Capitolo 3

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Joanna e Robert mi hanno accolta molto calorosamente come al solito. Si sono subito accorti che ero leggermente sconvolta e turbata. Robert ha preferito lasciarmi da sola con lei, ma prima di andarsene mi ha lasciato una carezza su una guancia. "Qui sei al sicuro" sembrava volesse comunicarmi. Joanna mi invita a sedere, mentre il suo sguardo vaga su di me con fare preoccupato. Faccio finta di non notare il suo assillo e sposto lo sguardo altrove. I miei occhi si posano sulla sua pancia gonfia, non posso fare a meno di pensare che cresca a vista d'occhio e che il termine si avvicini sempre di più. Non vedo l'ora di tenere tra le braccia la sua creatura, il frutto dell'amore tra lei e Robert. E' successo tutto così in fretta e, inizialmente, mi pareva così insensato. Con il passare del tempo tutte le assurdità si trasformano in quotidianità, in abitudini. Sarà perché sono cambiata io e, dal giorno alla notte, sono passata dall'essere una semplice umana al diventare un vampiro. Ripenso alla teoria dei licantropi: non rimandare ciò che puoi fare subito, non procrastinare le emozioni, i sentimenti. E' così logico e difficile al tempo stesso.
– Amelie? – la voce di Joanna mi riporta alla tana. Alzo la testa nella sua direzione e cerco di rivolgerle un sorriso sghembo.
– Tutto bene? –
"Tutto bene?".
Prendo un respiro e racconto tutto d'un fiato la vicenda di Eric. Joanna ascolta in silenzio, non mostrando alcuna reazione. Come può mantenere un autocontrollo così ferreo quando io al solo pensiero ho paura di spezzarmi?
- Io ho paura che voi siate in pericolo – inizio a tremare. Joanna si alza d'improvviso e si siede al mio fianco. Mi afferra con delicatezza una mano e la posa sul suo ventre dilatato. E' così caldo, così vivo.
– Finché staremo tutti insieme, non saremo mai in pericolo – e mi sorride come se non avesse alcun timore, per lei e per suo figlio. Vorrei riuscire a crederle e smettere di tormentarmi di idee malsane.
– Posso appoggiarmi? – le chiedo timidamente. E' un po' sorpresa, forse tra i licantropi non è usanza, ma annuisce e mi lascia fare. Colloco la guancia proprio all'altezza del suo ombelico e resto in ascolto. Un leggero rumore ritmato comincia a farsi sentire, prima discretamente poi sempre con più prepotenza. Scandisco ogni battito, ogni palpitazione fino a perdermi in questa armonia così scandita e precisa. Chiudo gli occhi ed è come se fossi all'interno, con la piccola creatura che produce queste pulsazioni. Sono protetta, al sicuro da ogni cosa. Il mio cuore è il suo, con gli stessi identici battiti. Mi sento innocente, ingenua, senza alcun pensiero. Joanna può proteggermi da qualsiasi cosa.
– C'è qualcos'altro che ti preoccupa? – torno nuovamente alla realtà. E' come se mi fossi appena svegliata da un sogno bellissimo. Vorrei raccontarle di Sophie, di Kian...
- No – un'unica parola, senza possibilità di repliche. Non so quante ore siano passate, stare alla tana è come fermare il tempo e scappare dall'oscurità che mi avvolge costantemente. Robert entra nella stanza e ci guarda entrambe.
– Joanna è meglio se ora tu ti riposi – e le si avvicina, posandole un bacio sulla fronte. In quel bacio rivedo la loro unione, il loro amore. Provo un pizzico di invidia, anche se non dovrei. Ormai sono oscura e queste emozioni nere fanno parte di me.
– Amelie vuoi restare qui per stanotte? – accetterei volentieri l'invito di Robert ma so che devo fare ritorno al covo. Prima di andarmene Joanna mi abbraccia e mi sussurra un "Stai attenta, ti prego".

Percorro il bosco a ritroso muovendomi veloce. E' pericoloso muoversi da sola in questo buio e, per questo, prima arrivo al covo meglio è. Nonostante mi sia abituata all'oscurità, questa atmosfera cupa mi incute timore e ansia. Tra questi alberi, qualche giorno fa, è stato brutalmente ucciso Eric e io ho pure assistito alla sua morte, dovrei avere più prudenza, ma come sempre sono incauta e avventata. Kian aveva proibito a chiunque di allontanarsi dal covo e io gli ho disubbidito, sfidandolo per l'ennesima volta. Il covo è silente e pare solamente un vecchio edificio abbandonato immerso nel verde. Attraverso con cautela il portone e penso di essere al sicuro, nessuno si sarà accorto della mia assenza. Mi sbaglio, qualcuno mi attende nella semioscurità, fissandomi con i suoi fari gialli. Avanza verso di me con decisione, mentre i suoi occhi si illuminano sempre di più. Prima che mi raggiunga spicco un balzo e corro via come una furia. Fuggo tra le scale e i corridoi, come se non sapessi che lui possa arrivare a me. Sto ansimando per la corsa ma non posso fermarmi, anche se la sua presenza è alle mie spalle e sta per acciuffarmi. Dovevo restare alla tana, dovevo accettare l'invito di Robert. Una mia mano viene intrappolata, poi una spalla e infine vengo strattonata e spinta contro il muro. L'urto è abbastanza violento, mi si chiudono per qualche istante i polmoni e mi si mozza il respiro, già affannato per la fuga improvvisata.
– Era proibito – lo mormora a denti stretti, trapelando rabbia da ogni poro. Io sto ancora cercando di riprendere fiato, ma lui mi alza il mento con violenza e mi obbliga a guardarlo.
– Non devi permetterti – gli sussurro rauca.
– Sei solo una ragazzina impertinente –
"Una ragazzina impertinente".
Non posso sopportare altro, gli picchio i miei palmi sul suo petto d'acciaio con tutta la forza che ho.
– Tu sei solo un bastardo – non ho paura a guardarlo, non ora che sto ribollendo e vorrei ucciderlo con le mie stesse mani. Mi prende le braccia e me le blocca sopra la testa, impedendomi di fare ulteriori movimenti.
– Avresti potuto fare la fine di Eric! -
- E a te tanto cosa importa? – sono tagliente. Kian si volta da un'altra parte, come esasperato e senza speranze nei miei confronti. Era una provocazione e necessitavo disperatamente una risposta da parte sua, invece di un continuo inutile e vuoto silenzio.
– Io ci ho provato Amelie, ma con te tutto diventa impossibile e sbagliato. Scappi e te ne vai chissà dove, sapendo che qualcuno vorrebbe ucciderci. Sei cambiata –
Cambiata? Vorrei prenderlo a pugni fino a che non si rimangi tutto.
– Non sono cambiata, sono solo stanca, di te e di questo schifo di posto! Vorrei solo essere un'umana qualunque e fare ciò che una qualunque umana farebbe -
I suoi occhi si intristiscono e mi guardano come fossi un'estranea; il loro bagliore si attenua e pare spegnersi. Le sue dita si stringono attorno al mio polso e mi trascinano via dal muro e poi giù dalle scale. Faccio per scivolare via dalla sua presa, ma è troppo salda e tenace, ogni mio tentativo è inefficace.
– Lasciami! – non mi sente nemmeno. Scendiamo ancora più giù, in una parte, per me, inesplorata del covo. Arriviamo davanti a una porta e oltre ad essa l'oscurità più fitta.
– Ora potrai fare qualcosa di umano – mi dà una spinta e sono oltre la porta. In un millesimo di secondo chiude l'uscio e io resto intrappolata dentro. Non ci posso credere che l'abbia fatto davvero. Mi ha rinchiusa come una qualunque prigioniera. Gli urlo di tirarmi fuori, che lo ammazzo, ma poco dopo odo i suoi passi allontanarsi e lasciarmi completamente sola. Prendo a pugni e a calci la porta per moltissimo tempo fino a quando, esausta, decido di arrendermi e di lasciarmi cadere a terra. L'unica cosa a cui riesco a pensare è: a Sophie non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Se chiudo gli occhi li rivedo, insieme mentre varcano la soglia della camera di Kian. Fa troppo male devo distrarmi o impazzirò, del tutto. L'oscurità non è più così densa e ora riesco a vedere qualcosa. Strizzo gli occhi e finalmente mi concentro sulla stanza che mi tiene reclusa, è una biblioteca. "Ora potrai fare qualcosa di umano". Ci sono una decina di scaffali e sono tutti zeppi di volumi impolverati. Non mi sento più così prigioniera, questi libri mi calmano e mi confortano. Nella mia vita di un tempo ricordo che mi piacesse molto leggere. Sfioro qualche copertina rigida e subito sto meglio. Afferro qualche libro e mi siedo sul pavimento. Mi avventuro nella lettura di questi volumi che sembrano molto antichi. Ho paura di rovinarli e giro la pagine con molta cautela. Mi addormento tra questa carta ingiallita che mi fa da coperta.

Il mattino seguente mi sveglia una fioca luce. Sono circondata da parecchi libri, senza accorgermene la sera prima devo aver letto senza sosta per molto tempo. Mi alzo e la prima circostanza che noto è che la porta è aperta e che non sono più segregata, nonostante i volumi sono stati una dolce compagnia. Mi affretto ad uscire e a risalire al primo piano del covo. Ho bisogno di stare un po' nella mia stanza e, soprattutto, di non vedere Kian. Forse dovrei correre da mio padre e raccontargli di ciò che mi ha fatto Kian, ma forse sarebbe una pessima idea e complicherebbe ancora di più le cose. Eric è morto e, probabilmente, noi vampiri siamo tutti in pericolo, i miei sarebbero solo dei capricci da adolescente viziata. Incontro una coppia di vampiri che mi guardano di sbieco, credo di non stare simpatica a molti qua dentro.
– Ragazzina stasera sono stati indetti dei combattimenti per essere preparati a un eventuale minaccia. Tutti dovranno essere presenti. Il vice ci ha dato il compito di avvisare tutto il covo, compresa te –
Si il vice, quello stronzo.
– Ci sar... - non faccio in tempo a rispondere che i due sono già scomparsi. Prima o poi mi abituerò a tutte queste stranezze.

Il punto di ritrovo è il cortile del covo. Il sole è calato e le tenebre iniziano ad avanzare. Kian e Cristoph danno delle indicazioni a cui non sto attenta e poi ci ordinano di metterci a coppie miste, anche donne contro uomini. Un vampiro mi si avvicina e mi fa un sorrisino di intesa che sta a significare "Pronta a combattere?".
Cristoph dà il via e tutti iniziano a duellare. Io sono l'unica a non muovermi. Il mio avversario mi sferra un pugno nello stomaco senza nessuna grazia o riguardo. Devo agire e contrastarlo. Mi lancio addosso a lui e cerco di stenderlo, mentre lui cerca di afferrarmi per le gambe e di buttarmi a terra. Ruzzoliamo al suolo, ma non perdo tempo e gli assesto un destro sul viso, come ringraziamento del suo di prima. Lui fa per rialzarsi e contro attaccare ma la voce di Kian lo ferma prima che possa fare la sua prossima mossa.
– Quella di stasera era solo una prova, per vedere il vostro livello. Da domani affineremo la tecnica e ci prepareremo seriamente -.
Lo osservo da lontano mentre parla e non posso fare a meno di constatare che Sophie non è presente al combattimento. Una valanga di pensieri mi stanno per invadere ma una voce mi risveglia in tempo.
– Io sono Piers, comunque – è il mio avversario. Lo guardo per un istante, con il labbro sanguinante a causa del mio pugno.
– Io Amel... -
- So bene chi sei non c'è bisogno che ti presenti –
Vorrei chiedergli il perché ma Cristoph dà l'ordine a tutti di rientrare e così Piers mi fa un cenno e scompare dalla mia vista. Sono l'ultima a rientrare e, prima di oltrepassare la soglia, è inevitabile che passi di fianco a Kian che mi guarda di sottecchi. Mi prende un braccio e non mi lascia entrare. Aspetta che tutti se ne siano andati e poi mi rivolge uno sguardo nervoso e tormentato.
– Sophie non ha partecipato perché è troppo fragile per tutto questo? – non riesco a trattenermi. La sua presa si stringe ancora di più e comincio a sentire dolore. Il suo viso si fa vicinissimo e le sue iridi quasi si fondono con le mie.
- Non discutere le mie decisioni -      

Ehilà 😙
Allora?? Come sta procedendo secondo voi la storia?
Commentateee 💙                                           

L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora