Capitolo 26

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Siamo costretti a restare in piedi, a causa della posizione in cui ci hanno imprigionati. Le gambe stanno per cedere e gli occhi, pesanti e gonfi, si sforzano di restare aperti nonostante un'opprimente forza faccia gravitare le palpebre verso il basso. – Amelie, come stai? – un timbro vocale caldo mi risveglia dal mio intorpidimento. Volto la testa verso Kian e cerco di mostrarmi vigorosa, non voglio causargli una preoccupazione aggiuntiva. – Devi resistere, piccola -. Quel nomignolo mi provoca un calore allo stomaco. Kian non si lascia mai andare a troppe tenerezze, forse ha constatato che la nostra situazione è a un punto di non ritorno. – Ci salveremo – esclamo convinta puntando lo sguardo sul suo. – Sei sempre stata prima l'umana, o mezza – mi sorride – e ora la vampira più coraggiosa che abbia mai incontrato. Ho trattenuto i miei sentimenti fino allo stremo, non cedendo a ciò che il mio cuore mi ha sempre suggerito fin dall'inizio. Sei sempre stata la mia compagna perfetta. Noi vampiri ci scegliamo, ogni anima ne corrisponde a un'altra. Io ti avevo scelta come la mia, ancora prima che me ne rendessi conto – i suoi occhi brillano più che mai. Trascorsi i primi istanti di meraviglia, una singola e rara lacrima mi attraversa le gote. Ora non sono in grado di parlare, ma tra di noi i silenzi hanno sempre comunicato meglio.

Un rumore di passi ci mette in allerta, ci prepariamo al peggio. Sbarro gli occhi quando riconosco Piers avanzare verso le nostre postazioni.
– Sei forse pazzo? – gli ringhio contro bisbigliando. – Serve sempre qualcuno di folle in un gruppo – sogghigna. Persino Kian sembra sconvolto alla sua vista imprevista. Con mosse agili traffica per liberarci.
– Seguitemi – ci sprona una volta privi delle catene e delle armi proibite. Il tempo di compiere cento metri che un esercito di vampiri Ribelli si accorge della nostra tentata ritirata. Improvvisiamo una corsa, ma complici l'affaticamento e l'ansia, veniamo presto raggiunti. Non restiamo fermi ad osservare la nostra disfatta, anzi ci buttiamo a capofitto in un combattimento corpo a corpo. Kian è una furia, come se le forze lo abbiano rinvigorito tutto in un momento. Estraggo il mio pugnale, ancora saldo e nascosto sotto i miei vestiti, e colpisco alla cieca provando a crearmi una via per scappare da questo inferno. Come un trio impetuoso ci accaniamo sui corpi avversari. Sono riuscita a sbaragliare il gruppetto che mi aveva puntata, mi volto soddisfatta e pronta a correre in aiuto dei miei due cavalieri, quando rilevo una lama di una spada rivale avventarsi alle spalle di Piers. Tento di conquistare la distanza che ci divide per impedire che gli si conficchi nella carne, ma non sono abbastanza veloce. Un grido straziato esce dalla mia bocca. Piers è stato colpito a una spalla, forse il colpo non è mortale, ma il veleno che ricopre la punta del metallo può esserlo. Come se il mondo circostante procedesse a rallentatore e io fossi una spettatrice, osservo il suo fisico accasciarsi su se stesso in una maschera di dolore. Incurante dei possibili attacchi che potrei ricevere accorro al suo fianco. Non sento più, non vedo più. Piers si lascia andare al suolo, tenendosi la spalla ferita. Sto per toccarlo, ma un urlo mi fa voltare. Se Kian non si fosse frapposto, un vampiro Ribelle mi avrebbe trafitta. Ho perso la ragione, dimenticando la battaglia in corso. Stralunata lancio un'occhiata a Kian. Forse sto piangendo, non riesco più a connettere. Torno su Piers, provando a scuoterlo leggermente, mentre i suoi occhi restano chiusi. Kian continua a sbraitarmi di alzarmi e di allontanarmi, ma le mie orecchie sono sorde. Appoggio le mani sul viso di Piers – Svegliati, ti prego. Devi difenderti – gli sussurro, lui non risponde. Poi nel mezzo del caos degli ululati squarciano ogni rumore. Un branco di lupi piomba sopra l'esercito nemico, sbranando e allontanando chiunque osi avvicinarsi a noi. Vorrei dare una mano, sostenere i nostri soccorritori appena giunti, ma la mia attenzione torna tutta su Piers, immobile a terra. – Piers devi svegliarti! – ripeto in continuazione, ormai istericamente. – Mi avevi promesso che mi avresti aiutato con i miei genitori, non puoi tirati indietro – le mie lacrime inondano il suo volto pallido. Due braccia mi afferrano e provano a tirarmi su, mi ribello e resto incollata al vampiro ferito che non dà segni di ripresa. – Amelie, ti prego – mormora disperata una voce al mio orecchio. – Non lo lascio qui – mi giro di scatto, piantando i miei occhi iniettati di rosso in quelli atterriti di Kian. – Amelie dobbiamo spostarci da qui, portiamo Piers con noi e proveremo a salvarlo in tutti i modi – sfuggo al suo viso e provo a tornare su Piers, ma lui mi arraffa bruscamente le spalle e mi scuote – Amelie guardami – fatico a mettere a fuoco a causa delle lacrime che non riesco a trattenere. – Moriremo tutti se non ci muoviamo – la sua uscita rude mi fa tremare tutta, convincendomi a spostarmi dal corpo di Piers. Kian si abbassa e, aiutato da uno dei vampiri accorso come rinforzo insieme a lupi, alzano Piers. Lo sostengono mentre cerchiamo una via per scappare. I licantropi stanno facendo un buon lavoro tenendo a bada i vampiri Ribelli. Mentre corro, guardo indietro e scorgo un lupo più maestoso rispetto agli altri. Sembra dirigere lui lo scontro. Intensifico il senso della vista e mi accorgo di notare dei particolari indistinguibili. E' Robert, valoroso e pronto a guidare il suo branco anche attraverso la dannazione. Si è precipitato in nostro aiuto, portando con sé un gran numero di uomini. Senza di loro non ci saremmo mai salvati. Spero che il mio ringraziamento gli arrivi telepaticamente. Una mano si infiltra nella mia, tirandomi nella sua direzione. Mi ero distratta e Kian mi ha riportata alla realtà. Non so a chi abbia affidato Piers, non c'è tempo per nessuna domanda. Procediamo spediti verso il confine e la possibile salvezza. Sto per cedere, i muscoli non mi reggono più. Ad arrestare la nostra corsa però non sono i miei arti sfiniti, bensì una figura folle che si posiziona di fronte a noi. E' Sophie e con lei una schiera di cinque vampiri. – E' l'ultimo sforzo – afferma Kian stringendo forte la mia mano nella sua. Con l'altra mi cerca il pugnale, alzando la maglietta ridotta quasi a brandelli. Me lo spinge sul palmo e prova a infondermi tutta la fiducia che prova nei miei confronti. – Uccideteli – afferma Sophie con un ghigno. Inevitabilmente ci separiamo e ognuno affronta i suoi avversari senza l'aiuto dell'altro. Quando la mia mano perde il contatto con la sua, mi sento persa, come in balìa di un universo di mostri che non saranno soddisfatti fino a quando non mi avranno uccisa. Ho cercato di restare salda, ma la mia mente vaga da sola ormai. Come se vivessi all'infuori del mio corpo, vedo me stessa che tenta di ostacolare i vampiri Ribelli. Ferendone qualcuno si, ma senza riuscire a sgominarli. La mia vocina interiore mi implora di smettere di lottare, di trovare riposo sul terreno e chiudere gli occhi al sonno. Non mi interessa più se mi colpiranno, voglio solo riposarmi, trovare la pace che cerco ininterrottamente da tempo immemore. Sento le armi nemiche avvicinarsi, crollo sulla superficie fangosa impossibilitata a duellare ancora. Un latrato animale incombe repentinamente su di me, difendendomi da ogni attacco. Robert si è gettato in mio soccorso e sta mettendo fuori gioco chiunque provi a intralciarlo. Nel mio smarrimento ho perso di vista Kian, mi riscuoto e schizzo lo sguardo dappertutto, giusto in tempo per avvistare Sophie, pronta a pugnalarlo alla schiena mentre lui sta provando a difendersi dai rivali dinanzi. Non ci vedo più, scatto in piedi, rubo una spada proibita dalle mani di un vampiro Ribelle moribondo e mi avvento gridando sul corpo inconsapevole di Sophie. Mi guarda con orrore, accorgendosi solo all'ultimo del mio arrivo, mentre affondo la lama nel suo petto con tutta la forza che mi è rimasta. Cade all'istante di peso all'indietro, mentre tutto il suo corpo viene scosso come da forti convulsioni. Estraggo la spada dal suo copro esile, mentre le mie mani si tingono di rosso, lo stesso identico rosso che sta uscendo dalla sua bocca a fiotti. Il tempo si ferma, i vampiri Ribelli stoppano improvvisamente la loro rivolta paralizzati alla vista della loro guida morente. Kian accorre al mio fianco, decifrando il mio gesto e di conseguenza il suo salvataggio. – Sei sempre stata molto più potente di me – pronuncia con voce soffocata. Cerca di tossire, fallendo. Una chiazza di sangue si espande sotto di lei, raggiungendomi. La consapevolezza mi arriva tutta in un momento. Ho appena ucciso un essere, sono un assassina. I miei occhi scivolano sulla mie mani imbrattate e i polmoni mi si chiudono. Sophie esala l'ultimo respiro guardando Kian. Non ho il coraggio di fare la stessa cosa, la vista mi si annebbia e provo a respirare. Non riesco, l'aria è bloccata chissà dove. Avvicino le mani al collo e poi alla faccia, come se potessero permettermi di respirare nuovamente. Nel farlo l'odore pungente di ferro mi pervade le narici. Una nausea potente mi piega in due. Mi allontano dal corpo senza vita di Sophie, mi gira la testa e dopo due passi sono per terra. Il respiro non sale, sto per soffocare. – Amelie sono qui con te – prova a tranquillizzarmi una voce. Sono in una bolla e niente può tirarmi fuori. Annaspo cercando dell'aria inesistente, provando a pulirmi del sangue che mi ricopre. Un abbraccio mi stringe a sé. – Sono con te, andrà tutto bene – la presa è ancora più salda. Un fischio mi toppa i timpani e la mia testa si perde nel petto rassicurante del mio salvatore. Vengo afferrata di peso e portata lontana dal campo di battaglia, mi sento una bambola di pezza senza consistenza.  

L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora