chapter one

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Jimin stava passeggiando per le strade di Busan. Tornare nella sua città natale lo faceva sentire bene, l'odore della salsedine aveva la capacità di rilassarlo e tranquillizzarlo. Aveva un paio di giorni liberi e così aveva deciso di tornare alla sua vecchia casa per andare a trovare la sua famiglia. Portava con sé sono una piccola valigia in cui aveva messo degli indumenti puliti e alcuni regali per suo fratello e per i suoi genitori. Gli erano mancati così tanto.
Con le cuffiette nelle orecchie e la riproduzione casuale a fargli da colonna sonora, che in quel momento trasmetteva 1000 Nights dei Frenship, camminava a testa bassa, con una mascherina e un cappellino ben calato sulla testa per non farsi riconoscere. Se lo avessero scoperto sarebbe scoppiato un pandemonio e sinceramente non aveva molta voglia di correre, per poi dover chiamare i suoi manager e spiegare che andava tutto bene e che non c'era bisogna che qualcuno lo raggiungesse. Busan era casa sua e lui voleva sentirsi libero di poter camminare tra le strade senza qualcuno a fargli da babysitter.
Perso nei suoi pensieri e con gli auricolari nell'orecchie non si era accorto che una voce gli urlava di spostarsi e così si ritrovò per terra, con un peso sulla schiena e una mezza imprecazione tra le labbra.
<<Oh my god! Scusami tanto!>> Il peso sopra di se diminuì e una mano entrò nel suo campo visivo <<Credo che una rotella dei miei pattini si sia rotta e ho perso l'aderenza con il marciapiede. Non hai sentito che ti ho chiesto di spostarti? Come stai? Oh avevi gli auricolari? Oh santo cielo scusami tanto, non era veramente mia intenzione...>>.
Jimin accettò la mano e si alzò in piedi, mentre la ragazza continuava a parlare senza riprendere fiato.
<< Tranquilla>> la ragazza finalmente smise di parlare <<Sto bene. Sono cose che possono succedere>> il ragazzo le rivolse una sguardo gentile. Lei lo fissò e dopo un po' la vide avvicinarsi particolarmente al suo viso con uno sguardo attento.
<< Per caso ci siamo già visti? Hai qualcosa di famigliare...>> Ma venne interrotta dallo squillo del suo cellulare <<Accidenti, é la volta buona che me la fa pagare se arrivo in ritardo anche questa volta>> dopo si rivolse a Jimin <<devo andare, é stato un piacere, più o meno. Scusami ancora e ci vediamo>> e con un piccolo inchini maldestro corse via con i monopattini in mano. Jimin rimase a fissarla fino a quando non voltò l'angolo.

