Capitolo 2

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C'è stata una specie di cerimonia funebre per Eric. Mai avrei pensato che anche i vampiri compiessero un rito per permettere al defunto di "riposare in pace" una volta per tutte. Ho assistito in silenzio da una certa distanza. Non conoscevo molto Eric, ma il dispiacere mi ha assalita tutto in un momento, quando mi sono resa conto che effettivamente lui non esisteva più e che qualcuno l'aveva barbaramente ucciso in quel modo. La funzione è terminata e ho bisogno di fare due passi per riprendermi del tutto. Voglio andare da Joanna e sfogarmi per trovare, per l'ennesima volta, conforto nei suoi gesti e nelle sue parole. Faccio per staccarmi dalla folla e incamminarmi, ma rilevo qualche secondo dopo una presenza farsi strada dietro di me. Vengo afferrata per un braccio e sono costretta a voltarmi.
– Dove credi di andare? –
La sua voce è perentoria e inflessibile. – Ho bisogno di fare qualche passo – affermo decisa, guardandolo nelle sue iridi dorate.
– Non puoi. Nessuno si allontanerà dal covo, senza che prima io abbia scoperto cosa stia succedendo e chi sia a minacciarci –
Non posso restare chiusa al covo finché la verità salterà fuori, mi sento già in gabbia.
– Solo due passi, tornerò presto – cerco di essere convincente, ma con Kian questa strategia non funziona. Cattura il mio polso e mi ripete la sua frase iniziale.
– Tu non ti muoverai da qui – è intransigente. Dov'è finita tutta la gentilezza della sera prima? Non riesco a tenere a freno la mia lingua e punto nuovamente i miei occhi nei suoi.
– Non ho bisogno di protezione come la tua amica Sophie –
Resta sorpreso dalla mia frase, poi uno strano bagliore si fa spazio nel suo sguardo. Sembra stupito e compiaciuto allo stesso tempo.
– Cos'hai contro di lei Amelie? – Abbasso lo sguardo, ho sbagliato a esprimere il mio pensiero.
– Sei gelosa? – mi sussurra all'orecchio, abbassando la voce in modo tale che solo io possa sentirlo. Un lieve rossore mi copre le guance e una profonda vergogna mista a rabbia mi invade. Devo andarmene al più presto, potrei lasciarmi sfuggire altre frasi sconvenienti. Indietreggio da Kian e mi appropinquo a lasciarlo. Gli ho già voltato le spalle ma lui mi ferma, ancora per qualche istante, con la sua voce.
– Per stasera io e tuo padre abbiamo deciso di organizzare una riunione per parlare dell'accaduto. Dobbiamo essere tutti presenti –
Non faccio alcun cenno di assenso, mi sveltisco solamente a tornare nella mia stanza senza più rivolgergli la parola. Una riunione? Quello che sta succedendo deve essere molto grave allora, forse siamo davvero tutti in pericolo. Forse anche Joanna e tutto il branco lo sono. Il panico mi assale in fretta: devo avvisarli al più presto.

La sera è arrivata in un batter di ciglia. Ero tentata di non presentarmi alla riunione, ma voglio scoprire cosa sia successo ad Eric e fargli giustizia. La riunione ha luogo in una stanza circolare nei sotterranei del covo. Mi tengo in disparte, come al solito. Quando tutti i vampiri sono giunti, Kian e Cristoph iniziano a parlare. Raccontano nuovamente l'accaduto e riportano anche i particolare che avevo riferito io. Alcuni vampiri si lasciano andare ad espressioni di stupore, forse non sapevano ancora come fossero andate le cose e cosa avesse subito Eric. Durante le numerose supposizioni mi distraggo molto, le loro voci continuano a mescolarsi e la mia mente vaga. Ritorno nel bosco e rivedo Eric che mi si avvicina, il suo sangue che macchia i miei abiti, Kian che estrae la lama dal suo torace squarciato. Torno alla realtà solo quando Kian inizia a parlare dell'arma letale che ha ucciso Eric, mostrandola a tutti i presenti.
– Questa è l'arma che ha messo fine alla vita di Eric. Io e Cristoph l'abbiamo analizzata molto e siamo giunti alla conclusione che il materiale da cui è stata composta è diverso ed estremamente resistente. Non sembra ferro o acciaio, ma un insieme di elementi che sono in grado di ucciderci. Continueremo ad esaminarla e vi metteremo al corrente al più presto di ciò che scopriremo -. Finita la riunione, tra il brusio generale, mi accorgo che c'è anche Sophie. E' vicina a Kian e si guarda in giro con il suo fare ingenuo che proprio non sopporto. La guardo con tutto l'astio che provo. Alzo lo sguardo e vedo che Kian ha i suoi occhi puntati su di me. Probabilmente si è accorto di come stavo fissando Sophie. Volto la testa da un'altra parte ed esco velocemente dalla stanza. Il mio cuore aumenta i battiti e ansimo per l'agitazione. Cerco di calmarmi, ma due mani mi raggiungono e mi accarezzano i capelli.

– Amelie, tesoro, verresti a fare due passi? – è mio padre.
– Certo – rispondo cordiale. Ho proprio bisogno di distrarmi un po'. Io e Cristoph passiamo l'intera serata insieme. Parliamo molto e trovo molto piacevole conversare con lui. Da quando l'abbiamo salvato non abbiamo avuto molto modo di parlare in serenità come un padre e una figlia. Ho il coraggio di chiedergli ancora di mia madre e lui, seppur con una nota di tristezza, mi parla di lei senza problemi. A fine serata, dopo innumerevoli discorsi senza sosta, c'è un momento di silenzio. Cristoph mi rivolge un'occhiata seria e mi chiede:
- Amelie stai bene? –
Può sembrare una domanda banale, ma in realtà quelle tre parole racchiudono un significato profondissimo.
– Magari più avanti starò meglio – non è un granché come risposta, ma non saprei cos'altro dirgli.
– Ti do solo un consiglio Amelie, non avere rancori –
"non avere rancori".
Cristoph mi lascia un bacio in fronte e mi da la buonanotte.

La mattina seguente mi sveglio sentendo dei rumori. Da quando sono un vampiro anche un semplice ronzio mi sembra un boato. I miei timpani sono diventati molto sensibili e devo ancora imparare a regolare le mie capacità avanzate sui miei cinque sensi. Mi alzo dal letto e apro lentamente la porta della mia camera. La mia curiosità non ha limiti, così sgattaiolo via dalla mia stanza e mi avvio verso quei rumori, sempre più insistenti. Mi accorgo che la porta della stanza di Sophie è aperta. Ci sbircio all'interno ma è vuota, di lei non c'è traccia. Proseguo ancora e il baccano si trasforma in lamenti. La mia camminata veloce si trasforma in corsa. I gemiti provengono dall'atrio del covo. Scendo una rampa di scale e sono al piano terra. Finalmente sono quasi arrivata. Aguzzo la vista e intravedo una sagoma distesa in modo scomposto sul pavimento. Picchia i pugni sul marmo del suolo e i gemiti diventano presto urla disperate. Ho paura a parlare, a fare qualsiasi movimento. La sagoma si fa più nitida, non ci posso credere. E' Sophie. A questo punto prendo coraggio e mi avvicino, ma non appena muovo qualche passo lei inizia a urlare più forte. Devo chiedere aiuto a qualcun altro, nonostante la detesti è mio dovere soccorrerla. Salgo di nuovo al primo piano e busso alla prima porta che mi capita. Mi apre un vampiro che ho solo intravisto un paio di volte, mi guarda con odio. Gli spiego velocemente cosa stia succedendo. Il vampiro strabuzza le orbite e urla qualcosa che non capisco ad alta voce. In brevissimo tempo gran parte dei vampiri è nell'atrio. Molti cercano di avvicinarsi a Sophie, ma pare indemoniata. E' come se avesse delle visioni continue che non le danno pace. Dopo molti tentativi, percepisco una presenza famigliare giungere alle mie spalle. E' come se sentissi il suo odore. Urla a tutti i vampiri di spostarsi e si infiltra nel cerchio che avevano formato intorno a Sophie. Sembra trafelato, come se avesse corso per arrivare in suo aiuto. Si avvicina a lei e poco dopo si abbassa all'altezza alla sua altezza, iniziando a mormorarle qualcosa. Vorrei così tanto sentire cosa le stia dicendo. Inizialmente Sophie non si calma e continua a lanciare urli e ad agitarsi come una puledra impazzita. Kian però non smette di parlarle e le posa una mano sulla spalla, come a volerla rassicurare. Sophie, improvvisamente, smette di disperarsi e si aggrappa al braccio di Kian. E' riuscito a placare i suoi tormenti e a riportarla nella nostra dimensione. Dovrei essere contenta che Sophie si sia ripresa, ma non lo sono. Vorrei solo che Sophie si perdesse nel suo strazio e non si svegliasse più. Mi sorprendo di pensare così malignamente, di essere così oscura. La scena, però, non è ancora finita. Come una qualunque spettatrice osservo Kian che le mette un braccio attorno alla vita e l'altro sotto le gambe, per poi alzarsi e trasportarla via dall'atrio tra le sue braccia. I vampiri sono ancora sconvolti e quasi non si accorgono dell'episodio, io invece sono ammutolita e li seguo a debita distanza. Sto per farmi male e ne sono consapevole. Kian sale al primo piano e poi al secondo dove c'è la sua stanza. "Smetti di guardare, smettila!" Imbocca l'entrata della sua camera e richiude la porta dietro di sé. Sophie è con lui, solo lui sa come consolarla. Scendo alla velocità della luce i due piani e corro nel bosco. Non mi interessa se è proibito, devo andarmene punto e basta.


L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora