro talmente a bassa voce che, forse, nessuno mi ha udita. Rivolgo uno sguardo a Kian. E' ancora sullo stipite della porta, no ha osato avanzare oltre. E' un po' impacciato, quasi quello che ha appena vissuto lo abbia turbato. E' un vampiro, ne ha viste sicuramente di peggio. La mia espressione diventa un punto interrogativo che lui nota. Stacca gli occhi da me ed esce completamente dalla stanza. Mi piacerebbe sbirciare i suoi pensieri e capire il motivo di tale adombramento. Robert si avvicina ulteriormente a sua moglie e pende in braccio sua figlia, orgoglioso più che mai. E' il loro momento, ho già fatto abbastanza. Abbandono la stanza e mi metto alla ricerca di Kian. Non c'è in tutta la tana, provo a perlustrare il fuori. E' in piedi, appoggiato a un albero. In silenzio mi sistemo al suo fianco, mettendomi nella sua stessa posizione.
– Hai avuto paura? – gli domando.
– E' della morte che bisogna aver paura, non della vita –
Mi sento una sciocca di avergli posto una domanda del genere. Improvvisamente la sua mano cattura la mia, i miei occhi corrono ai suoi.
– Era tutto così sospeso. Da un momento all'altro tutto sarebbe potuto precipitare –
Allora era questa la sua preoccupazione?
- Ma tutto è andato per il meglio – non mi lascia nemmeno terminare l'affermazione.
– C'è un sottilissimo filo che lega la vita alla morte. In un istante tutto si può capovolgere: la tua gioia più grande si può trasformare nella desolazione più cupa –
Non capisco da dove provenga questo buio che lo sta pervadendo.
– C'è sempre un po' di rischio -
- Mi chiedo perché ci debba essere – Aspetto qualche secondo.
– Perché siamo buio e luce e quel filo sottilissimo di cui parli è la loro congiunzione – le parole mi escono così spontanee. Mi esamina poi la stretta sulla mia mano si fa più intensa. Non posso fare a meno di osservarla. Immediatamente mi alza il viso nella sua direzione e il suo luccichio sfavilla.
– Non sfuggirmi – è una supplica.
– Non lo sto facendo -
- Eliminiamo il rischio. O almeno riduciamolo. Non voglio che tu corra gli stessi rischi di Joanna –
Resto esterrefatta. Sembrava un'implorazione e no n riesco a cogliere appieno il significato che vuole trasmettermi.
– Cosa stai dicendo? Costa intendi? – comincio ad agitarmi.
– Non voglio vederti nelle condizioni di Joanna -
- Quali condizioni? –
- Quelle di rischio – mi parla per enigmi. Se Kian mi fa questi discorsi significa che ormai considera il nostro rapporto consolidato a tutti gli effetti. Sono felice di questa scoperta ma tutte le sue altre valutazioni non le comprendo. Mi sento ancora abbastanza giovane e il pensiero di aspettare un figlio mi appare lontanissimo, poi come può pensare di riuscire ad eliminare ogni rischio? Non vivendo più del tutto?
- I rischi ci saranno sempre, che tu lo voglia o no – ora sono indispettita.
– Amelie promettilo – il suo commento fulmineo mi sbalordisce.
– Kian... -
- Promettimi che almeno cercheremo di attenuarli, ad ogni costo –
Il suo luccichio mi implora. Mi ci perdo al suo interno e tutte le sue emozioni si fanno più chiare. E' come se potessi leggerle. Sono bloccata, completamente rapita dalla luce proveniente dai suoi occhi. Non riesco a dire nulla, se non un:
- Te lo prometto -.E' passata un'ora circa dal parto di Joanna. Siamo di nuovo insieme e la bambina è tra le mie braccia. Ha insistito molto perché la tenessi, anche se ho cercato di persuaderla del contrario. Ho paura di farle male o di non sostenerla nel modo adeguato.
– Dai che sei bravissima – e mi sorride con amore.
– Ti assomiglia moltissimo, sembra solo figlia tua – e faccio una risata.
– Non facciamoci sentire da Robert – ride pure lei.
– Come ti senti? – le chiedo tenendo lo sguardo puntato sulla piccola.
- Svuotata e riempita allo stesso tempo, è una sensazione davvero strana –
"Svuotata e riempita" è questo il rischio a cui si riferiva Kian. Quel filo sottile che collega ogni cosa.
– Un giorno anche tu lo proverai –
Mi paralizzo.
"Te lo prometto".
Scaccio i pensieri e porgo l bambina nelle braccia forti di sua madre.
– Avete deciso il nome? -
- Si, Dàna. Significa "ardita" –
Dentro me di me penso "E' perfetto".La sera successiva Kian mi suggerisce che è meglio fare ritorno al covo. Salutiamo Joanna e Robert e li ringraziamo per l'ospitalità.
– Tra un mese faremo la cerimonia di iniziazione alla vita a Dàna. Ovviamente tu sarai la madrina, Amelie -
- Sarò presente sicuramente – ci stringiamo in un ultimo abbraccio prima di immergerci nella foresta e lasciarci la tana alle spalle. Durante il tragitto restiamo in silenzio. Non procediamo veloci come all'andata; è due giorni e mezzo che non ci nutriamo e la debolezza comincia farsi sentire. Kian cerca di nasconderlo, ma io non riesco, tanto che mi inciampo e cado a terra. Kian torna indietro all'istante e mi aiuta a rialzarmi.
– Devi nutrirti -
- Posso resistere fino al covo – sto mentendo.
– Non è vero. Mordimi –
Anche lui si sta indebolendo, non posso morderlo.
– Anche tu devi nutrirti -
- Io riesco ancora a reggere. Avanti mordimi – e sporge il collo verso la mia bocca. La tentazione mi ottenebra la vista. I canini si allungano in automatico e il mio corpo reagisce subito agli stimoli. Kian mi prende per i fianchi e mi attira vicino al suo corpo.
– Sono tuo –
A quelle parole la resistenza che ho cercato di opporre svanisce e la mia bocca si appoggia alla sua vena sporgente. Non c'è più nessun freno, bevo il suo sangue come fosse il miglior vino esistente. Lo stringo a me e non gli lascio nessun scampo.
"Sei mio".
– Ora basta ragazzina – mi scosta con forza. La sua espressione è maliziosa. Appoggia le labbra ai bordi delle mie e mi ripulisce del suo stesso sangue. Faccio il primo passo e mi insinuo nella sua bocca. Repentinamente ci troviamo sdraiati nell'erba a perderci l'uno nell'altra. Non voglio fermarmi, ho bisogno di lui.
– Ragazzina non voglio che succeda qua –
Siamo affannati e scarmigliati. Soprattutto lui. L'ho fiaccato dopo il morso.
– Riprendiamo il viaggio -
Bere da lui mi manda fuori di testa, rendendomi totalmente disinibita. La Amelie che conosco io si sarebbe nascosta per la vergogna.Scorgo il cancello del covo. Mi sorprendo a pensare "casa". Kian mi afferra la mano e insieme ci affrettiamo a raggiungere l'entrata. Il portone però è già aperto e da dentro giungono strani mugolii. Io e kian ci scambiamo un'occhiata. Ce' qualcosa che non va.
– Stai dietro di me – mi ordina prima di varcare la soglia.
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L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)
Fantasy-SECONDO LIBRO. Vi consiglio di leggere il primo- La vita di Amelie è cambiata radicalmente: ora deve fare i conti con la sua nuova natura e con il mondo oscuro che la circonda, ammettendo una volta per tutte che non è più umana. Sospesa tra un futu...