Si trovava davanti alla porta di casa sua e si stava giusto dando una sistematina prima di  bussare. Aveva appena poggiato il pugno alla porta che quella si aprì. Si ritrovò davanti Ji Hyun intento a mandare un messaggio a qualcuno e con un'espressione annoiata sul volto.
<<Sun Hee, é la volta buona che te la faccio pagare. Un'ora di ritardo? Pensi che prima o poi riusciremo a finire il progetto?>>
Jimin lo guardò con espressione divertita. Il suo solito preciso fratellino.
<<Non ho idea di chi sia questa Sun Hee, ma se é la tua ragazza, me la dovrai presentare. Deve essere qualcuno che si prenda cura di te al posto mio, capito?>>
Il telefono di Ji Hyun cadde dalle sue mani e questo lanciò un urlo.
<<Hyong! Quando sei arrivato? Perché non me lo hai detto? Sarei venuto a prenderti!>> Suo fratello lo circondò con le braccia per un abbraccio spaccaossa.
<<Così rischi di fratturare qualche costola al tuo hyong>> disse il maggiore con voce spezzata. Il più piccolo mollò la presa e afferrandolo per un braccio lo fece entrare in casa e chiuse la porta. Jimin si tolse il cappello e la mascherina che appoggiò sul tavolino in sala e si sedette sul divano. Casa dolce casa.
<<Allora chi é questa Sun Hee?>>
Suo fratello tornò dalla cucina con due bicchieri di succo di frutta e uno le lo diede in mano.
<<Una mia amica e compagna con cui devo fare un progetto di scienze, ma ha la bruttissima abitudine di arrivare in ritardo>> disse alzando gli occhi al cielo <<un giorno le la faccio pagare comunque>> continuò con una risatina <<tu cosa ci fai qua comunque? Hai un po' di tempo libero?>>
<<Si, ho un paio di giorni liberi, così ho deciso di venire a trovarvi>>
<<Hai fatto benone, mamma e papà ne saranno entusiasti. Aspetta che tornino dal lavoro, come minimo organizzano una festa con tutti i vicini>>
Jimin si mise a ridere <<Perfavore no, meno persone sanno che sono qua, meglio è>>
<<Forse hai ragione>> Ji Hyun annuì con la testa, ma dopo due secondi i suoi occhi si illuminarono <<Hyong, mi hai portato un regalo vero?>>
Il maggiore alzò gli occhi al cielo <<Ovviamente, direttamente dagli States questa volta, aspetta che disfo la valigia e te lo dò>> si avvicinò alla valigia con l'intenzione di disfarla quando un bussare alla porta attirò la sua attenzione, guardò suo fratello che si precipitò all'ingresso di casa e dopo pochi secondi sentì un urlo e una parlantina che non faceva altro che chiedere scusa.
<<Oh my god, mi dispiace così tanto di essere in ritardo Jiji, ma i miei pattini si sono rotti e sono andata addosso ad un ragazzo a causa di questi ed era già in ritardo quando é successo, allora ho pensato che se ti avessi portato del gelato dalla tua gelateria preferita mi avresti perdonata, ma indovina? C'era un sacco di gente e poi una signora anziana é svenuta dal caldo e hanno chiamato un autoambulanza. Lo sai che attiro i guai come una calamita, non ci posso fare niente. Però ti ho portato il gelato al cocco il tuo preferito...>>
A Jimin prese un colpo quando vide arrivare suo fratello in salotto con una ragazza letteralmente in braccio lui come un koala. Suo fratello si avvicinò al divano con espressione neutra mentre la ragazza non finiva di parlare <<Sun Hee mollami>>
<<Solo se mi perdoni>> disse questa con il viso nascosto nell'incavo del collo del ragazzo.
<<Ti perdono, ma mollami>>
<<Okay>> e come se niente fosse si lasciò cadere sul divano.
Quella scena doveva essere accaduta diverse volte, pensò Jimin, se Sun Hee si era lasciata andare con così tanta tranquillità.
<<Adesso però dammi il gelato>> disse suo fratello guardando la ragazza.
Sun Hee tirò fuori dalla sua borsa un sacchetto che diede a Ji Hyun il quale con voracità tirò fuori la scatola e si precipitò in cucina, lasciando da soli i due ragazzi.
Jimin l'aveva riconosciuta subito, era la ragazza con cui prima si era scontrato, lei non si era ancora accorta della sua presenza troppo intenta ad osservare il fratello intento a cercare delle ciotoline in cui mettere il gelato.
<<Comunque lui è mio fratello>> disse quest'ultimo dalla cucina.
Gli occhi della ragazza si aprirono a dismisura e lo osservò con una luce strana negli occhi, finalmente accortasi della sua presenza nel salotto. Fece per aprire bocca ma Ji Hyun ritornando dalla cucina là fermò <<Non metterti ad urlare>> le disse con sguardo duro.
Lei arrossì << Non ne avevo l'intenzione>> disse incrociando le braccia sotto il seno.
Il più piccolo la fissò per poi girarsi verso Jimin e dirli <<È una vostra fan e sarebbe anche una cosa carina se solo non fosse stonata come una campana>>
La ragazza arrossì ancora di più e gli lanciò un cuscino.
<<Yaa! Crescere negli Stati Uniti non ti dà comunque certe libertà, sono il tuo Oppa e devi portarmi rispetto>>
Lei si mise a ridere <<Oppa cosa? Sei più grande di me sono solo di una settimana>>
Jimin si mise a ridere, quei due erano troppo divertenti.
<<Allora, da quanto tempo state insieme?>>
Chiese con interesse. Questa volta fu lui a ricevere una cuscinata dal fratello.
<<Ti ho già detto che non stiamo insieme>> disse lui.
<<Già>> continuò Sun Hee <<a lui piace So Young>> Ji Hyun le lanciò uno sguardo di fuoco al cui la ragazza lanciò un urletto e cominciò a correre per tutta la casa con alle calcagna un ragazzo al quanto inviperito.

"Beh, tanto meglio per me allora"

Roller Skates // Park Jimin [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora