Capitolo 10

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Mi sveglio con accanto Kian. Mi appare così rilassato e senza alcun pensiero. Solo quando dorme riesco a vederlo in questo modo, una volta desto è come se il fuoco cominciasse di nuovo a bruciare all'interno del suo corpo. Vorrei sdraiarmi sopra il suo petto e riaddormentarmi, mi trattengo dal farlo e mi alzo. Mi sento rinvigorita, sarà grazie al suo sangue che ho bevuto la sera prima. Sono felice di essermi lasciata andare, di aver abbattuto, almeno in parte, la mia barriera di orgoglio. Silenziosamente esco dalla mia stanza e mi dirigo verso un'altra. Non so neppure perché lo stia facendo. Dovrei godermi la contentezza di essermi riavvicinata a Kian, ma un istinto più forte mi sussurra che non esiste solo il mio di appagamento. Sono davanti alla sua porta e sospiro dubbiosa. Dovrei lasciar perdere, dopotutto qualche tempo fa ero mangiata dal rancore nei suoi confronti. La mia parte oscura mi esorta a continuare a provare quell'antico risentimento. Ma la luce, spesso, prevale sull'ombra e così mi decido ad afferrare la maniglia e a spingere con fermezza la porta che mi divide da lei. Aspetto ad alzare gli occhi sulla sua figura, l'ultima volta stava davvero male e forse adesso è anche peggiorata. Ritrovo la determinazione e le rivolgo la mia attenzione. Ho un leggere sussulto; è talmente pallida da risultare quasi trasparente, completamente priva di forze. Mi ero documentata sulla trasformazione dei vampiri: in certi casi qualcosa non va e la vittima non riesce a portarla a termine. E' il primo pensiero che si fa spazio nella mia testa nel constatare le sue condizioni. Sono di fianco al letto su cui è adagiata e la fisso piena di preoccupazione. Pensavo di odiarla, invece eccomi qua a cercare un modo per salvarla dal suo triste destino. La cattiveria al mio interno è stata uccisa dall'umanità che scalcia per tornare in superficie. Mi abbasso al suo livello e le tocco con delicatezza la sua fronte, è freddissima. Provo a chiamare il suo nome e lei dischiude leggermente gli occhi. Non mi dice nulla, però. Noto che sul comodino è appoggiato un bicchiere contenente un fluido rosso. E' sangue, ne percepisco l'odore. I canini, involontariamente, iniziano ad allungarsi. No, questo sangue è destinato a Sophie. Gliene servirebbe molto più che un bicchiere. Nei libri che avevo letto c'era chiaramente specificato che, per permettere a una trasformazione mal riuscita di andare a buon fine, servivano grosse quantità di sangue. Avvicino il bicchiere alla sua bocca e l'aiuto a sorseggiarne tutto il contenuto. Ripenso alla mia trasformazione. Sono riuscita a superarla senza troppi problemi e ora sono qui, cento per cento vampiro. Per Sophie questa metamorfosi sembra un ostacolo insormontabile. E' ferma, tra due mondi che non riescono più ad accoglierla. Non è più umana, ma nemmeno un vampiro. Una creatura a metà, troppo debole per affrontare queste circostanze. Terminato di bere, pare avere un piccolo sollievo. La sfioro di nuovo e la sua temperatura si è un po' alzata. Sono dispiaciuta di non averla trattata gentilmente, come avrei dovuto. L'ho sempre e solo vista come una nemica, una mia rivale. Aveva solo bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei. Sperava che questo qualcuno fosse Kian, ma ora sono io qua con lei.
"Sophie ti prometto che io ti aiuterò".

Sento un fruscio, mi volto. Sull'uscio della camera di Sophie c'è Kian e mi guarda aspro. Mi fa un cenno per comunicarmi di raggiungerlo, non vuole far rumore con la voce. Chiude la porta e punta i suoi occhi luminosi sul mio viso. Mi fa sentire colpevole, come si avesse beccata in procinto di fare qualcosa di sbagliato.
– Non devi preoccuparti per lei – Come no?
- Cosa state facendo per lei? Per curarla? – lo incalzo immediatamente. Sfugge con lo sguardo e farnetica parole senza senso.
– Ormai per lei non c'è più nulla da fare -
- Non è vero. Servono degli accorgimenti ma può ancora farcela – Il suo viso si tende e si arrossa.
– L'hai vista? Non apre nemmeno gli occhi. La trasformazione la sta prosciugando – non lo vuole ammettere, ma capisco che è dispiaciuto. Questo fatto mi infastidisce un po', significa che tiene a lei.
– E vuoi abbandonarla in questa stanza allora? –
Mi costa molto affermarlo ma ci provo comunque.
– Sembrava ci tenessi a lei... -
Kian non risponde, ma stringe i pugni dalla tensione.
– Pensavo che tra di voi ci fosse stato qualcosa... e ora te ne freghi! –
Kian mi prende per le spalle e cerca subito un contatto con me.
– Tra di noi non c'è mai stato nulla. L'ho solo aiutata a entrare nel nostro mondo -
"Dovresti aiutarla adesso" penso.
– Io voglio te, solo te Amelie – e mi schiocca un bacio a fior di labbra. Non sono soddisfatta e lui lo nota.
– Stasera ne riparleremo, ora ho delle questioni da sbrigare – mi stringe una mano come segno d'affetto e se ne va. Pensa che ora sia la sua ragazza? Non lo so, ma sembra trattarmi come tale.

Per tutto il giorno ho pensato molto a Sophie. No ho alcuna intenzione di abbandonarla, anzi sono sempre più convinta ad aiutarla. Non mi interessa ciò che pensa Kian, nonostante ora siamo più o meno come una coppia, io non ce la faccio a far finta che vada tutto bene. Le procuro moltissimo sangue in diverse sacche e, verso il tramonto, mi intrufolo di nuovo nella sua camera. Con molta discrezione le faccio trangugiare gran parte del sangue che le ho portato. Dopo ogni sorsata il suo colorito si fa più vivido e i suoi occhi si aprono un po' di più. Mi indirizza qualche occhiata, di tanto in tanto, ma non so se mi stia davvero guardando. E' semi- incosciente. Quando inizia a rifiutare i miei sorsi, sempre con maggior insistenza, capisco che è meglio smettere di tentare e che per oggi va bene così. Non deve sprecare le sue forze a respingermi.
– Ora andrà meglio, vedrai – le mormoro con dolcezza. Mi scosto dal letto e mi posiziono di fronte alla finestra della sua stanza. Ha dei vetri molto ampi e riesco perfettamente e vedere il cortile del covo. Esploro con lo sguardo oltre il cancello. Si staglia una distesa infinita di alberi. Il bosco è il confine con la mia vecchia vita e la vecchia me; ovvero la ragazzina umana e comune. Il filo conduttore dei miei pensieri vaga e arriva, inevitabilmente, ad Angie e Lane. Si trovano al di là di questa distesa di legno e foglie. Chissà cosa pensano di me, chissà se gli manco. Loro mi mancano molto. Ogni tanto mi permetto di pensare all'assurdità di poter, un giorno, far conciliare questa vita e questo mondo con il loro. Immagino di trovare un modo per far combaciare il presente e il futuro, abbattendo il limite del bosco. Ritorno in me quando vedo una creatura varcare il cancello del covo. Aguzzo la vista: è un licantropo, anzi uno dei licantropi della tana. Se si è spinto fin qui, sarà per una faccenda importante. Guardo un'ultima volta Sophie prima di correre verso l'atrio. Arrivo al portone e, con una spinta, lo apro. Mi trovo davanti il licantropo e cerco di captare se ha una notizia buona o cattiva da darmi. Perché sono sicura che l'ha mandato Joanna per me.
– Amelie mi ha fatto giungere Joanna con lo scopo di comunicarti che la sua gravidanza è quasi al termine. Desidera vederti –
All'udire queste buone nuove non sto più nella pelle, devo andare alla tana il prima possibile.
– Aspettami qui, tornerò presto – senza dare ulteriori spiegazioni mi fiondo alla ricerca di Kian. Lo trovo nella sua camera ad allenarsi.
– Non si bussa più? – lo so che è ironico.
– Devi dirti una cosa – ho il fiatone.
– Un licantropo mi ha avvisata che Joanna sta per partorire e vuole che io la raggiunga. Volevo informarti che partirò al più presto – sono affannata e gioiosa. Kian stoppa subito i suoi allenamenti e mi fissa quasi sbalordito.
– Assolutamente no, sarebbe troppo pericoloso – e si volta dall'altra parte per prendere un panno e asciugarsi dal sudore. La sua vista mi destabilizza un po'. I suoi muscoli sono troppo allo scoperto.
– Come sarebbe no? –

Se fosse successo qualche giorno fa sarei andata e basta, senza chiedergli sicuramente il permesso.
– Ti devo ricordare che ci sono dei vampiri ribelli che girovagano nel bosco pronti ad attaccarci? -
- Io devo andarci – cerco di fare la voce supplichevole. Forse potrei riuscire a convincerlo facendo la smorfiosa, ma non è proprio nella mia indole e rischierei di sembrare solo ridicola.
– Allora ci andrai, a patto che io ti accompagni –
Non so se la presenza di Kian sarà gradita alla tana, ma non mi interessa farei qualsiasi cosa pur di abbracciare Joanna, soprattutto in questo momento. Annuisco e sto ancora qualche istante in contemplazione del suo mezzo busto senza vestiti.
– Ora dovrei farmi una doccia. Se stai qui dovremo farla insieme – mi fissa malizioso.
– Credo che me ne andrò – anche se vorrei tanto fermarmi.
– Va bene ragazzina, sarò pronto tra dieci minuti – il suo sguardo è troppo intenso, esco dalla sua stanza e torno nell'atrio, rossa come un peperone. 

Ciaoo belli ♥
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A presto 😘

L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora