Capitolo 27

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Sostenuta dal corpo solido di Kian mi abbandono tra le sue braccia, mentre cerca di allontanarmi il più possibile dal campo disseminato di guerra e morte. Mi sporgo, con un'innata curiosità, oltre la sua spalla e osservo a distanza il corpo di Sophie adagiato sul terreno limaccioso. Sembra una bambina delicata e fragile, adesso. Ha perso tutta la sua fierezza, trasformandosi in una creatura torturata dalla vita fino alla fine. Forse le emozioni troppo forti appena provate, o la stanchezza prosciugante di questi giorni frenetici e infiniti, mi creano un'allucinazione. Il suo viso si sostituisce al mio. E' come se guardassi me stessa, riversa supina, chiazzata di rosso su gran parte del corpo. Mi sembra di aver preso una scossa, è come se mi fossi assassinata da sola, come se quella medaglia divisa in due parti, perdendone una, si fosse tutta distrutta automaticamente. Perché il bene non può esistere senza il male e le nostre esistenze, anche se ne eravamo ignare, si sono intrecciate indissolubilmente. Abbiamo provato la stessa condizione di incompletezza e ci siamo barcamenate in un mondo di mostri cercando di farci valere con ogni nostro potere. Mi sento colpevole e sporca. Sento Kian comunicare categorico degli ordini ai vampiri. Mi sembra di udire che commissioni ai suoi fedeli di avvisare altre comunità di vampiri riguardo ciò che è avvenuto e di chiedere un aiuto per sottomettere i vampiri Ribelli rimasti. – Li abbiamo sconfitti? – ho appena la forza di chiedergli. Sposta nuovamente tutta la sua attenzione su di me, accarezzandomi dolcemente, come se tutto il resto fosse magicamente scomparso. – Si, i vampiri Ribelli privati del loro Capo hanno abbassato la guardia e i licantropi li hanno disarmati e imprigionati, presto arriveranno aiuti da altre comunità e questa storia sarà definitivamente chiusa -. Vorrei davvero tanto riuscire a essere sollevata, provare ad abbozzare un sorriso. Ma per me questo capitolo non si chiuderà così facilmente.
– Dov'è Piers? – domando d'un tratto, con la voce incrinata. – L'ho affidato a due vampiri che cercheranno di fare il loro meglio per rimetterlo in sesto - dono poco peso alle sue rassicurazioni, mi alzo con fatica, con le gambe ancora tremanti, e mi avvio velocemente a cercarlo. Devo vederlo con i miei occhi, accertarmi che sia davvero come dice. Kian mi insegue subito, provando inizialmente a fermarmi, ma senza successo. Lo trovo dopo non molto, ancora disteso, ma meno pallido. Effettivamente due vampiri si stanno occupando di lui.
– Piers – cerco di chiamarlo, nella speranza che scorga anche solo un leggero movimento da parte sua. Ciò non accade e lo sconforto mi pervade. – Dovete curarlo! – urlo ai due posizionati accanto al suo corpo incosciente. Ricevo da loro espressioni disagiate e contrariate.
– Stanno facendo il possibile con i mezzi a loro disposizione – sibila con morbidezza Kian, provando a stringermi un braccio. Mi sciolgo subito dalla sua presa – Allora dobbiamo tornare immediatamente al covo dove potranno curarlo con i mezzi adeguati! – alzo la voce, al limite della sopportazione. Kian mi guarda intensamente , poi si allontana e declama un annuncio al gruppo.
– Io, Amelie, Cristoph, Piers e pochi altri facciamo ritorno al covo. Affido il comando momentaneo della situazione, in attesa della risposta delle altre comunità, a Barnaby e ovviamente ai licantropi se intendono ancora prestarci il loro aiuto – il suo sguardo lo vedo correre da Barn, sconvolto e gratificato allo stesso tempo dalla decisione di fiducia del suo vice, fino a Robert, trasfigurato in uomo. – Il nostro aiuto vi sarà garantito per tutto il tempo necessario – afferma risoluto il capo branco. Ci salutiamo velocemente, preparandoci all'imminente partenza. Tra me e Robert intercorre un lungo sguardo di intesa, non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza per ciò che ha fatto per tutti noi.

Il tragitto di ritorno procede a rilento, ogni vampiro risente del peso degli avvenimenti, compreso Cristoph che zoppica visibilmente. Mi sono assicurata che si fosse ripreso, almeno un po', prima che ci mettessimo in marcia. Mi ha rassicurata, soffermandosi più volte sui dettagli del mio viso, chiaramente preoccupato. Il mio aspetto esteriore non è dei migliori, chissà se potesse vedere quello interiore. Piers è stato caricato su una barella, costruita velocemente prima della partenza da alcuni vampiri più ingegnosi. Ho camminato sempre stando dietro di lui, lanciandogli occhiate un passo si e uno no. Percepisco lo sguardo indagatore di Kian, poco distante da me. Ha notato il mio stato d'animo nei confronti del malcapitato e tutto la mia afflizione sempre maggiore. Forse sospetta che non ci siamo limitati a sostenerci come semplici amici, che tra di noi c'è stato qualcosa di più. Con il trascorrere del viaggio, il suo fare, per gli altri forse impercettibilmente si fa sempre più circospetto, tanto che ad un certo punto, temo possa bruciarmi con i suoi occhi dorati. Ci permettiamo una pausa, nonostante ci eravamo ripromessi di non fare soste per giungere il prima possibile la nostra meta. Ne approfitto per defilarmi dal resto del gruppo e appartarmi in un punto isolato. La mia solitudine dura poco, vengo raggiunta da Kian qualche minuto più tardi. – So che vorresti stare da sola e affrontare tutti i problemi che ti assillano senza alcun aiuto, ma io sono qui per te. Ti aiuterò anche se tu non mi vorrai – mi giro verso di lui e, come ogni volta, vengo abbagliata dai suoi occhi. – Vorrei avere la certezza che andrà tutto bene – sospiro – Farò qualsiasi cosa per far sì che ciò accada -. Mi prende le mani e mi avvicina a sé. Le nostre bocche si trovano istantaneamente. Mi sembra passata una vita dall'ultima volta che ho assaggiato il suo sapore, per un attimo mi scordo tutto ciò che è successo. Le nostre lingue si lambiscono con tenerezza, mentre il suo corpo si appiccica al mio. Vorrei fermare il tempo e rivivere in loop questa scena. Kian si stacca, spezzando l'idillio e riportandomi alla cruda realtà. Una vena di malinconia sfugge al suo solito autocontrollo, come se una faccenda lo scombussolasse parecchio. Vorrei rassicurarlo e ringraziarlo per la sua costante vicinanza, ma le parole restano bloccate in fondo alla gola. Raggiungiamo gli altri e proseguiamo il nostro cammino.

Non vorrei fosse un miraggio, quando mi pare di intravedere le facciate del covo. Vorremmo correre se ne avessimo le forze. Ciò che troviamo non è il migliore degli spettacoli: i vampiri Ribelli hanno buttato all'aria la maggior parte delle stanze e causato un disordine generale che sarà difficile risistemare. Prima che Kian mi impedisca la vista di ulteriori atrocità, noto diverse figure rovesciate in posizioni scomposte lungo il viale che conduce all'ingresso. E' l'ultima agghiacciante prova del passaggio dei vampiri Ribelli. – Da qui in poi avanziamo solo io e pochi altri – dispone austero Kian, faccio per controbattergli ma non mi dà modo.
– Aspetta qui con tuo padre fino al mio segnale. Invece voi sistemate all'interno Piers e muovetevi in modo che abbia tutte le cure necessarie – indica i due vampiri che l'hanno assistito durante tutto il viaggio. Si allontana senza voltare più lo sguardo, mi arrendo ad obbedirgli accostandomi a Cristoph. – Tra poco sarà tutto finito, vedrai bambina mia – mi accarezza la testa mentre trovo rifugio nel suo abbraccio.

Forse sono crollata addormentata nell'attesa che Kian comunicasse il via libera per rientrare nel covo, perché vengo strattonata da lui stesso e fatico a tenere aperte le palpebre. – Si può rientrare – mi porge una mano per aiutarmi a rialzarmi e, mano nella mano, varchiamo la soglia del portone in legno massiccio. Tutti i corpi delle vittime sono spariti, Kian e gli altri hanno ripulito tutti gli ambienti. Vorrei domandargli dove li abbia messi, ma non so se lo voglio davvero sapere. Mi accompagna in quella che una volta era la mia stanza e mi tende una sacca di sangue. – Così potrai riposarti e rimetterti -, - Grazie per la sacca ma vorrei aiutarvi nella sistemazione del covo – Kian sta per protestare, ma lo blocco – Voglio tenere la mente impegnata, per favore -. Kian è diventato molto più malleabile ultimamente e sembra capire esattamente le mie necessità. Si sporge alla mia altezza e mi stampa un bacio a stampo. Poche ore più tardi il covo sembra aver ripreso un aspetto abbastanza normale. Non mi sono fermata un attimo insieme agli altri vampiri, provando a pensare il meno possibile. Mio padre ha aiutato finché non è quasi crollato a terra per lo sfinimento, Kian si è offerto prontamente per accompagnarlo in camera. Abbiamo quasi concluso l'opera, ma c'è un affare molto più urgente da sbrigare, devo vedere Piers. E' stato accomodato in una stanza ampia, all'ultimo piano. La raggiungo velocemente, approfittando della momentanea assenza di Kian. Ci entro adagio, con il timore di disturbare anche solo respirando. Piers è disteso su una brandina e ha gli occhi chiusi. Mi siedo a gambe incrociate per terra, in parte al suo giaciglio. – Devi riprenderti Piers, il covo è così silenzioso senza di te – mi lascio andare a una risatina isterica.
– Lo so che ne hai passate tante, sicuramente non sarà uno stupido taglietto a destabilizzarti. Devi essere forte, come hai sempre raccomandato tu a me – allungo un braccio e gli prendo le dita, una ad una. – Avevamo un accordo, ricordi? – stringo la presa. Un fruscio mi distrae. Mi volto di scatto e vedo solo, di sfuggita, un bagliore allontanarsi. So perfettamente chi fosse e so anche che cosa deve aver pensato assistendo a questa scena. Faccio pressione, ancora un'ultima volta, sulla mano di Piers prima di uscire dalla sua stanza di convalescenza. Vado alla ricerca di quel bagliore, ma sembra sparito.

L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora